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Italia-Ue, Meloni a Bruxelles per le nuove cariche Ue: incontro con Orbán prima della cena a 27

La foto di gruppo al G7 di Borgo Egnazia, Giorgia Meloni figura con tre leader con cui tratta in queste ore in Europa: von der Leyen, Macron e Scholz (13 giugno 2024)
La foto di gruppo al G7 di Borgo Egnazia, Giorgia Meloni figura con tre leader con cui tratta in queste ore in Europa: von der Leyen, Macron e Scholz (13 giugno 2024) Diritti d'autore Alex Brandon/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Alex Brandon/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Gabriele Barbati
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Giorgia Meloni ha incontrato nella capitale belga alcuni leader europei conservatori prima della cena in cui si discutono gli incarichi per le istituzioni europee. Colloqui con il premier ungherese Orbán e il conservatore polacco Morawiecki

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È iniziata la settimana che decide le nomine per le posizioni di vertice dell'Unione Europea e i leader dei 27 si riuniscono già lunedi sera a Bruxelles.

Giorgia Meloni è arrivata nella capitale belga diverse ore prima dell'impegno serale (inizio programmato alle 18) ospitato dal presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. La cena è informale, sarà solo un primo passo per gli incarichi, ma i commensali portano alla tavola europea i risultati ottenuti alle elezioni del 6-9 giugno.

Chi ha incontrato Giorgia Meloni a Bruxelles per le nomine Ue

Meloni è arrivata all'hotel Amigo prima di mezzogiorno di lunedì. Poco dopo si sono presentati l'ex premier polacco ed esponente del partito Diritto e Giustizia, Mateusz Morawiecki, e il premier ungherese, Viktor Orbán.

Colloqui con entrambi nel pomeriggio: quello con Orban "è andato bene, la situazione su von der Leyen è fluida" ha commentato alla fine il leader ungherese.

Era prevedibile che la premier coordinasse il da farsi con altri leader che fanno parte del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr), tra cui figura anche il premier ceco Peter Fiala, o che siano in sintonia con la leader di Fratelli d'Italia (FdI).

Prima della cena, la premier è stata ricevuta anche da Charles Michel.

Come si presenta Meloni sulle cariche dell'Unione Europea

La premier italiana arriva forte del 28,9 per cento preso alle Europee che ha garantito a FdI 24 seggi (su 720) nel nuovo Parlamento e una legittimazione della sua leadership nazionale.

Da mesi Meloni tesse un rapporto specialmente sul dossier migranti con la presidente uscente della Commissione, Ursula von der Leyen, che è in prima fila per la riconferma data la vittoria elettorale del Partito Popolare Europeo (Ppe) di cui è la candidata leader.

I risultati elettorali, in cui ai 190 seggi del Ppe si aggiungono i 136 dei Socialisti e Democratici e gli 80 dei liberali di Renew Europe, hanno fatto subito ipotizzare una conferma in blocco della scarsa maggioranza che supporta la Commissione.

In questo senso sono andate le dichiarazioni a caldo della stessa von der Leyen e dei grandi sconfitti dal voto europeo, il cancelliere tedesco Olaf Scholz (S&D) e il presidente francese Emmanuel Macron (Liberali).

Lunedì il sito di Politico ha riportato che la presidente della Commissione avrebbe posticipato la pubblicazione di un rapporto sullo stato di diritto Nell'Ue con un giudizio negativo sull'Italia per non compromettere il sostegno di Meloni e dei suoi alla sua rielezione. Un portavoce della Commissione ha smentito e rinviato il tema al 3 luglio quando il rapporto sarà "pronto" per essere discusso.

Per assicurarsi una maggioranza tranquilla al riparo da franchi tiratori, von der Leyen potrebbe avere bisogno in effetti almeno degli eurodeputati meloniani, in cambio di incarichi nel suo esecutivo bis, ammesso che superi la resistenza dei socialisti europei.

Le manovre della premier italiana per i leader dell'Unione Europea

Alla vigilia delle elezioni era circolata l'ipotesi che la destra europea potesse costituire una maggioranza alternativa a quella uscente.

Il Ppe ha fatto tuttavia capire che l'apertura ai conservatori radicali è limitata. Vanno bene Meloni e FdI ma non altre componenti dell'Ecr (77 seggi totali) come gli spagnoli di Vox e tantomeno il gruppo Identità e Democrazia (Id), di cui fa parte il Rassemblement National francese.

Proprio il 31 per cento ottenuto dalla destra di Bardella e Le Pen tiene viva comunque l'ipotesi di una forza per le destre, se non alternativa, almeno negoziale. Su questo pesano anche le decisioni degli ungheresi di Fidesz (che non ha ancora deciso un'affiliazione nel Parlamento Europeo) e dei tedeschi di Alternative für Deutschland che sono stati messi da parte da Id a causa di dichiarazioni dei suoi candidati.

Non a caso Meloni vorrebbe prolungare le trattative sulle cariche apicali dell'Ue fino a metà luglio, per fare valere l'esito dele elezioni anticipate in Francia (a doppio turno, 30 giugno e 7 luglio) che potrebbero portare la destra al governo anche a Parigi.

Per il momento le decisioni formali in merito sono programmate per le riunioni del Consiglio Europeo del 27 e 28 giugno (e devono essere approvate il 18 luglio a maggioranza degli eurodeputati).

Quali cariche chiede Meloni in Europa

La premier al G7 in Puglia della settimana scorsa è stata chiara: si chiede un incarico di peso che legittimi l'importanza dell'Italia e di un governo tra i più rinfrancati in Europa dal voto.

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Si prevede che la presidenza della Commissione Europea vada ancora al Ppe, quella del Consiglio Europeo ai socialdemocratici mentre l'incarico di Alto rappresentante per gli Affari esteri è in quota liberali. La presidenza del Parlamento non sembra in gioco con la riconferma di Roberta Metsola (Ppe).

Meloni cerca dunque un "ministero" con portafoglio, un ruolo in Commissione che determini politiche europee interessanti per l'Italia, come il dossier migranti e la contrarietà agli impegni stringenti sull'ambiente del Green Deal.

Tolti l'Economia (dove è appena stato l'italiano Paolo Gentiloni), Concorrenza e forse il Mercato Interno (per opportunità, visti i dossier aperti sull'Italia), sono ipotizzabili i commissari alla Difesa e al Bilancio. Il quotidiano italiano, La Repubblica, parla anche della richiesta di un commissario ad hoc per i flussi migratori.

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