NewsletterNewslettersEventsEventiPodcasts
Loader
Seguiteci
PUBBLICITÀ

La questione migratoria agita ancora gli Stati dell'Ue

L’attacco di Solingen in Germania ha provocato tre morti e otto feriti
L’attacco di Solingen in Germania ha provocato tre morti e otto feriti Diritti d'autore Thomas Banneyer/(c) Copyright 2024, dpa (www.dpa.de). Alle Rechte vorbehalten
Diritti d'autore Thomas Banneyer/(c) Copyright 2024, dpa (www.dpa.de). Alle Rechte vorbehalten
Di Vincenzo Genovese
Pubblicato il
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

L’immigrazione torna al centro del dibattito in Europa, dopo l’attentato di Solingen in Germania, compiuto da un rifugiato siriano, destinato al trasferimento in Bulgaria

PUBBLICITÀ

Oltre a promettere espulsioni più rapide per chi non ha diritto di restare nel suo Paese, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha detto che qualcosa deve cambiare nelle “politiche migratorie europee”.

Dello stesso avviso anche la ministra degli Affari europei austriaca Karoline Edtstadler, intervistata da Euronews, e pure altri governi sembrano insoddisfatti del Patto Migrazioni e Asilo, la riforma della politica migratoria definitivamente approvata a maggio 2024 dopo quasi quattro anni di negoziati.

Alcuni Paesi, come Svezia o Lituania, hanno chiesto deroghe per motivi di sicurezza nazionale, mentre il governo dei Paesi Bassi vorrebbe che le nuove regole sull’accoglienza e la redistribuzione delle persone migranti non fossero applicate sul proprio territorio e medita di chiedere per questo un opt-out.

"Molti governi nell'Unione europea sono ossessionati dalla dimensione securitaria dell'immigrazione. La vedono come una minaccia alla sicurezza e all'identità dell'Ue"
Juan Fernando López Aguilar
Eurodeputato dei Socialisti e democratici, ex presidente della Commissione Libertà Civili del Parlamento europeo

Focus sulla dimensione esterna

La nuova Commissione europea dovrà fare i conti con queste richieste: secondo Alberto-Horst Neidhardt, analista dello European Policy Centre, si concentrerà soprattutto sulla dimensione esterna, a cominciare dalla politica dei rimpatri.

"Alcuni Stati puntano a norme che regolano il rimpatrio dei richiedenti asilo respinti nei loro Paesi di origine o in altri Paesi di transito. La stessa presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha detto molto esplicitamente che punta a definire un nuovo approccio sui rimpatri".

Una nuova procedura per il rimpatrio alle frontiere è contemplata nel Regolamento sulle procedure di asilo (Apr), uno dei testi chiave del Patto migrazioni e asilo: le decisioni di rimpatrio seguiranno immediatamente le risposte negative alle richieste di asilo, mentre al momento passa fra le due un largo lasso di tempo che rende difficili i rimpatri stessi.

Ciò che manca è invece una lista europea di "Paesi terzi sicuri", in cui cioè le persone migranti possono essere rimpatriate senza rischi per la loro sicurezza. Al momento ogni Paese europeo ha la propria. "Le nuove regole consentono la definizione di una lista comune - dice Alberto-Horst Neidhardt - ma non c'è consenso su quali Paesi terzi debbano entrare in questa lista".

Più accordi di esternalizzazione

Un altro aspetto delle politiche migratorie riguarda gli accordi con i Paesi del Nordafrica per fermare le partenze di persone migranti irregolari in cambio di sostegno economico. L'Unione europea ne ha già firmati diversi (gli ultimi con Mauritania, Tunisia ed Egitto) ed è probabile che anche la nuova Commissione proceda sulla stessa linea.

"È molto probabile che assisteremo ad una forte spinta verso l'esternalizzazione delle responsabilità a Paesi terzi nella prossima legislatura", afferma l'esperto. "Detto questo, le cose si fanno in due. È necessaria la cooperazione con i Paesi terzi su questi temi, e pochissimi di loro sono disposti a cooperare perché, a livello interno, questi accordi sono visti come divisivi e impopolari nella maggior parte dei Paesi terzi".

Horst Neidhardt prevede grandi investimenti economici e diplomatici in questo senso, ma gli esiti non sono scontati. "Questa politica potrebbe portare a una riduzione degli arrivi nel breve periodo, ma non necessariamente a una migliore gestione dell'immigrazione a lungo termine".

Nel frattempo, dice, si assisterà probabilmente a un ulteriore inasprimento della retorica securitaria sull'immigrazione e a ulteriori richieste di misure per limitare gli arrivi irregolari. "Sono le stesse richieste che abbiamo visto negli ultimi cinque o dieci anni. Il risultato finale potrebbe essere che l'elettorato si aspetta un drastico calo degli arrivi, obiettivo difficile da raggiungere, e chieda allora misure ancora più stringenti".

Così, in Europa, molte proposte un tempo considerate tabù sono ora valutate (o già adottate) da alcuni Paesi, come l'esternalizzazione delle richieste di asilo in un altro Paese o i muri per fermare gli arrivi via terra. Intanto anche molte frontiere interne fra Paesi europei restano controllate: al momento otto Stati hanno sospeso le regole di libera circolazione dell’area Schengen per alcuni dei propri confini.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Migranti, le Canarie chiedono il sostegno dell'Ue per affrontare la crisi arrivi

Attentato a Solingen, Scholz promette inasprimento leggi su armi bianche ed espulsioni

Francia: fiamme davanti alla sinagoga di La Grande-Motte, "atto criminale"