In una conferenza stampa il ministro degli Esteri spagnolo ha spiegato che la Spagna ha preso la decisione alla luce della continuazione dell'operazione militare a Gaza e della "enorme preoccupazione" causata dall'estensione regionale del conflitto
In una dichiarazione ai media il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ha annunciato che "il governo della Spagna si unisce al processo della Corte internazionale di Giustizia avviato dal Sudafrica contro Israele" per gli indizi di genocidio nella Striscia di Gaza.
"Lo stavamo meditando da settimane - ha detto Albares -. Ci uniamo al processo per il nostro impegno con il diritto internazionale, per rafforzare le Nazioni Unite e per appoggiare il ruolo della Cgi. La Spagna non si pronuncia sul reato, partecipiamo alla denuncia appoggiando il tribunale". "Vogliamo che la pace torni a Gaza e in Medio Oriente, e perché ciò accada dobbiamo tutti sostenere la Corte", ha aggiunto il ministro spagnolo.
La Spagna è il primo Paese europeo a compiere questo passo dopo che il Sudafrica ha presentato il suo caso alla Corte internazionale di giustizia alla fine dello scorso anno. Anche la Spagna sostiene che Israele ha violato la Convenzione sul genocidio durante l'offensiva militare che ha devastato ampie zone della Striscia.
Nove Paesi, tra cui Messico, Colombia, Nicaragua, Libia hanno già richiesto di unirsi al caso attualmente in corso presso la Corte dell'Aja, nei Paesi Bassi.
Un paio di settimane fa la Corte ha ordinato a Israele di fermare immediatamente l'offensiva militare nella città meridionale di Rafah, ma non ha ordinato un cessate il fuoco nell'enclave. Israele non si è conformato e nega di aver star commettendo un genocidio nella sua operazione per "distruggere" Hamas, che dura ormai da otto mesi e ha provocato più di 36mila morti.
La richiesta della Spagna di unirsi al caso è l'ultima mossa del governo del primo ministro socialista Pedro Sánchez per sostenere gli sforzi di pacificazione a Gaza. Il 28 maggio, congiuntamente con Irlanda e Norvegia, Madrid ha formalmente riconosciuto lo Stato di Palestina. Il 4 giugno la Slovenia ha seguito l'esempio.