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Corteggiata da Le Pen e von der Leyen, Meloni da le carte in vista delle elezioni europee

Marine Le Pen (sinistra), Giorgia Meloni (centro), Ursula von der Leyen (destra)
Marine Le Pen (sinistra), Giorgia Meloni (centro), Ursula von der Leyen (destra) Diritti d'autore Euronews 2024
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Di Mared Gwyn Jones
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Mentre cammina sul filo del rasoio tra le forze di centro e di estrema destra, la prossima mossa di Meloni potrebbe avere profonde conseguenze sul futuro percorso politico dell'Ue.

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La prima ministra italiana Giorgia Meloni è stata presentata come improbabile kingmaker in vista delle elezioni europee di giugno. È corteggiata sia dal Ppe di Ursula von der Leyen sia dalla francese Marine Le Pen, che in Europa appartiene al gruppo di estrema destra identità e domocrazia (Id).

Domenica Marine Le Pen ha dichiarato al Corriere della Sera di voler ottenere l'appoggio di Meloni per unire i partiti di destra del Parlamento europeo in un supergruppo di estrema destra. Attualmente i partiti sono divisi tra il gruppo Identità e Democrazia (Id) e il gruppo nazionalista Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) al quale appartiene la premier italiana.

Secondo i sondaggi di Euronews in vista delle elezioni europee di giugno, questi due gruppi potrebbero conquistare fino a 144 seggi - senza contare l'Alternativa per la Germania (AfD), espulsa dall'Id la scorsa settimana - e, se unificati, potrebbero superare il centrosinistra e i liberali per diventare la seconda forza politica del Parlamento.

Il Rassemblement National (Rn), il partito di estrema destra di Le Pen, è in testa ai sondaggi e potrebbe conquistare un incredibile terzo del voto francese al ballottaggio di giugno. Il partito ha recentemente rotto le fila con l'AfD, più radicale e filo-russo, e ha ammorbidito la sua posizione euroscettica in un chiaro tentativo di avvicinarsi alla destra tradizionale.

Allo stesso tempo, però, von der Leyen mira al sostegno di Fratelli d'Italia per assicurarsi il secondo mandato alla guida della Commissione europea, l'organo esecutivo dell'Unione.

In campagna elettorale, la spitzenkandidat del Ppe ha dichiarato che Meloni ha dimostrato le sue credenziali pro Ue e pro Ucraina da quando è salita al potere in Italia nel 2022, dopo una campagna ferocemente euroscettica, rendendo il suo partito un partner credibile a Bruxelles.

Meloni al bivio in Europa tra von der Leyen e Le Pen

"A Meloni tendono la mano Le Pen, da una parte, e von der Leyen dall'altra. Ma la premier italiana potrà sceglierne solo una", ha dichiarato il politologo Nicolai von Ondarza.

Von der Leyen ha esplicitamente inserito il Rn di Le Pen nella lista nera per la sua posizione storicamente favorevole alla Russia, definendo il partito una "marionetta di Putin". 

Secondo von Ondarza se Meloni accetterà l'invito della von der Leyen a "co-dirigere direttamente la politica dell'Ue", non avrà altra scelta che "rinunciare a Le Pen, Orbán & co".

Ma Francesco Nicoli di Bruegel ha dichiarato a Euronews che Meloni userà il suo ritrovato "pragmatismo" per ottenere il maggior peso politico possibile, rispondendo tatticamente a entrambe.

"Da un punto di vista politico, continuo a credere che queste due opzioni (Le Pen e von der Leyen) non siano necessariamente in contraddizione", ha detto Nicoli. "È perfettamente possibile" che Meloni unisca le forze con Le Pen per formare un gruppo di estrema destra più forte nel Parlamento europeo, e che parti di questo nuovo schieramento "prestino sostegno" a una coalizione guidata da von der Leyen.

"Anche se creassero una formazione unica, non significa automaticamente che tutti i partiti voterebbero nello stesso modo", ha spiegato Nicoli. Il supergruppo di estrema destra potrebbe essere formato anche dopo il voto del Parlamento per l'elezione del prossimo presidente della Commissione, previsto per metà settembre, una mossa che potrebbe consentire a von der Leyen di contare sull'appoggio dei suoi tradizionali partner centristi e di sinistra, nonché i Meloni.

All'inizio di maggio, gli alleati tradizionali della von der Leyen, Socialisti e Democratici (S&D) di centro-sinistra, il gruppo liberale Renew Europe e i Verdi - hanno firmato una dichiarazione in cui giurano di non allearsi mai con l'estrema destra "a nessun livello" e chiedono alla presidente della Commissione di "respingere fermamente qualsiasi normalizzazione, cooperazione o alleanza con l'estrema destra e i partiti radicali".

L'estrema destra cerca di epurare le frange

La mossa di Le Pen arriva in un momento di agitazione per Id, che la scorsa settimana ha espulso i membri di Alternativa per la Germania (AfD) per i commenti fatti dal loro candidato principale Maximilian Krah a Repubblica, secondo cui non tutti i militanti delle SS naziste erano criminali.

Id, che ospita anche i partner di governo di Meloni, la Lega, e il Partito olandese per la libertà (Pvv) di Geert Wilders - in precedenza era stato indicato come la terza forza politica nel nuovo Parlamento, alle calcagna dei liberali. Ma l'espulsione dell'AfDpottrebbe significare una riduzione di 17 seggi nell'emiciclo, con l'Ecr di Meloni in vantaggio nei sondaggi.

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Ma proprio l'uscita di scena dell'AfD ha aperto alla possibilità di un rimpasto a destra.

La scorsa settimana, Anders Vistisen, candidato di Id alla presidenza della Commissione, ha dichiarato a Euronews che la fusione delle due fazioni di destra del Parlamento europeo "prima o poi avverrà".

Secondo una fonte di Rn, Le Pen sta anche valutando la possibilità di allearsi con Viktor Orbán, e il suo partito di governo Fidesz, che è senza riferimenti nel Parlamento europeo da quando è stato costretto a uscire dal Ppe nel 2021. Fidesz dovrebbe conquistare circa 10 seggi a giugno.

Ma con Orbán che continua a bloccare le decisioni europee chiave sull'Ucraina, tra cui l'uso dei beni russi congelati per acquistare armi per Kiev e l'avvio formale dei colloqui di adesione del Pese all'UE, l'eventuale sodalizio politico impedirebbe a Le Pen di poter dichiarare rescissi i tradizionali legami con la Russia di Putin.

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"Marine Le Pen ha capito che se vuole avere una reale possibilità di diventare il prossimo presidente della Francia, che è il suo vero obiettivo, l'approccio di Meloni è quello che probabilmente offre maggiori possibilità di riuscita", ha spiegato Nicoli.

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