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Mezza Unione europea, tra cui l'Italia, vuole mandare i migranti in Paesi terzi

La lettera firmata da 15 Stati membri arriva dopo il completamento del Nuovo Patto sulla Migrazione e l'Asilo.
La lettera firmata da 15 Stati membri arriva dopo il completamento del Nuovo Patto sulla Migrazione e l'Asilo. Diritti d'autore Agnieszka Sadowska/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Agnieszka Sadowska/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Di Jorge LiboreiroVincenzo Genovese
Pubblicato il
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Una lettera aperta di quindici Paesi dell'Ue alla Commissione europea chiede di potere inviare i richiedenti asilo in Paesi extra-europei

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Un gruppo di 15 Stati membri dell'Unione europea, tra cui l'Italia, ha lanciato un appello congiunto alla commissaria europea agli Affari interni e al suo staff per trovare "nuove soluzioni" nella lotta all'immigrazione irregolare.

Fra queste, l'esternalizzazione del trattamento delle richieste di asilo. Anche se non viene citato espressamente, il modello potrebbe essere l'accordo firmato dal governo italiano con l'Albania per esaminare in un centro costruito in territorio albanese tremila richieste d'asilo per volta.

I Paesi firmatari, oltre all'Italia, sono: Austria, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca e Romania.

Nella lettera aperta, datata 15 maggio ma resa pubblica giovedì, si lamenta un aumento "insostenibile" degli arrivi irregolari e la necessità di trovare una soluzione "fuori dagli schemi". 

Più rimpatri e richieste d'asilo fuori dall'Ue

L'Unione europea ha in realtà già adottato nuove soluzioni per la gestione del fenomeno, con l'approvazione appena avvenuta del Patto migrazioni e asilo, che modifica le regole della politica migratoria.

Le nuove norme, che entreranno pienamente in vigore tra due anni, istituiscono una solidarietà obbligatoria nei confronti dei Paesi di primo approdo delle persone migranti, come l'Italia. Ogni Stato dell'Ue dovrà farsi carico di una certa quota di richiedenti asilo, oppurepagare un contributo economico di 20mila euro per ogni persona della sua quota non ricollocata sul proprio territorio.

Ma la lettera chiede un passo ulteriore: trasferire i richiedenti asilo anche in "Paesi terzi sicuri" al di fuori dell'Unione europea. Su questa direttrice si stanno già muovendo l'Italia e il Regno Unito, con due accordi in reltà molto diversi.

Quello italiano con le autorità albanesi prevede che un massimo di 36mila persone migranti all'anno vengano ospitate nel Paese balcanico durante l'esame delle richieste d'asilo, che verrà comunque effettuato dall'Italia, a cui restano in capo le responsabilità di accoglienza nel caso di esito positivo e di rimpatrio in caso di esito negativo.

Il governo di Londra ha invece firmato ad aprile un accordo bilaterale firmato con il Ruanda per trasferire nello Stato centrafricano persone che a quel punto dovrebbero presentare lì le proprie richieste di asilo.

Il 2023 è stato l'anno con più richieste di asilo nell'UE dal 2017

I firmatari della lettera chiedono anche di agire sulla questione dei rimpatri per i richiedenti asilo a cui viene negata la protezione internazionale: un punto ancora molto problematico per l'Ue, visto che solo un terzo delle persone che ricevono una decisione di rimpatrio viene effettivamente riportata nel Paese d'origine. 

Per questo si suggeriscono nella lettera misure ulteriori rispetto a quelle già pensate dalla Commissione, come gli  "hub per il rimpatrio", centri da costruire al di fuori del territorio e dove trasferire le persone migranti in attesa di ultimare il loro rimpatrio. 

Forse in questa direzione vanno letti gli accordi già firmati dall'Ue con Paesi di origine e transito delle rotte migratorie come Tunisia e Egitto, promossi dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e caldeggiati anche dal governo italiano. 

Al momento tali accordi, molto contestati, prevedono finanziamenti in cambio di un rafforzamento dei controlli alle frontiere, ma non trasferimenti di richiedenti asilo.

La Commissione Europea ha dichiarato che analizzerà attentamente la lettera, definita "complessa", e sottolineando che nei prossimi anni si concentrerà sull'attuazione del Patto migrazioni e asilo. L'elevato numero di Paesi firmatari sembra rappresentare un'indicazione sulla direzione che l'Unione potrebbe prendere dopo le  elezioni di giugno.

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