Elezioni USA: quanti e quali Stati mancano a Biden e Trump per vincere
I due candidati parlano ai loro sostenitori mercoledì 4 novembre
- Diritti d'autore Carolyn Kaster/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
Diritti d'autore Carolyn Kaster/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
Cosa tenere d'occhio - e quando - per conoscere il nome del prossimo presidente degli Stati Uniti d'America.
PUBBLICITÀ
Il risultato delle elezioni presidenziali americane 2020 rimane ancora incerto, appeso all'esito dello scrutinio in alcuni Stati come Pennsylvania, Nevada, North Carolina e Georgia.
Dopo aver vinto Michigan e Wisconsin, a Biden mancano solo 6 grandi elettori per raggiungere quota 270 e trasferirsi alla Casa Bianca. Esattamente il numero di grandi elettori in palio in Nevada.
Restano da assegnare in totale ancora 57 grandi elettori.
In Georgia e North Carolina Trump è in vantaggio di un soffio, mentre in Pennsylvania guida di circa 3 punti. In Nevada invece avanti Biden ma con uno scarto di appena 0,6 punti. Occhio anche sull'Arizona (11 grandi elettori), che Fox News e Ap hanno già assegnato a Biden, ma contrariamente ad altri media come Cnn, Nbc e New York Times. Qui il vantaggio del candidato democratico si va assottigliando ma resta di circa 2 punti.
Il Nevada dovrebbe aggiornare i suoi risultati verso giovedì a mezzogiorno, nel tardo pomeriggio in Europa.
La Georgia potrebbe colorarsi di rosso o di blu, non c'è nulla di scontato. All'inizio sembrava che la vittoria andasse a Trump, ma ora il presidente ha un vantaggio di appena 0,5 punti con il 98% delle schede scrutinate. Se Biden dovesse vincere la Georgia, toccherebbe quota 280 voti nel collegio elettorale.
Trump invece ha bisogno della Pennsylvania e degli altri tre Stati contesi per vincere. Se non dovesse vincere la Pennsylvania, uno Stato chiave per lui, non riuscirà a raggiungere la tanto agognata quota 270.
Di sicuro non c'è stata la "valanga" democratica che alcuni commentatori si aspettavano alla vigilia del voto, e il margine di vittoria sarà risicato. Forse il più risicato di sempre.
Non è chiaro, al momento di scrivere, quando si potrà dichiarare con certezza il vincitore finale. Forse stasera (in Italia), se il Nevada andrà a Biden, ma restano molti voti in sospeso anche in Pennsylvania, dove Trump è in testa.
Le più importanti elezioni americane di sempre, come le ha definite Trump, si svolgono nel bel mezzo di una storica pandemia che ha ucciso oltre 230mila americani. Più vittime rispetto ai militari americani caduti nella guerra del Vietnam, nella guerra di Corea e perfino nel primo conflitto mondiale, per intenderci.
Gli elettori hanno risposto in gran numero alla chiamata alle urne: prima dell'Election Day avevano già votato 102 milioni di persone e in alcuni Stati, come la Georgia, ci sono state code anche di 10 ore per votare.
Elections Project prevede che, alla fine dello spoglio, saranno quasi 160 milioni le schede conteggiate, con un'affluenza del 66.5% - la più alta da 120 anni a questa parte (nel 1900 la platea di elettori era più ristretta, ma all'epoca votò il 73.7% degli aventi diritto).
Trump si prende la Florida, Biden l'Arizona
Il presidente uscente è riuscito ad aggiudicarsi la Florida, il più importante degli Swing States, mentre Biden - secondo l'agenzia AP - ha ribaltato le sorti in Arizona, ex roccaforte repubblicana.
Trump ha prematuramente annunciato la sua vittoria, annunciando ricorsi fino alla Corte Suprema (dove i giudici conservatori sono in maggioranza).
Biden, comparso brevemente davanti ai sostenitori nel Delaware, dove ha il quartier generale, ha esortato alla pazienza: "Non è finita finché non sarà stato conteggiato ogni voto, ogni scheda".
"Non spetta né a me né a Donald Trump dichiarare chi ha vinto queste elezion. Questa decisione spetta al popolo americano".
La questione del voto per corrispondenza in Pennsylvania
Diversi stati permettono l'arrivo delle schede del voto per corrispondenza anche dopo l'Election Day - a patto che il timbro postale sia stato apposto prima della chiusura delle urne. Tra questi stati c'è anche la Pennsylvania, dove le schede elettorali con timbro postale datato 3 novembre saranno accettate anche in caso di arrivo entro il 6 nocembre.
Il governatore della Pennsylvania, Tom Wolf, ha scritto su Twitter che rimanevano più di un milione di schede da conteggiare, promettendo ai cittadini della Pennsylvania di scrutinare fino all'ultimo voto.
Trump, per parte sua, ha seminato il dubbio affermando che queste schede non devono essere conteggiate e promettendo battaglia legale fino al più alto grado di giudizio. Tuttavia, a livello legale, quasi nessuno la pensa come il Presidente.
"Non vedo come possa rivolgersi direttamente alla Corte Suprema per fermare il conteggio dei voti. Ci potrebbero essere battaglie legali in alcuni stati, e alcune di queste battaglie potrebbero finire alla Corte Suprema, ma non è così che funzionano le cose", ha detto Rick Hasen, professore di diritto e scienze politiche all'Università della California-Irvine.
Trump ha nominato tre dei nove giudici dell'Alta Corte, tra cui, più recentemente, Amy Coney Barrett.
I democratici tendono a votare di più per corrispondenza dei repubblicani, mentre il partito conservatore cerca di recuperare terreno alle urne, nel giorno delle elezioni.
Durante tutta la campagna elettorale, Trump ha messo in dubbio l'integrità del processo elettorale - senza fornire prova delle sue affermazioni - e ha ripetutamente suggerito di non tenere in conto le schede giunte per corrispondenza.
Entrambe le campagne elettorali hanno mobilitato squadre di avvocati pronte a muoversi negli Stati in caso di contestazioni legali.
Trump resiste in Texas, Iowa, Florida e Ohio
Trump ha saputo mantenere diversi stati della mappa elettorale americana, tra cui il Texas, l'Iowa e l'Ohio, dove Biden aveva fatto ha comunque ben figurato nelle fasi finali della campagna.
Tuttavia, a Biden va il merito di aver saputo conquistare più cuori negli stati su cui Trump aveva puntato gli occhi, ovvero New Hampshire e Minnesota.
Ma era la Florida il più grande campo di battaglia, e alla fine i suoi 29 grandi elettori sono andati a Trump.
Caduta la Florida, Biden si è ritrovato con meno "percorsi" disponibili per arrivare alla Casa Bianca rispetto a quanto sperato.
In Florida - stato "adottato" da Trump - il presidente ha corteggiato la comunità latina, in particolare quella cubano-americana, e non ha mai smesso di tenere comizi.
Da parte sua, Biden aveva puntato sul suo miglior surrogato - l'ex presidente Barack Obama - che nel Sunshine State ha parlato per ben due volte nei giorni finale della campagna elettorale. Sempre in Florida, Biden ha beneficiato di 100 milioni di dollari offerti da Michael Bloomberg, suo ex rivale alle primarie.
I democratici sono ora meno nervosi rispetto alle prime ore dello scrutinio, e sperano di poter strappare persino la maggioranza in Senato. Il partito conservatore però è riuscito a conservare diversi seggi considerati alla vigilia come vulnerabili in Iowa, Texas e Kansas.
La diretta
${title}
${body}
Diretta conclusa
A Filadelfia ancora 40mila schede da scrutinare
A Filadelfia, uno dei principali centri della Pennsylvania, ci sono ancora circa 40mila schede da contare. Un'operazione che potrebbero richiedere diversi giorni per essere completata. Lo ha detto Lisa Deeley, presidente dei commisari della città di Filadelfia, responsabili delle operazioni di voto e scrutinio. Le schede rientrano in tre categorie, "quelle che richiedono una revisione, quelle provvisorie e quelle militari statunitensi d'oltremare", ha detto Deeley.
Il sito statunitense Vox è stato il primo media a rompere gli indugi e a dichiarare Joe Biden vincitore delle presidenziali.
Biden dovrebbe parlare in serata
La campagna di Joe Biden starebbe organizzando un evento per le prossime ore. Secondo indiscrezioni l'ex vicepresidente dovrebbe parlare al Paese in serata, quando in Italia sarà notte.
A che punto siamo in Pennsylvania
La situazione in Pennsylvania a simile a quella della Georgia, anche se qui Biden ha un margine maggiore su Trump. I voti ancora da scrutinare sono decine di migliaia, anche se la maggior parte è concentrata in contee blu.
Stando ad AP il candidato democratico al momento è avanti di circa 9mila voti su un totale di oltre 6,5 milioni di voti espressi, un vantaggio inferiore allo 0,1%. Anche qui, come in Georgia, la legge dello Stato prevede un riconteggio se il margine tra i due candidati è inferiore allo 0,5%.
Mercoledì durante la prima fase dello scrutinio Trump era arrivato ad avere un vantaggio di 675.000 voti, dichiarando prematuramente la vittoria nello Stato. Ma come ampiamente previsto da quasi tutti gli analisti il risultato è stato rovesciato dai voti per posta, la maggior parte dei quali sono favorevoli a Biden.
La legge della Pennsylvania prevede che lo scrutinio dei voti per posta non possa cominciare prima dell'Election Day del 3 novembre. Nei mesi prima del voto Trump ha sostenuto più volte, senza alcuna prova, che il voto per posta avrebbe portato a diffusi brogli elettorali.
Cosa succede in Georgia
Un margine ridottissimo e il conteggio dei voti ancora in corso fanno sì che sia ancora prematuro assegnare i 16 grandi elettori dello Stato a uno dei due candidati. I voti vengono ancora conteggiati in tutto lo Stato, la maggior parte dei quali provenienti dalle contee in cui è in testa Biden. Venerdì mattina il candidato democratico ha superato Trump e ora è in testa con un margine di circa 1.100 voti su un totale di 5 milioni, un margine di circa 0,022 punti percentuali.
Stando alle autorità locali sono ancora 4mila i voti da scrutinare. Secondo la legge dello Stato della Georgia, un candidato può richiedere un riconteggio se il margine è inferiore allo 0,5%. Stando ad AP ci sono stati almeno 31 riconteggi in tutto lo Stato dal 2000. Tre di questi hanno cambiato l'esito delle elezioni. I margini iniziali in quelle gare erano 137 voti, 215 voti e 261 voti.
La Georgia è stata a lungo una roccaforte repubblicana. L'ultimo candidato dei democratici a vincere qui è stato Bill Clinton nel 1992. Trump ha battuto Hillary Clinton di 5 punti percentuali nel 2016. E il governo dello stato è dominato dal Grand Old Party. Ma di recente la presa del partito si è allentata, anche a causa dei cambiamenti demografici in atto. Gli elettori più anziani, bianchi e repubblicani, sono stati sostituiti da un gruppo di persone più giovani e diversificate dal punto di vista razziale, molti delle quali si sono trasferite nell'area in espansione di Atlanta da altri Stati. Nel complesso, le tendenze demografiche mostrano che l'elettorato dello stato sta diventando ogni anno più giovane e diversificato.
Come altre aree metropolitane, anche i sobborghi di Atlanta si sono allontanati dai repubblicani. Nel 2016 Hillary Clinton ha vinto nelle contee di Cobb e di Gwinnett, dove anche Biden è attualmente in testa. I comizi tenuti nelle ultime settimane della campagna elettorale da Biden, dalla candidata alla vicepresidenza Kamala Harris e dall'ex presidente Barack Obama dimostrano come la Georgia sia ormai considerata dai democratici uno Stato contendibile.
In Georgia ci sarà un riconteggio
"Con un margine così ridotto ci sarà un riconteggio" in Georgia. Lo affermano le autorità della Georgia, sottolineando che ci sono oltre 8.000 voti di militari da contare. La legge dello Stato prevede che con un margine di differenza inferiore allo 0,5% uno dei due candidati possa chiedere un riconteggio.
Campagna Biden: "Intrusi si possono fare uscire dalla Casa Bianca"
Non si è fatta attendere la risposta della campagna di Joe Biden al comunicato diffuso qualche minuto fa dalla campagna di Trump. "Gli americani decideranno questa elezione. Il governo americano è perfettamente capace di scortare gli intrusi fuori dalla Casa Bianca", afferma la campagna di Joe Biden. La costituzione americana in ogni caso non prevede l'obbligo di concessione.
Chiedere un riconteggio apre il vaso di pandora del grosso problema del sistema elettorale USA
Come spiega il New York Times nel suo podcast giornaliero, e come scrive qui il sito Politico, c'è stato chi 4 anni fa, durante le ultime presidenziali, ha chiesto un riconteggio dei voti. Proprio come ha fatto Trump, che ha espresso la volontà di un riconteggio in Wisconsin, dopo averlo perso.
Nel 2016 la richiesta però non arrivò né da Trump né da Clinton. A chiedere di contare di nuovo tutti i voti fu la candidata del partito dei Verdi, Jill Stein, che presentò domanda formale in Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. I tre Stati che hanno deciso le presidenziali di allora, cadendo in mano repubblicana.
Da subito, la strada per Jill Stein è apparsa in salita. Innanzitutto il riconteggio le sarebbe costato una fortuna (paga chi lo richiede), ovvero 2.3 milioni di dollari in Wisconsin e Michigan. Poi la legislazione in materia era molto confusa, soprattutto in Pennsylvania, e gli avvocati della Stein faticavano perfino a capire in quale tribunale avrebbero dovuto fare richiesta formale.
Gli ostacoli in Pennsylvania furono praticamente insormontabili: scrive il Washington Post che il farraginoso sistema elettorale dello Stato richiedeva ai legali di Jill Stein di fornire 27.474 petizioni autenticate in 9.158 distretti, da consegnare ai consigli elettorali di contea, oppure una cauzione da 1 milione di dollari da spartirsi tra i firmatari della petizione per i riconteggio. In alcune contee, in aggiunta, alcuni funzionari si sono rifiutati di ricontare manualmente le schede. Per non parlare delle macchine elettroniche utilizzate per votare, che in una contea avrebbero fatto perdere 4mila voti. La richiesta di accesso al software utilizzato dalle macchine non è ancora stata esaudita.
Insomma, un casino.
Trump, che allora aveva vinto, si oppose naturalmente al riconteggio in tutti e tre gli Stati.
Alla fine, i tribunali in Pennsylvania negarono alla candidata dei Verdi il riconteggio, mentre in Michigan venne sospeso tre giorni dopo l'inizio. Andò meglio in Wisconsin, dove però alla fine del riconteggio venne modificata la legge di modo da impedire, in futuro, che un candidato potesse fare la richiesta in modo arbitrario. Oggi, solamente i candidati che perdono di 1 punto percentuale o meno possono avvalersi di un riconteggio dei voti.
Il bilancio per Jill Stein fu estremamente negativo: racimolò 7.3 milioni di dollari in donazioni per coprire i costi del riconteggio, e riuscì a recuperare appena 131 voti.
Politico scrive che "spesso in America il riconteggio avviene solo se i partiti o i candidati lo chiedono - il che significa che gli elettori sono in gran parte alla mercé di attori di parte per sollevare dei dubbi".
"La verità è che, due decenni dopo la debacle elettorale del 2000, in Florida, che ha creato una spaccatura nel Paese - e quattro anni dopo le interferenze russe nelle elezioni del 2016, che hanno contribuito ad approfondire ancor di più tale spaccatura - gli Stati Uniti non hanno ancora meccanismi soddisfacenti e uniformi per risolvere le questioni relative alle elezioni e verificare i risultati".
"Gli Stati Uniti sono in ritardo rispetto alla maggior parte degli altri Paesi" dice David Carroll, direttore del Programma Democratico del Carter Center, che dal 1989 controlla le elezioni all'estero. "Quasi tutte le altre democrazie del mondo hanno procedure elettorali uniformi a livello nazionale; una commissione elettorale centrale e indipendente per sorvegliarle e condurre indagini; un unico sistema elettorale nazionale; un sistema elettorale nazionale unico; e un sistema invariabile per risolvere le controversie. Mentre negli Stati Uniti ci sono 50 diversi processi elettorali, 50 diverse leggi statali".
Comunicato della campagna di Trump: "Proiezioni false"
La campagna di Trump ha rilasciato un comunicato in cui si legge che contesterà il risultato dell'elezione, definendo "false" le proiezioni che vedono Joe Biden come vincitore e la corsa per la presidenza "tutt'altro che conclusa". "Queste elezioni non sono finite. La falsa proiezione di Joe Biden come vincitore si basa sui risultati in quattro Stati che sono lontani dall'essere finali", ha detto Matt Morgan, il consulente generale della campagna elettorale Trump.
"La Georgia è diretta verso un riconteggio, dove siamo fiduciosi di trovare schede impropriamente raccolte, e dove il presidente Trump alla fine prevarrà. Ci sono state molte irregolarità in Pennsylvania, tra cui il fatto che i funzionari elettorali hanno impedito ai nostri osservatori di avere un accesso significativo ai luoghi di conteggio dei voti".
"In Nevada - continua il comunicato - sembra che ci siano migliaia di individui che hanno votato in modo improprio per corrispondenza. Infine, il presidente è sulla buona strada per conquistare l'Arizona, nonostante l'irresponsabile ed erronea "chiamata" dello Stato a Biden da parte di Fox News e dell'Associated Press".
Il comunicato ribadisce una volta di più che il Presidente non ha alcuna intenzione di concedere la vittoria a Biden, come anticipato dalla Cnn. "Biden basa su questi Stati la sue pretese sulla Casa Bianca, ma una volta che il conteggio sarà definitivo il presidente Trump sarà rieletto", ha concluso Morgan.
Perché AP esita ancora a "chiamare" la Pennsylvania e a dichiarare Biden vincitore
L'Associated Press non ha ancora dichiarato un vincitore nello stato della Pennsylvania perché mancano ancora decine di migliaia di voti da conteggiare.
Chi vince la Pennsylvania, vince tutto. Trump aveva un vantaggio di 675mila voti nelle prime ore di mercoledì, e ha dichiarato prematuramente la sua vittoria nello Stato.
Ma, nella mattinata di venerdì, Biden ha recuperato ed è passato in vantaggio o di circa 6mila voti, mentre il conteggio prosegue.
I voti conteggiati negli ultimi due giorni sono dunque in gran parte favorevoli a Biden.
Uno dei motivi per cui la Pennsylvania è diventato terreno di scontro legale è che, secondo la legge dello Stato, i funzionari elettorali non sono autorizzati a processare le schede elettorali arrivate per posta fino al giorno delle elezioni.
Questo crea una forte distorsione a favore di Biden dopo che Trump ha passato mesi a sostenere - senza prove - teorie secondo le quali il voto per posta avrebbe portato a diffusi brogli elettorali.
Attenzione, però: il nodo gordiano del vincitore potrebbe non venire sciolto prima di qualche giorno.
Se dovesse sussistere meno di mezzo punto percentuale di differenza tra Biden e Trump, la legge dello stato impone un riconteggio.
I democratici hanno a lungo considerato la Pennsylvania come parte del loro "muro blu" - assieme a Wisconsin e Michigan -, baluardo dem alle elezioni presidenziali. Tuttavia, nel 2016, Trump ha vinto tutti e questi tre stati per meno di un punto percentuale, beffando Hillary Clinton.
Biden, nato a Scranton, in Pennsylvania, rivendica lo status di favorito in questo territorio e, durante il suo mandato decennale in rappresentanza del vicino Delaware, ha sempre suggerito l'idea di essere il "terzo senatore" della Pennsylvania (ricordiamo che ogni Stato ne esprime massimo due)
Botta e risposta
Lo scorso 7 maggio Brad Parscale, all'epoca responsabile della campagna elettorale di Donald Trump, scrisse in un tweet che "negli ultimi tre anni abbiamo costruito una campagna imbattibile", paragonandola alla Morte Nera di Guerre Stellari.
Poco fa è arrivata la risposta di Rob Flaherty, capo delle operazioni digitali di Joe Biden.
Un grafico per capire il peso del voto non espresso al seggio
Quando si dice: chiudere il divario con l'avversario. Lo spettacolare recupero di Biden in Georgia grazie al voto per corrispondenza e quello espresso prima dell'Election Day.
Chiuso lo spazio aereo sulla casa di Biden
L'aviazione degli Stati Uniti ha chiuso lo spazio aereo sopra la casa di Joe Biden a Wilmington, in Delaware, per un raggio di 1 miglio. La Federal Aviation Administration, riferisce la Cnn, ha anche temporaneamente sospeso il sorvolo sul vicino Chase Center, dove è possibile che Biden faccia il suo discorso in caso di vittoria. La chiusura dello spazio aereo spetta ai presidenti.
ULTIM'ORA: Anche in Pennsylvania Joe Biden sorpassa Trump
Donald Trump non ha intenzione di riconoscere la vittoria del rivale Joe Biden neppure se dovesse perdere la Georgia o uno degli altri Stati ancora da assegnare, ipotesi che vanificherebbero definitivamente le sue speranze di arrivare ai 270 grandi elettori. Lo riferisce la Cnn citando fonti della Casa Bianca
I network televisivi americani hanno tagliato il discorso di Trump, giovedì sera
Le tre reti principali degli Stati Uniti - ABC, CBS e NBC - hanno interrotto il discorso del presidente Donald Trump di giovedì. Un fatto unico nel suo genere.
Il presidente era tornato a fare affermazioni infondate sul presunto furto delle elezioni. "Dobbiamo interrompere qui, perché il presidente ha fatto una serie di dichiarazioni false, incluso suggerire l'idea che si sia trattato di un voto fraudolento", ha detto Lester Holt della NBC. "Non ci sono prove".
CNN e Fox News hanno mandato in onda l'intero discorso del presidente degli Stati Uniti.
Alcuni repubblicani hanno difeso le dichiarazioni del presidente, secondo il quale si dovrebbero contare solo i "voti legali". Tra essi, il leader della minoranza, Kevin McCarthy.
Altri, come il leader della maggioranza del Senato, Mitch McConnell, si sono detti sicuri che gli Stati dovrebbero continuare a contare i voti fino alla fine.
"I tribunali decideranno le controversie. Così funziona in questo Paese. Avere elezioni vicine e contestate non è insolito", ha detto McConnell, senatore repubblicano del Kentucky.
Facebook, Youtube e Twitter censurano Steve Bannon
Facebook, Twitter e YouTube prendono provvedimenti contro Steve Bannon. In un podcast l'ex stratega di Donald Trump ha suggerito al presidente in carica, dandone per assodata la rielezione, di decapitare l'immunologo Anthony Fauci e il direttore dell'Fbi Christopher Wray, e di impalare le loro teste ai cancelli della Casa Bianca. Facebook e YouTube hanno rimosso il video citando la violazione delle regole sull'incitamento alla violenza. Twitter ha invece fatto sapere di aver sospeso in modo permanente l'account di Bannon @warroompandemic per aver violato "la nostra norma sulla glorificazione della violenza".
Biden ribalta diverse contee chiave della Pennsylvania
Il candidato democratico è ora in testa in diverse contee chiave della Pennsylvania, come la contea di Erie, che ha votato per Trump nel 2016. Biden è in testa anche nelle contee di Lehigh, Lackawanna County e Dauphin County con margini più alti rispetto al voto finale del 2016, quando la candidata Hillary Clinton vinse con un margine risicato. Trump ha vinto la Pennsylvania nel 2016 e non può perderla se vuole avere ancora speranze di essere rieletto presidente. Attualmente guida Biden con un margine di 18.042 voti, circa il 97% dei voti sono stati conteggiati.
Molte contee dello stato stanno lavorando durante la notte per finire di conteggiare le schede elettorali.
Intanto l'OSCE ribadisce: nessuna irregolarità nel voto.
"Non abbiamo riscontrato nessuna irregolarità nel sistema". Lo hanno ribadito gli osservatori dell'Osce negli Stati Uniti intervistati da Bbc Radio. Ieri l'Osce aveva accusato il presidente Donald Trump di abuso di potere. Gli osservatori hanno annunciato che resteranno negli Usa per accompagnare tutto il processo elettorale, incluso l'iter giudiziario che conseguirà alle denunce sporte in questi giorni dai repubblicani.
Per riderci un po' su.
Il paradosso Covid: ottimi risultati di Trump nelle contee più duramente colpite dal coronavirus
Bloomberg ha pubblicato delle statistiche che sottolineano un grande paradosso di queste presidenziali. Se una parte degli americani, in particolare la fascia più anziana, ha criticato apertamente la gestione della pandemia di Covid-19 da parte dell'amministrazione Trump, il presidente uscente ha ottenuto ottimi risultati nelle contee duramente colpite dal coronavirus.
In alcune di esse il candidato repubblicano ha aumentato i consensi del 2,8% rispetto al 2016
Nel 2016 abbiamo avuto Trump e Brexit insieme che hanno sostituito l'idea di integrazione europea con l'idea di disintegrazione per imporre il principio di sovranità nazionale. Una volta conclusa la Brexit, a breve, l'Europa potrà iniziare un nuovo capitolo della sua storia, in cui a contare sono i nostri valori e non solo le relazioni che abbiamo con gli altri Paesi.
A dirlo a Euronews è il presidente dell'istituto Jacques Delors ed ex primo ministro italiano, Enrico Letta.
No, il Nevada non ha smesso di scrutinare i voti di notte
Lo stato occidentale, famoso per Las Vegas, ha smentito i rumor che circolavano sui social in cui si alludeva al fatto che le autorità elettorale avessero smesso di contare i voti.
Joe Biden qui è in vantaggio di poco più di un punto percentuale.
Mercoledì, i funzionari del Nevada hanno annunciato che non avrebbero fornito aggiornamenti sui risultati elettorali fino a giovedì mattina. Tutte le schede di coloro che hanno votato di persona o per posta prima del 2 novembre sono già state conteggiate.
Questo annuncio ha portato ad affermazioni fuorvianti sui social. Sono circolati inoltre diversi meme divertenti sulla presunta lentezza del Nevada nel conteggiare i voti. Il tono è più o meno questo: tutto il mondo vi guarda, e voi ve la prendete comoda.
Tornando alla disinformazione vera e propria, in un post su Facebook, Trapt, una band statunitense che ha pubblicato in passato contenuti pro-Trump, ha falsamente accusato il Nevada di aver smesso di contare le schede una volta che Biden e Trump sono arrivati ad un testa a testa. "Perché non stanno contando le schede ORA?", si legge nel post, con tanto di link ad un articolo di Breitbart news, portale web di estrema destra.
Trump ha ripetutamente denunciato brogli elettorali ma lo ha fatto senza prove e ha chiesto più volte la fine del conteggio dei voti.
Tuttavia, in contraddizione con le parole del loro leader, i suoi sostenitori in Nevada hanno chiesto che i seggi elettorali continuino a contare fino all'ultimo voto.
Il post dei Trapt è stato etichettato come parziale FAKE NEWS da Facebook e da PolitiFact.
La falsa dichiarazione è stata pubblicata anche su Twitter dal network CNBC, ricevendo più di 1.000 "Mi piace" e 900 retweet.
In una dichiarazione, tuttavia, il segretario di Stato del Nevada ha negato ogni addebito. "Il conteggio delle schede è in corso e continuerà fino al conteggio dell'ultimo voto".
"Alla luce del fatto che oggi volevamo fornire un aggiornamento accurato, non volevamo interrompere il conteggio che si sta svolgendo dalla notte delle elezioni", ha aggiunto un portavoce contattato da Euronews.
Il Segretario di Stato ha sottolineato che il processo di conteggio delle schede procede "ad alta intensità", e che dover costantemente fornire aggiornamenti ne riduce l'efficienza e l'accuratezza.
Le restanti schede ancora non conteggiate in Nevada includono i voti per corrispondenza ricevuti il giorno delle elezioni o dopo le elezioni.
Secondo la legge dello Stato, le schede postali con timbro postale recante la data del giorno delle elezioni, e pervenute prima delle 17:00 del 10 novembre, saranno incluse nel conteggio finale.
"Il numero di voti in sospeso è difficile da stimare, in Nevada, perché ogni elettore ha ricevuto una scheda per posta", ha twittato l'ufficio elettorale statale. "Ovviamente, però, non tutti hanno votato".
ULTIM'ORA - BIDEN SORPASSA TRUMP IN GEORGIA
Ora il margine a favore del democratico è di quasi mille voti, e lo scrutinio è quasi finito.
Vincere in Georgia è una cosa grossa. L'ultima volta che ci riuscì un democratico fu nel 1992, con Bill Clinton. Trump vinse con un margine di 200mila voti quattro anni fa, 5 punti percentuali. Ma la Georgia è tutt'altro che una roccaforte repubblicana. Trump vinse qui con un margine inferiore a quello di altri candidati repubblicani nelle precedenti elezioni presidenziali. Un margine che va via via assottigliandosi.
Biden sta dominando ad Atlanta, Savannah e nei sobborghi sempre più democratici intorno ad entrambe le città. In un comizio, la settimana scorsa, Biden ha affermato: "Se vinciamo la Georgia, vinciamo tutto".
Facebook e Twitter continuano a fare da cani da guardia contro contenuti falsi
I social network stanno continuando a moderare i contenuti condivisi sulla loro piattaforma durante questa fase cruciale di conteggio dei voti.
Facebook ha chiuso un gruppo chiamato Stop the steal ("Fermate il furto"), che ha rilanciato le teorie di frodi elettorali dell'attuale presidente americano. Al momento della sua chiusura, il gruppo contava già 350mila membri e aveva trasmesso live le dimostrazioni pro-Trump che si sono svolte negli stati chiave.
"Date le misure eccezionali che stiamo adottando in questo periodo di tensione, abbiamo chiuso il gruppo Stop the steal, che organizzava eventi nel mondo reale", ha detto un portavoce del social network. "Questo gruppo si è formato intorno alla delegittimazione del processo elettorale, e abbiamo visto preoccupanti appelli alla violenza da parte di alcuni membri del gruppo".
Non sorprende che i sostenitori di Donald Trump abbiano gridato alla censura.
Su Twitter, l'hashtag #Stopthesteal è una delle parole chiave più utilizzate, e la piattaforma continua a nascondere quei tweet che accusano di frode elettorale o dichiarano la vittoria di Donald Trump.
La neoeletta deputata Marjorie Taylor Greene, seguace di Qanon, è stata oscurata per gran parte della giornata.
La polizia di Philadelphia smantella un progetto di attacco armato contro un seggio elettorale
La polizia di Philadelphia ha sventato un possibile attacco armato contro un seggio elettorale in cui si stanno scrutinando i voti delle presidenziali. Due uomini armati sono stati arrestati perché sospettati di pianificare un attacco ad un centro di conteggio delle schede elettorali presidenziali, rivela il quotidiano Philadelphia Inquirer.
Gli investigatori sono intervenuti giovedì sera dopo aver ricevuto informazioni sul movimento sospetto di un Hummer occupato da diverse persone, armate di fucili d'assalto AR-15.
Il veicolo, immatricolato nello stato della Virginia, si è diretto a Philadelphia - la più grande città dello stato (ancora in bilico) della Pennsylvania - verso il centro congressi dove si stanno ancora contando le schede.
Alle ore 10 (Roma), questo il divario in termini di voti nei principali Stati ancora in gioco:
Georgia (16): 463 voti a favore di Donald Trump. Il 99% delle schede è stato contateggiato; Pennsylvania (20): 18.042 voti a favore di Donald Trump. Il 95% delle schede sono state ccontateggiate; Nevada (6): Joe Biden ha ottenuto 11.438 voti. L'84% delle schede è stato contateggiato; North Carolina (15): 76.701 voti a favore di Donald Trump. Il 94% delle schede è stato contateggiato; Arizona (11): 46.257 voti a favore di Joe Biden. Il 90% delle schede è stato contateggiato; Alaska (3): 54.610 voti a favore di Donald Trump. Il 50% delle schede sono state contateggiato;
Buongiorno, riprendiamo la nostra diretta sulle elezioni presidenziali USA 2020
A una manciata di voti dalla Casa Bianca, gli Stati Uniti attendono la fine dello scrutinio che decreterà il 46 presidente della federazione.
E il dem Joe Biden fa già discorsi di appeasement, indossando la divisa di presidente in pectore. "In America il voto è sacro, è il modo in cui gli americani esprimono la propria volontà e sarà la loro volontà a decidere il futuro presidente e niente altro. Per cui ciascun voto deve essere contato e quello che accadrà e così deve essere. Siamo però sicuri che quando lo spoglio sarà finito la sentrice Harris e io saremo i vincitori".
Nelle prossime ore potrebbe arrivare il risultato di Pennsylvania, Arizona, Georgia e Nevada e i giochi, nonostante il vantaggio di Biden restano ancora aperti.
Stando a un calcolo del New York Times Trump avrebbe a sua disposizione 4 combinazioni favorevolie in grado di portarlo di nuovo alla CAsa Bianca, contro le 27 di Biden.
Esiste anche la possibilità di un pareggio nel caso in cui , Trump vincesse in Pennsylvania, North Carolina, Arizona e Nevada, e Biden in Georgia, entrambi avrebbero 269 voti elettorali . Scenario possibile anche se molto improbabile.
Trump è in vantaggio in Pennsylvania di circa 22mila voti. Le schede che mancano dovrebbero essere molto a favore dei democratici: e sono «centinaia di migliaia», secondo le autorità dello Stato.
Biden fino a qualche ora fa era in Nevada - con un margine intorno all’1%, e conteggio oltre all’89%; in Arizona conduce con due punti di scarto, circa 68 mila preferenze in più, quando lo spoglio è arrivato all’86% del totale.
Grande attenzione anche alla Georgia, dove il presidente è in vantaggio con il 49,5% contro il 49,2%. Qui manca ancora poco meno del 2% delle schede per terminare lo scrutinio Il presidente sembra al sicuro solo in North Carolina, dove dovrebbe conquistare i 15 grandi elettori.
Biden spera di infilare Pennsylvania, Nevada, Arizona. In questo caso andrebbe a 290 delegati. Se poi si aggiungessero i 16 della Georgia arriverebbe a quota 306 rappresentanti.
I ricorsi di Trump
Contro i peggiori scenari Donald Trump però affila le armi e annuncia ricorsi ovunque per arrivare alla Corte Suprema: alle 19 ora di Washington, notte fonda in Europa, dichiarava:
"Se si contassero solo i voti legali vincerei facilmente ma stanno contando anche i voti illegali, stanno manovrando per truccare i risultati, ma noi faremo di tutto per tutelare l'integrità del voto di queste elezioni".
La battaglia non è ancora persa e i ricorsi annunciati e in fondo minacciati ancora prima del voto potrebbero allungare il supplizio dell'attesa.
Il figlio di Trump Donald, Trump Jr, ha rincarato la dose: "Quello che Trump può fare,è combattere fino alla fine perché il processo sia trasparente e anche i democratici dovrebbero volere questo a meno che non stiano barando".
Una cosa è certa, il voto popolare non premia Donald Trump, che ha ottenuto 68 milioni di preferenze contro i 72 milioni di Biden.
euronewsLe azioni legali avviate dalla campagna elettorale del presidente riguardano soprattutto la Pennsylvania, ma non solo: Trump è ricorso ai tribunali anche in Georgia, Michigan e Nevada
Potremmo conoscere il vincitore oggi
Lo afferma il segretario di Stato della Pennsylvania, Stato chiave per la corsa alla Casa Bianca con i suoi 20 grandi elettori.
Il caso Arizona-Fox News
Per Trump perdere eventualmente l'Arizona significa dover affrontare la missione apparentemente impossibile di sbancare tutti e quattro gli altri Stati in bilico. Consapevole di questo, scrive Ansa, nel pieno della notte elettorale Trump ha mandato avanti il genero Jared Kushner, chiedendogli di mettere una buona parola alla luce dei suoi rapporti stretti con Murdoch. Murdoch è il padrone di Fox News, l'emittente conservatrice che assegna a Biden l'Arizona. Secondo indiscrezioni nel 2008 sarebbero stati proprio Rupert e l'allora moglie Wendi Deng ad aiutare Kushner e Ivanka Trump a ricucire i rapporti dopo una breve rottura. Di fronte al fallito tentativo di Kushner, Trump, sentitosi tradito dalla sua emittente preferita, ha deciso di chiamare direttamente Murdoch. Ma anche il presidente si è scontrato con un muro: nonostante le urla, Murdoch ha risposto picche.
Anche se con il passare delle ore il vantaggio di Biden in Arizona è andato via via consolidandosi, Trump e la sua campagna non mollano. E in un comunicato al vetriolo hanno attaccato il responsabile del 'Fox News Decision Desk', Arnon Mishkin. "Ha assegnato in modo prematuro l'Arizona", ha affermato lo staff del presidente, ricordando velenosamente come Mishkin sia iscritto al partito democratico e nel 2020 votò per Hillary Clinton. Secondo quanto raccontano i ben informati, la decisione di chiamare l'Arizona così presto avrebbe creato tensioni anche all'interno della stessa Fox, con alcuni che avrebbero lamentato come la decisione sia stata dettata dalla voglia di dimostrare a tutti i costi di non 'tifare' per Trump a scapito dell'accuratezza.
Nevada: i tempi si allungano
Le autorità della contea di Clark, in Nevada, hanno appena annunciato che il conteggio dei voti potrebbe prolungarsi fino al 12 novembre. Il grosso dei voti sarà scrutinato entro il fine settimana, ma servirà più tempo per ultimare il conteggio degli ultimi voti arrivati per posta.
Biden allunga in Nevada
Il margine dello sfidante democratico su Donald Trump è al momento di circa 12mila voti. Il Nevada assegna 6 grandi elettori, esattamente il numero che manca a Biden per arrivare a 270 e vincere le elezioni. Il Nevada è tra gli Stati in cui la campagna elettorale di Trump intende avviare un'azione legale: l'accusa, stando a quanto riporta Reuters, è di avere contato i voti di elettori che non risiedono più nello Stato.
In Arizona, dove Biden ha un margine rassicurante su Trump, un elettore su quattro è ispanico: i cambiamenti nella composizione dell'elettorato obbligano i repubblicani ad adeguare le loro strategie se non vogliono perdere le loro roccaforti storiche
Comunque finisca il conteggio dei voti, si è capito che Trump non è un’increspatura nella democrazia americana: è l’interprete di un nuovo modo di fare politica a cui rispondere con altrettanta radicalità, con il coraggio di affermare valori e praticare politiche certo più nobili e di segno opposto ma altrettanto drastiche di quelle tentate da lui.
Sfatiamo il mito della "piccola vittoria" di Biden su Trump
Alla fine della fiera, se dovesse vincere come sembra Biden... quanti hanno votato per Trump? Quanti hanno votato per Biden? I dati sono notevoli.
In questo momento, Biden ha 72 milioni di voti: il candidato più votato nella storia delle elezioni presidenziali americane. Ed è un conteggio parziale: manca ancora un quarto dello scrutinio in California. Alla fine potrebbero essere circa 80 milioni di voti.
Sono tantissimi. Trump nel 2016 ne prese 63 milioni (stavolta saranno probabilmente circa 70). C'entra solo la grande affluenza? No. In termini percentuali Biden dovrebbe arrivare al 52%. Alle elezioni 1980, una delle vittorie più larghe di sempre, Reagan ottenne il 50,7%.
A dirlo è Francesco Costa, vice direttore de Il Post, su Twitter. Costa è uno dei giornalisti che più si occupa in Italia di politica americana, e lo fa egregiamente.
"Queste sì che sono elezioni", dice il leader dell'opposizione russa Alexei Navalny
Navalny ha scritto su Twitter, in russo, che si è svegliato mercoledì mattina ed "è andato su Twitter per scoprire chi ha vinto. Fino ad ora non c'è nulla di certo. Questa si che è un'elezione", paragonando le elezioni americane a quelle russe. Navalny è stato di recente ricoverato in Germania dopo essere stato avvelenato con un agente nervino di era sovietica, il Novichok.
Fra poco dovrebbero arrivare notizie dalla Georgia
Conferenza stampa del segretario di Stato prevista per le 16.30. Il conteggio è quasi finito, e per ora Trump è in vantaggio su Biden di appena 18.148 voti.
Trump: "Fermate il conteggio"
Il presidente degli Stati Uniti è tornato a farsi sentire su Twitter: "Fermate il conteggio! Ogni voto arrivato dopo la giornata elettorale non sarà contato", ha scritto Trump in un paio di tweet mentre vanno avanti le operazioni di spoglio in Arizona, Georgia, North Carolina, Nevada e Alaska.
Georgia: si riduce il vantaggio di Trump, spoglio completo entro le 18
Il vantaggio di Donald Trump in Georgia si è ridotto a circa 18mila voti. Il segretario di Stato Brad Raffensperger ha dichiarato che per completare lo spoglio mancano meno di 25mila schede e ha promesso che il conteggio sarà completato nel corso della mattina. "Dovremmo finire entro mezzogiorno di oggi (le 18 in Italia, ndr)", ha detto Raffensperger in un'intervista televisiva.
Perché Associated Press ha assegnato l'Arizona a Biden
Nelle ultime ore si è parlato molto di quello che sta succedendo davanti alla sede del Dipartimento per le elezioni della contea di Maricopa, in Arizona, dove alcuni sostenitori di Donald Trump pesantemente armati si sono radunati per protestare.
In Arizona, uno degli Stati in bilico di queste elezioni, c'è stato un serrato testa a testa tra i due candidati. Ufficialmente un vincitore non è ancora stato annunciato e la maggior parte dei media americani parla di situazione 'too close to call': il margine cioè è troppo risicato per sbilanciarsi. Ma non per l'Associated Press, una delle principali agenzie di stampa internazionali, che fornisce i dati sulle elezioni statunitensi a diversi media internazionali, tra cui Euronews.
AP per prima ha assegnato lo Stato a Biden e poi ne ha spiegato il motivo. L'Arizona è stata assegnata a Biden ieri, intorno alle 9 del mattino (le 3 di notte sulla costa orientale degli Stati Uniti), dopo un'analisi dei voti espressi fino a quel momento in tutto lo Stato: dopo lo scrutinio dell'80% dei voti previsti il candidato democratico era in vantaggio di 5 punti percentuali, ovvero circa 130mila voti su 2,6 milioni di schede scrutinate.Le schede rimanenti, compresi i voti per corrispondenza nella contea di Maricopa, dove Biden è andato forte, non sarebbero bastate a Trump per raggiungere l'ex vicepresidente.
L'Arizona ha una forte tradizione repubblicana. Ma i cambiamenti demografici, tra cui una popolazione latina in rapida crescita e il boom di nuovi residenti - alcuni provenienti dalla vicina California, dove il costo della vita è per molte persone non più sostenibile - hanno favorito la rimonta dei democratici.
Una rimonta guidata proprio dai voti della contea di Maricopa, che comprende Phoenix e i suoi sobborghi e rappresenta il 60% dei voti dello Stato: è qui, sottolinea AP, che Biden ha suggellato la sua vittoria. Quando AP ha assegnato l'Arizona a Biden, il candidato democratico aveva un vantaggio di 9 punti percentuali nella contea.
A Maricopa, nel 2016, Trump aveva battuto Hillary Clinton con un margine di 4 punti percentuali. Ma il primo campanello di allarme per i repubblicani era arrivato due anni dopo, quando nelle elezioni di metà mandato la candidata democratica Kyrsten Sinema aveva conquistato un seggio al Senato - il primo esponente dei dem a riuscirci in tre decenni - superando il candidato repubblicano con un margine di 5 punti, diventato il primo membro dei democratici in tre decenni a conquistare un seggio al Senato.
L'Oregon è il primo stato americano a depenalizzare le droghe pesanti
L'Oregon è diventato il primo Stato a depenalizzare le droghe pesanti, tra cui eroina, cocaina e metanfetamine. Il provvedimento è passato con il 58,69% dei voti, riferisce il segretario di Stato locale.
Praticamente cambia il trattamento di chi viene trovato in possesso di droghe pesanti: si passa da reato minore a violazione. Questo si traduce in una multa di 100 dollari (84,5 euro) o in una valutazione dello stato di salute del possessore.
Lo Stato istituirà inoltre un fondo per il trattamento e il recupero di chi ha problemi di droga: lo farà con il denaro risparmiato dalla diminuzione degli arresti.
La decisione dell'Oregon non è unica nel suo genere. Il Portogallo ha depenalizzato il consumo di droga nel 2001, e questo ha portato ad una riduzione dei decessi dovuti al consumo di stupefacenti.
In contemporanea con le presidenziali, in Mississippi si è votato anche per l'iniziativa 65. Approvata, modificherà la costituzione dello Stato per consentire la prescrizione da parte di un medico di un massimo di 5 once (142 grammi) di marijuana al mese per tutti coloro che soffrono di più di 20 condizioni mediche.
In Arizona, è passata la Proposta 207 per legalizzare il possesso e l'uso di marijuana per adulti (+21 anni) e permettere a singoli individui di coltivare fino a sei piantine in casa propria.
In Montana, l'iniziativa costituzionale 118 ha stabilito un'età legale (21 anni) per comprare, consumare e consumare bevande alcoliche e marijuana. In Montana c'era già una legge per consentire l'uso medico, ora è stato esteso a quello ricreativo.
Una contea della Pennsylvania ringrazia la squadra di football locale per aver inviato cibo agli scrutinatori
Gli scrutinatori in una contea chiave della Pennsylvania, quella di Allegheny, hanno lavorato fino a tarda ora per contare i voti.
Per loro, una bella sorpresa da parte della squadra di football di Pittsburgh, gli Steelers (se guardate la serie This is Us, sapete di cosa parliamo).
I giocatori hanno inviato ai funzionari pollo, pasta, verdure e torte.
La Pennsylvania è uno degli ultimi stati ancora in bilico e mette in palio 20 grandi elettori.
Che ora è negli Stati Uniti.
Sono le 15 a Parigi, Roma e Bruxelles. La costa Est degli Stati Uniti si è risvegliata e ha ricominciato a contare i voti. Bisognerà attendere ancora qualche ora per il Nevada, dove sono le 6 del mattino.
🕗 New York / Washington - 9h
🕖 Chicago - 8h
🕕 Denver / Phoenix - 7h
🕔 Los Angeles - 6h
🕓 Anchorage (Alaska) - 5h
🕒 Honolulu (Hawaï) - 4h
La situazione in Pennsylvania
Al momento Donald Trump ha un margine di circa 165mila voti su Joe Biden, ma mancano all'appello ancora centinaia di migliaia di voti inviati per posta. Per quanto nei media statunitensi ci siano dati discordanti sul numero effettivo di questi voti, stando a FiveThirtyEight sono ancora più di 450mila quelli che devono ancora essere scrutinati. Di questi oltre 100mila arrivano da Philadelphia, dove finora il rapporto dei voti postali è di 9-1 a favore di Biden. La Pennsylvania è lo Stato ancora in bilico che assegna il maggior numero di grandi elettori, 20
La Georgia dovrebbe finire di contare entro stasera i voti rimanenti. Fari puntati sullo Stato della Sun Belt - assieme al North Carolina uno dei due ancora in bilico - non solo per la corsa presidenziale, dove il margine di Donald Trump si è assottigliato notevolmente, ma anche per quella al Senato: il repubblicano David Pardue, uno dei due senatori in carica della Georgia, potrebbe scendere sotto il 50%. In questo caso sarebbe costretto ad andare al ballottaggio che si terrebbe eventualmente a gennaio.
Erano 33 i seggi del Senato in palio in queste elezioni: al momento mancano ancora i risultati di 4 seggi, tra cui quello della Georgia in cui corrono Pardue e lo sfidante democratico Jon Ossoff.
Nessun rischio di brogli: secondo l'OSCE il pericolo più grande sono i tentativi di minare la fiducia dell'opinione pubblica
Le elezioni americane sono state macchiate dai tentativi di minare la fiducia dell'opinione pubblica. A dirlo sono gli osservatori internazionali dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).
Gli osservatori hanno aggiunto che le elezioni americane sono state "ben gestite nonostante le numerose sfide causate dalla pandemia di COVID-19".
La missione internazionale ha affermato tuttavia che "la campagna elettorale è stata caratterizzata da una polarizzazione politica profondamente radicata, che spesso ha oscurato il più ampio dibattito politico e ha incluso accuse infondate di frode sistematica".
Michael Georg Link, leader della missione OSCE, ha affermato che le accuse del presidente in carica, Donald Trump, "danneggiano la fiducia del pubblico nelle istituzioni democratiche".
Trump ha tentato di mettere in dubbio il processo di conteggio delle schede, accusando gli Stati di scorrettezze. Il commissario per le elezioni del Wisconsin, Meagan Wolfe, non ha rilevato alcun problema, affermando che i funzionari elettorali hanno dato il "cuore e l'anima".
Wolfe ha detto di sentirsi "sicura che ogni singolo voto valido è stato contato nello stato del Wisconsin".
Biden ha vinto lo stato del Wisconsin con circa 20.500 voti ma Trump ha chiesto un riconteggio.
L'OSCE ha detto che la pandemia è stata una sfida, ma il giorno delle elezioni è stato pacifico, e ha fatto notare che i requisiti per la registrazione degli elettori hanno privato alcuni gruppi di persone del diritto di voto. Il meccanismo di finanziamento della campagna elettorale rimane un problema negli Stati Uniti. Se volete approfondire questo tema, vi consigliamo di ascoltare questo podcast di Youtrend e Polo del '900:
Si stima che la spesa totale per queste elezioni abbia raggiunto i 14 miliardi di dollari.
Manifestazioni a Portland, chiamata la Guardia Nazionale
Lo stato dell'Oregon ha chiesto l'intervento della Guardia Nazionale per le manifestazioni a Portland dovute all'incertezza sull'esito del voto. Avvistati grandi veicoli militari in città.
Facebook e Instagram stanno mostrando un messaggio agli utenti americani in cui spiegano che un vincitore delle elezioni presidenziali non c'è ancora perché lo spoglio non è concluso. "Il conteggio dei voti è ancora in corso", si legge nel messaggio che compare nelle due app. "Il vincitore delle elezioni presidenziali statunitensi del 2020 non è ancora noto".
L'iniziativa arriva dopo che Facebook e Twitter hanno segnalato i post di Donald Trump in cui il presidente annunciava di aver vinto. Diversa la scelta di YouTube, che ha deciso di non rimuovere un video in cui si sostiene che Trump ha vinto e che i democratici stanno compiendo brogli elettorali. Il video, con oltre 350mila visualizzazioni, si chiama 'Trump ha vinto' ed è stato pubblicato dal media di destra One American News Network (Oan). Portavoce di YouTube, interpellati dalla Cnbc, hanno spiegato che il video non viola le regole della piattaforma in modo tale da essere rimosso. Tuttavia la società ha tolto le inserzioni pubblicitarie dal filmato: "Non consentiamo la pubblicazione di inserzioni su contenuti che minano la fiducia nelle elezioni con informazioni dimostrabilmente false".
Le top news in Europa oscurate delle elezioni americane: dalla legge sull'aborto in Polonia alle tensioni di Macron con il mondo islamico sino alla centrale nucleare in Bielorussia
Le prime pagine dei giornali in Europa
Un gran numero di quotidiani hanno dedicato le aperture alle elezioni USA. Eccezione per i giornali austriaci, che invece hanno reso omaggio alle vitime dell'attentato di Vienna.
Cosa tenere d'occhio - e quando - per conoscere il nome del prossimo presidente degli Stati Uniti d'America.
Sostenitori di Trump pesantemente armati fuori da un seggio in Arizona
Il Dipartimento per le elezioni della contea di Maricopa, in Arizona, ha ringraziato la polizia locale per aver garantito la sicurezza durante il conteggio dei voti. All'esterno del seggio c'erano sostenitori di Donald Trump pesantemente armati in protesta.
I sostenitori di Trump pensano che il processo sia a rischio frode, nonostante la procedura di spoglio venga trasmessa online per trasparenza.
Due alti funzionari della contea - uno democratico, l'altro repubblicano - hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui esprimono preoccupazione per la diffusione di fake news sulla legittimità del processo elettorale
Wisconsin. Biden è stato dichiarato il vincitore dello Stato ma ha un vantaggio piccolo, 20mila voti. Trump ha annunciato che chiederà di ricontare le schede.
Nevada. Il vantaggio di Biden c'è, e non dovrebbe essere a rischio. Tutto il voto espresso al seggio è stato conteggiato, ora si stanno contando le schede arrivate via posta che però dovrebbero favorire i democratici. Prossimo aggiornamento verso il tardo pomeriggio italiano (mezzogiorno a Las Vegas).
Arizona. Biden è avantima il margine si assottiglia, siamo a meno di 10mila schede. Alcune schede sono arrivate in ritardo, ma non è ancora chiaro se il voto postale favorirà qui i democratici o i repubblicani. Lo spoglio dovrebbe finire mercoledì. AP ha già annunciato Biden come vincitore, ma molti media sono ancora dubbiosi.
Michigan. Trump in vantaggio per tutta la notte (americana) ma alla fine Biden l'ha superato grazie ai voti in arrivo da una contea dem, Wayne County, e a quelli giunti via posta. Il democratico è stato proclamato vincitore, ma Trump ha annunciato azioni legali.
Pennsylvania. La situazione più complicata. Trump è in vantaggio, ma mancano ancora parecchi voti postali da conteggiare.
Georgia. Trump in vantaggio di 2 punti con oltre il 90% delle schede scrutinate, ma mancano ancora tanti voti da contare nell'area urbana di Atlanta. Il vincitore sarà annunciato oggi.
North Carolina. Trump è favorito, non c'è particolare battaglia qui, ma lo Stato accetta i voti postali in arrivo fino al 12 novembre (con timbro di invio entro il 3 novembre). Situazione in via di sviluppo.
E l'Europa?
“Credo che il panorama geopolitico dei prossimi venti anni sarà fortemente condizionato dalla rivalità tra Cina e Stati Uniti. In questo contesto, per non soccombere, l'Unione europea dovrà decidere da che parte stare, se con la Cina o con gli Stati Uniti. Indubbiamente per essere più forte l'Europa dovrà cercare di rimanere unita e mostrare meno le sue debolezze interne. Sappiamo tutti che è difficile e complesso. Ma in un certo senso tutti questi fronti aperti con Stati Uniti, Russia, Turchia e Cina ci dicono che è questa l'unica la strada da percorrere.”
A dirlo a Euronews è Pascal Lamy, presidente del Forum per la pace di Parigi ed ex direttore generale dell'Organizzazione mondiale del commercio.
Qualche riflessione sull'affluenza
Un altro punto saliente di questa storica elezione presidenziale riguarda l'affluenza, la partecipazione popolare. In alcuni Stati come la Georgia ci sono state code anche di 10 ore per votare.
Elections Project prevede quasi 160 milioni di elettori alla fine dello spoglio, con un'affluenza del 66.5% - la più alta da 120 anni a questa parte! Nel 1900 la platea di elettori era più ristretta, ma all'epoca votò il 73.7% degli aventi diritto.
Nel 2016 votarono 138 milioni di americani, il 58.1% degli aventi diritto.
Gli scrutinatori al lavoro per conteggiare le ultime schede.
Ovunque negli USA si sono tenute manifestazioni dei supporter democratici e repubblicani
Gli elettori democratici sono scesi in piazza al grido: "Contateli tutti" in riferimento ai voti.
Piccolo esercizio di fantapolitica
Congelando la situazioen attuale, Joe Biden avrebbe vinto le elezioni presidenziali con 270 elettori a suo favore contro i 268 di Donald Trump.
Se questo scenario si realizzasse, in effetti, si tratterebbe del minor divario di sempre tra due candidati alla massima carica elettiva degli States.
Il precedente record è stato stabilito nel 2000, quando il repubblicano George W. Bush sconfisse il democratico Al Gore per 271 grandi elettori a 266.
Biden tuttavia potrebbe arrivare non solo a 270, ma anche a 290 o 306 voti, ovvero lo stesso numero esatto di Trump nel 2016.
Secondo le proiezioni dell'agenzia AP, sulla quale Euronews si appoggia per assegnare gli Stati e "chiamare" la vittoria dell'uno o dell'altro candidato, rimangono in bilico ancora 5 stati:
Nevada
Pennsylvania
North Carolina
Georgia
Alaska
Joe Biden si avvicina alla fatidica soglia dei 270 grandi elettori. Gliene mancano appena 6 per vincere. L'ex vicepresidente di Barack Obama è in testa in Nevada, anche se il margine si sta riducendo. Proprio il Nevada potrebbe fare arrivare Biden a 270 perché mette in palio proprio 6 grandi elettori. Ma il divario è estremamente ridotto tra i due candidati, meno di 10mila schede. Per il momento è stato conteggiato il 75% dei voti.
Riprendiamo la diretta web sulle elezioni presidenziali americane
Dopo una pausa dal liveblogging di qualche ora, giusto il tempo di riposare un pochino, eccoci di ritorno per raccontarvi cosa sta succedendo al di là dell'oceano Atlantico. Restate con noi per tutta la giornata: le prossime ore saranno decisive per assegnare la presidenza degli Stati Uniti d'America, il mestiere più difficile del mondo.
Stallo protratto, per i risultati servirà tempo
Lo stallo tra i due candidati si protrae ormai da ore.
Mentre scriviamo - con il conteggio ancora fermo a 238 voti elettorali per Biden contro 213 per Trump (e su una soglia necessaria di 270) - diviene sempre più evidente la centralità del voto postale, il cui scrutinio, proprio negli stati chiave del Midwest, procede a rilento e potrebbe richiedere ore, se non giorni.
Il nostro liveblogging termina dunque qui.
Vi ringraziamo per averci seguito e vi invitiamo a rimanere collegati alla nostra diretta e al nostro sito per ulteriori aggiornamenti.
Sono le 13.45, al momento di congedarci,
mentre questo è il fuso statunitense:
New York / Washington - 7h45 Chicago - 6h45 Denver / Phoenix - 5h45 Los Angeles - 4h45 Anchorage (Alaska) - 3h45 Honolulu (Hawaï) - 2h45
L'UE con il fiato sospeso, ma il premier sloveno Jansa già si congratula con Trump
"Ci si aspettava un non risultato all'indomani delle elezioni statunitensi - scrive Susan Dabbous, la nostra corrispondente da Bruxelles - e proprio per questo stavolta le cancellerie europee sono state più caute nel sostenere apertamente il candidato democratico Joe Biden, percepito da Bruxelles come meno isolazionista nel commercio e nella politica estera.
Ma non da tutti. Il primo ministro sloveno Janez Janša in un tweet ha scritto: 'È piuttosto chiaro che il popolo americano ha votato per Donald Trump e Mike Pence per altri quattro anni'. Per questo Janša auspica un riconoscimento di questa vittoria 'senza ulteriori ritardi'".
Biden verso la vittoria in Maine
Il candidato democratico ha già vinto 3 dei 4 voti elettorali nello Stato, mentre si attende l'esito per il secondo Distretto congressuale. In una proiezione, l'Associated press già assegna la vittoria a Biden.
Pennsylvania, il governatore Wolf: "ancora un milione di voti da scrutinare, saranno conteggiati fino all'ultimo"
il governatore della Pennsylvania - uno degli stati che potrebbero decidere l'esito di questa elezione - ha sottolineato in un tweet come resti ancora un milione di voti da scrutinare. "Ho promesso che avremmo conteggiato fino all'ultimo voto - scrive - ed è ciò che faremo". La Pennsylvania è uno degli stati in cui Trump - forte di un vantaggio che resta ancora provvisorio - ha già rivendicato la vittoria, annunciando di voler ricorrere alla Corte suprema per bloccare l'esito del voto postale, per il cui scrutinio bisognerà attendere presumibilmente fino a venerdì.
Trump ha motivato la sua scelta con la necessità "di prevenire una frode elettorale".
Biden vince in Arizona, primo stato strappato ai repubblicani
Donald Trump reclama vittoria dalla Casa Bianca "ricorreremo alla Corte suprema per bloccare voti postali"
"Per quanto mi riguarda abbiamo già vinto" ha dichiarato il Presidente in carica, che ha annunciato l'intenzione di ricorrere alla Corte suprema per bloccare l'esito di quei voti postali - fondamentali soprattutto negli stati chiave della rust belt come Pennsylvania e Michigan - che dovessero arrivare dopo l'election day.
"Dai dati in nostro possesso - ha dichiarato - è chiaro che abbiamo vinto in Georgia, in modo che i democratici non potranno rivendicare una vittoria qui".
Parlando della Pennsylvania, Trump ha aggiunto "In base al numero di schede scrutinate, è impossibile che i democratici possano raggiungerci qui". Il presidente afferma anche che, con il 60% di schede scrutinate, anche il Michigan starebbe ormai colorandosi di rosso.
"Siamo pronti per uscire a festeggiare" ha detto Trump.
In realtà, come previsto, Trump sta facendo leva sul suo vantaggio negli stati della Rust Belt dove bisognerà però - per un risultato certo - attendere l'esito del voto per posta, che necessiterà ancora diversi giorni per un completo scrutinio
Usa 2020: Biden verso vittoria in cruciale collegio Nebraska
Joe Biden è proiettato verso la vittoria nel cruciale collegio elettorale 2 del Nebraska, dove con l'85% dei voti scrutinati, ha 10 punti di vantaggio su Donald Trump. Lo sottolinea in un tweet il candidato democratico alla Camera Ted Lieu, per il quale, se l'ex vicepresidente conquisterà anche il Michigan (16 voti), non avrà bisogno di vincere in Pennsylvania per arrivare alla Casa Bianca. Il Nebraska è diviso in tre collegi elettorali, ognuno dei quali sceglie il proprio grande elettore, a differenza degli altri Stati dove il vincitore del voto popolare si assicura tutti i grandi elettori.
I democratici non riescono a strappare il Texas ai repubblicani, che si assicurano quindi i 38 grandi elettori che questo enorme Stato porta in dote.
La senatrice repubblicana Joni Ernst confermata al Senato in Iowa: brutta notizia per i democratici
La senatrice Joni Ernst manterrà il suo seggio al Senato in Iowa. I democratici speravano di conquistare qui uno scranno prezioso con la candidata Theresa Greenfield, una donna d'affari mai eletta finora. Ora i dem hanno ancora meno opzioni per ribaltare i rapporti di forza alla Camera Alta del Congresso. Avrebbero bisogno di vincere quattro seggi per ottenere la maggioranza, soprattuto dopo aver perso la sfida in Alabama contro Tommy Tuberville, un ex allenatore di football.
Tra le storie particolari di questa serata, quella di Phil Scott, governatore repubblicano del Vermont, che uscendo dal seggio ha dichiarato di aver votato per Biden. Ha detto: «Io metto il Paese davanti al partito».
Per lui è stato il primo voto democratico DELLA VITA.
Gli elettori del Mississippi approvano la nuova bandiera: niente più simbolo confederato
Gli elettori dello Stato del Mississippi hanno votato per sostituire la bandiera di Stato. Era stata infatti ritirata la bandiera precedente che recava l'emblema confederato, visto da molti come simbolo razzista.
Nella nuova bandiera, che recherà la scritta "In God we trust", ci sarà una magnolia, soprannome del Mississippi.
Si tratta dell'ultimo Stato in cui l'emblema confederato resisteva sulla bandiera dal 1894.
Come ha spiegato Mauro della Porta Raffo ospite di Bruno Vespa, in caso di pareggio (269 a 269) il presidente sarebbe scelto dalla Camera il prossimo 6 gennaio. Però con un voto per delegazioni, dove ogni Stato varrebbe 1. La Camera uscente, per esempio, dove i democratici sono maggioranza, col sistema delle delegazioni avrebbe dato la vittoria ai repubblicani (26 a 24)
Al Senato, in questo momento, c’è parità: 44 membri per uno.
Trump ha appena twittato dicendo di aver vinto. Ovviamente non è così, e non c'è ancora alcuna certezza.
In un altro tweet, il presidente USA ha accusato i rivali di voler "rubare" le elezioni. Anche questo cinguettio si commenta da solo.
Biden parla dal suo quartier generale in Delaware:
"Sarà lunga e lo sappiamo, ma mi sento in buona posizione per vincere le elezioni. Dobbiamo essere pazienti ed aspettare la fine dello scrutinio, fino al conteggio dell'ultima scheda"
Il Nebraska elegge 5 grandi elettori, 3 sono stati già assegnati a Donald Trump mancano gli altri due, il Nebraska insieme al Maine ha un sistema elettorale misto: 2 grandi elettori vengono assegnati al candidato più votato a livello statale, mentre gli altri 3 vengono assegnati al più votato al livello delle circoscrizioni elettorali che formano lo Stato.
Per confrontare la mappa elettorale del 2020 con quella degli anni passati, cliccate qui. Qui sotto trovate quella del 2016.
Joe Biden dovrebbe parlare tra poco
In questo Stato del midwest, il candidato democratico partiva in vantaggio.
Finora l'unico vero campo di battaglia in cui Biden si è fatto valere è stato il New Hampshire, Stato che ha votato per Clinton nel 2016 ma che Trump sperava di strappare ai democratici.
Ancora troppo presto per dire l'ultima parola in Florida, North Carolina, Georgia e Pennsylvania.
Biden ha vinto in California, lo Stato che assegna più grandi elettori di tutti, ma era prevedibile. Così come lo era il risultato in Colorado e Virginia, due bastioni democratici.
Trump ha messo in saccoccia Stati come Kansas e Nord Dakota, ma era da copione.
Occhi puntati adesso sull'Arizona e il Texas.
L'ufficio elettorale di Philadelphia, in Pennsylvania, ha annunciato che non comunicherà il risultato del voto postale fino alle 9 del mattino ora locale (le 15 di mercoledì in Italia). Seggi aperti ora solo in Alaska e Hawaii.
Biden sta perdendo Texas e Florida - due degli Stati da cui passano gran parte delle sue speranze di essere eletto. Questa è finora l'unica, grande notizia. In caso perdesse davvero qui, dovrà trovare altri "sentieri" verso la Casa Bianca, cercando di portare a casa Michigan, Pennsylvania o Wisconsin.
Nate Silver dice: se Trump vincesse in Florida, North Carolina e Ohio, ma Biden vincesse in Arizona, il democratico rimarrebbe comunque favorito all'85% (con un 6% di possibilità di pareggio, 269 a 269).
Alexandria Ocasio-Cortez rieletta
La Presidente della Camera, Nancy Pelosi, indica che anche nella prossima legislatura i democratici potrebbero mantenere il controllo della Camera dei Rappresentanti. Alcuni politici democratici molto noti hanno vinto la rielezione: Alexandria Ocasio-Cortez, Ilhan Omar (ex rifugiata di origine somala) e Deb Haaland (la prima donna nativa americana ad essere eletta al Congresso in New Mexico)
Il punto della situazione
Come scrive FiveThirtyEight, in Georgia - uno degli Stati in bilico - non è ancora possibile fare previsioni realistiche. Trump sembra in vantaggio, ma l'elevato numero di voti per corrispondenza indica che i risultati finali potrebbero non arrivare nelle prossime ore.
In Carolina del Nord, dove esiste un grande divario tra città (Raleigh, Charlotte) e voto rurale, c'è un testa a testa e potrebbero essere decisive le schede arrivate via posta.
Sappiamo da tempo che i risultati in Michigan e Pennsylvania non saranno definitivi almeno fino al 6 novembre. Qui il voto postale, tendenzialmente favorevole ai democratici, potrebbe ribaltare le proiezioni "rosse" di questa sera. In Wisconsin risultati pressoché finali dovrebbero arrivare nella mattinata americana, ovvero nel primo pomeriggio in Italia.
Proprio come nel 2016, questi tre Stati potrebbero essere ancora decisivi per assegnare la presidenza USA.
Non è una sorpresa, l'Idaho è una roccaforte repubblicana.
Attenzione però alla Pennsylvania dove Donald Trump sorpassa e stacca Joe Biden. Si tratta di uno Stato decisivo in queste elezioni per la Casa Bianca: il presidente è avanti col 56,8% contro il 41,8% dello sfidante, col 40% dei voti scrutinati. Per i risultati definitivi, in assenza di una vittoria schiacciante, sarà tuttavia necessario contare tutte le schede arrivate per posta entro tre giorni dall'Election day.
La situazione al Congresso/parte 2
Se Biden dovesse sconfiggere Trump e i democratici dovessero ottenere la maggioranza in Senato, il partito democratico avrebbe il controllo sia della Casa Bianca sia dei due rami del Congresso per la seconda volta dal 1995. L'ultima volta è stato nel biennio 2009-2010, i primi due anni di presidenza di Barack Obama. Una ampia maggioranza democratica renderebbe più facile per la presidente della Camera, Nancy Pelosi imporre all'ordine del giorno argomenti cari ai democratici come l'espansione della copertura sanitaria e la creazione di posti di lavoro attraverso nuovi progetti di infrastrutture. Ma l'ottantenne Pelosi non è certa di poter continuare a fare la speaker della Camera per altri due anni.
Per i repubblicani, la mancata riconquista della Camera innescherebbe una riflessione sulla incapacità di ottenere la maggioranza in questo ramo del Parlamento: dovrebbero chiedersi come riconquistare gli elettori dei sobborghi, fuggiti in massa dal GOP anche a causa della mancanza di sensibilità di Trump per le tematiche razziali e sociali che più stanno a cuore alle fasce meno abbienti dell'elettorato.
I democratici hanno promesso di rendere più accessibile l'assistenza, mantenere la copertura sanitaria anche a chi ha preesistenti problemi di salute e sventare i tentativi dei repubblicani di smantellare l'Obamacare. La pandemia di Covid-19 ha esarcerbato tutti i problemi del sistema sanitario statunitense.
Qui, dove nel 2016 Trump ha battuto Clinton di 18 punti, c'erano in palio 10 voti nel collegio elettorale.
A che punto siamo? Aggiornamento sull'orario di chiusura dei seggi
Una cosa grossa: i democratici hanno appena perso un seggio al Senato. Contavano di conquistarne 4 per avere la maggioranza.
La strada Joe Biden e compagni si fa più in salita.
In Delaware, eletta la democratica Sarah McBride al Senato: è la donna trans con la carica politica più alta in America.
A McBride è in gran parte accreditato il merito per aver favorito la legislazione del Delaware che vieta la discriminazione sulla base dell’identità di genere in materia di occupazione, alloggio, assicurazione e alloggi pubblici.
Il presidente Donald Trump ha vinto lo stato del Kansas e si è portato a casa il bottino di sei voti al collegio elettorale. Qui, nel 2016, Trump ha battuto la democratica Hillary Clinton di 20 punti percentuali.
Abbiamo intervistato Nigel Farage, il più entusiasta sostenitore della Brexit e di Trump nel Regno Unito.
"Stasera vedremo ogni sorta di risultati strani, Stato per Stato. La domanda è: ce la farà Trump ad arrivare a 270 voti nel collegio elettorale? Penso che sì, ci riuscirà", ha detto l'ex leader del Brexit Party a Euronews da Washington D.C, dove si trova per seguire le presidenziali.
Farage si è detto preoccupato che "gli elettori di sinistra" possano creare disordini, iniziando a "saccheggiare". Lo ha detto indicando le finestre sbarrate nella capitale USA. Secondo Farage, Trump verrà rieletto perché crede negli "stati nazionali".
L'ultimo repubblicano ad aggiudicarsi i 9 grandi elettori del Colorado è stato George W. Bush nel 2004. Da allora, il Colorado ha sempre votato democratico.
Alla Camera eletta una repubblicana della Georgia che sostiene QAnon
La repubblicana Marjorie Taylor Greene, che ha espresso opinioni razziste e a sostegno alle teorie cospirative di QAnon in una serie di video online, si è aggiudicata un seggio alla Camera dei Reppresentanti per il nord-ovest della Georgia. La sua candidatura è stata sostenuta dal Presidente Donald Trump, che l'ha definita una "futura stella repubblicana". Greene era fortemente favorita nel distretto conservatore ancor prima che lo sfidante democratico, Kevin Van Ausdal, si ritirasse improvvisamente dalla corsa a settembre con la scusa di un trasferimento al di fuori dello Stato. Greene è una donna d'affari, nuova in politica, molto seguita sui social. In un video ha millantanto una "invasione islamica" negli uffici governativi e ha accusato il miliardario ebreo George Soros di collaborare con i nazisti. Ha pubblicamente abbracciato QAnon, una teoria cospirazionista statunitense di estrema destra incentrata sulla convinzione che Trump stia combattendo una campagna segreta contro i nemici dello "Stato profondo" e contro un giro di pedofili e cannibali satanici che praticano il traffico sessuale di bambini. In video e post più recenti, Greene ha attaccato tutto e tutti, dal movimento Black Lives Matter all'uso di mascherine per proteggersi dal coronavirus. Dopo che alcuni dei suoi commenti sono venuti alla luce, Greene è stata condannata da alcuni suoi futuri colleghi della Camera e perfino all'interno dello stesso partito repubblicano. Molti altri conservatori, tra cui Trump e il senatore repubblicano statunitense Kelly Loeffler, l'hanno invece sostenuta. I democratici non sono stati in grado di sostituire Van Ausdal perché si è ritirato troppo a ridosso delle elezioni.
Il candidato democratico si aggiudica quindi la capitale, Washington D.C.
Le prossime date importanti da tenere a mente
8 dicembre 2020: Scadenza generale per la risoluzione delle controversie elettorali. Entro questa data devono essere completati tutti i riconteggi statali e risolte le contestazioni in tribunale. In alcuni Stati la deadline è di 7 giorni, in alcuni (come la California) può arrivare a più di 22 giorni. 14 dicembre 2020: Riunione dei grandi elettori. Si riuniscono nella capitale di ogni Stato e votano per la carica di presidente e vice presidente. Ogni elettore vota la propria scheda e la firma. Le schede vengono immediatamente trasmesse a varie persone: una copia va al presidente del Senato degli Stati Uniti (che è anche il vice presidente degli Stati Uniti); sarà la copia che sarà ufficialmente conteggiata. Le altre copie vanno al segretario di Stato, all'Amministrazione degli Archivi e dei registri nazionali e al presidente del distretto in cui si riuniscono gli elettori (trattasi della copia di riserva, che sostituisce quella inviata al presidente del Senato in caso di perdita o distruzione). - 23 dicembre 2020: Termine ultimo per la ricezione delle schede elettorali dei grandi elettori. Le schede di tutti gli stati devono pervenire al presidente del Senato entro questa data. Non è prevista alcuna penalità per il mancato rispetto di questa scadenza. - 6 gennaio 2021: Conteggio ufficiale delle schede elettorali dei grandi elettori. Il Congresso degli Stati Uniti si riunisce in sessione congiunta per lo spoglio dei voti elettorali. - 20 gennaio 2021: Giorno dell'inaugurazione del nuovo capo di Stato: il presidente eletto diventa presidente degli Stati Uniti.
La battaglia per il Senato
La corsa al Senato è fondamentale per entrambi i partiti: controllare la camera alta del Congresso darebbe loro il controllo sull'agenda politica.
Alcune delle contese più interessanti avvengono negli Stati in bilico.
I Democratici hanno bisogno di conquistare 4 seggi questa notte per avere la maggioranza in Senato (dove i seggi in tutto sono 100 - di cui al momento 53 sono repubblicani). Sperano di ottenerli in Arizona (dove si candida Mark Kelly, un ex astronauta e marito di Gabby Giffords, ex parlamentare a cui spararono nel 2011) Colorado e Maine. I repubblicani puntano invece ad Alabama e Michigan.
Battaglie molto accese anche in Iowa, South Carolina, North Carolina, Montana e Georgia.
"Se i Democratici saranno in grado di conquistare il Senato, e supponendo che saranno in grado di mantenere la maggioranza alla Camera, potranno disporre di un controllo unificato dei due rami legislativi, e questo renderà la vita molto più semplice a Joe Biden se dovesse essere eletto", indica Jessica Taylor, editor di Cook Political Report. "Un Senato repubblicano bloccherebbe molte delle proposte di Biden".
Secondo gli analisti, i democratici sono in leggero vantaggio ma tutto dipenderà dall'affluenza e da come andranno le cose per i due candidati.
Gli elettori americani spesso votano in maniera univoca sia per il presidente sia per i seggi del senato (2 per Stato), quindi capire chi vincerà le presidenziali sarà fondamentale anche per capire la composizione della prossima camera alta.
Nel 2016, ogni singola elezione per il Senato ha coinciso con l'esito dell'elezione presidenziale.
L'Indiana aveva votato Obama nel 2008, ma si era spostata su Romney (Repubblicano) nel 2012 e su Trump nel 2016.
In alcuni collegi del Nevada è stata data un'estensione di un'ora per poter votare in alcuni collegi elettorali.
Alle 3am ora italiana chiudono i seggi in molti Stati importanti tra cui il Texas, tradizionalmente repubblicano ma che quest'anno potrebbe finire nelle mani dei democratici. Stiamo a vedere.
The Donald si porta a casa i 6 grandi elettori dell'Arkansas. Si tratta di uno Stato tradizionalmente rosso: qui non si vota democratico dai tempi di Bill Clinton nel 1996.
Donald Trump sta seguendo lo spoglio dalla East Wing della Casa Bianca con i suoi più alti consiglieri.
Secondo le proiezioni della Cnn, Joe Biden è avanti negli Stati chiave dell'Ohio e del Michigan. In Ohio (18 grandi elettori) col 42% dei voti scrutinati Biden guida col 55,3% contro il 43,5% del presidente. In Michigan (16 grandi elettori) con l'1% dei voti scrutinati Biden è avanti con il 58,9% contro il 39,7% di Trump.
Intanto ricordiamo che in gara c'è anche Kanye West, la star hip-hop marito di Kim Kardashian. Anche lui è candidato alle elezioni presidenziali e ha votato per se stesso. In un video postato su Twitter, West mostra un video del suo voto e ammette: "è la prima volta che voto nella mia vita".
Erano tutte roccaforti repubblicane
Un candidato democratico alla presidenza non vince in Alabama dai tempi di Jimmy Carter, della vicina Georgia, nel 1976. Idem per il Mississippi e Carolina del Sud. Trump ha conquistato l'Alabama con +28 punti percentuali nel 2016. Quanto al Kentucky, qui non passa un democratico da Clinton, nel 1996 - stessa cosa vale per il Tennessee. Trump ha vinto in Kentucky nel 2016 con un margine di quasi 30 punti, +26 in Tennessee nel 2016. In Oklahoma, che ha votato per Trump in massa (+36 punti su Hillary Clinton) quattro anni fa, l'ultimo democratico a vincere fu Lyndon Johnson nel 1964.
West Virginia, infine, dove fu un vero e proprio cappotto nel 2016: +42 punti in favore di Trump.
Erano tutte roccaforti democratiche
Connecticut - Hillary Clinton aveva vinto il Connecticut con oltre 13 punti percentuali nel 2016. Qui non vince un candidato repubblicano da George H.W. Bush nel 1988.
Delaware - Biden si è trasferito nel Delaware da ragazzo e qui continua a vivere. Ha rappresentato lo stato al Senato degli Stati Uniti per più di tre decenni, fino a quando è diventato vicepresidente di Barack Obama nel 2009. Hillary Clinton ha conquistato il Delaware con oltre 11 punti percentuali nel 2016. Lo Stato non vota un candidato repubblicano alle presidenziali dai tempi di George H.W. Bush nel 1988 llinois - A lungo una roccaforte democratica, non ha mai oscillato per un candidato repubblicano alle presidenziali dai tempi di George H.W. Bush nel 1988. Hillary Clinton ha vinto l'Illinois con oltre 17 punti percentuali nel 2016. Maryland - Un candidato repubblicano alla presidenza non vince in Maryland dai tempi di George H.W. Bush nel 1988. La democratica Hillary Clinton vinse nel 2016 con 26 punti di margine.
Massachusetts - Hillary Clinton vinse 4 anni fa con oltre 27 punti percentuali di vantaggio. Questo Stato non si colora di rosso dai tempi di Ronald Reagan nel 1984.
New Jersey - L'ultimo repubblicano a vincere qui fu George H.W. Bush nel 1988. La democratica Hillary Clinton ha vinto con 14 punti percentuali di scarto nel 2016.
Rhode Island - Qui l'ultima vittoria repubblicana risale a Ronald Reagan nel 1984. Hillary Clinton ha battuto Trump di oltre 15 punti percentuali nel 2016.
Vermont - La vittoria di Biden nel Vermont non è una sorpresa: I Democratici hanno vinto questo stato in ogni elezione presidenziale dal 1992 ad oggi. Non solo: è la patria dell'ex candidato democratico alle presidenziali Bernie Sanders. Hillary Clinton si è imposta qui con 28 punti di scarto rispetto a Trump nel 2016.
Virginia - Un tempo la Virginia era saldamente repubblicana. Il presidente George W. Bush vi ha vintonel 2004. Ma la crescita demografica dei sobborghi ha portato ad un afflusso di elettori sempre più diversificati, e lo Stato è diventato col tempo democratico. Hillary Clinton ha conquistato la Virginia per 5 punti nel 2016. Lo Stato ha un governatore democratico. Nel 2019, i Democratici hanno preso il controllo di entrambe le camere della Legislatura per la prima volta dopo decenni.
Piccolo ripasso: come funziona il sistema elettorale statunitense.
Per Biden terzo tentativo di diventare presidente degli Stati Uniti
Al termine del suo ultimo giorno di campagna elettorale, il candidato democratico alla presidenza, Joe Biden, ha detto ai giornalisti di essere "speranzoso" in vista del voto. Ha aggiunto che non si impegnerà a commentare alcun risultato martedì sera, anche se il presidente Donald Trump cercherà di trarre delle conclusioni preliminari dai risultati del voto "in presenza", in attesa che vengano conteggiate le schede arrivate via posta (più o meno, i 2/3 di chi vota per corrispondenza è democratico). Biden ha detto di essere "superstizioso" e di non voler sbilanciarsi troppo. "Se c'è qualcosa di cui parlare stasera, ne parlerò. Altrimenti, aspetterò che i voti siano contati il giorno successivo". Per Biden è il terzo tentativo di arrivare alla Casa Bianca: ci aveva già provato nel 1988 e del 2008, ma senza successo: non ha mai superato le primarie.
Stati in cui il conteggio dei voti postali è rapido
Florida Ohio Georgia (Trump avrà un vantaggio iniziale perché sono conteggiati prima i voti rurali, poi le città) North Carolina Arizona Texas
Stato saldamente repubblicano: nelle ultime tre elezioni ha votato sempre a destra. Porta in dote 8 grandi elettori.
Il piccolo stato sposta solamente tre grandi elettori, ma non è una sorpresa: si tratta di un angolo d'America tradizionalmente democratico.
A che ora chiudono i seggi nei vari Stati? Piccola guida
Piccolo ripasso sugli Stati chiave per decidere chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca.
A poche ore dalla chiusura dei seggi, il presidente Donald Trump ha partecipato a dei talk show radiofonici in Pennsylvania e in Wisconsin, dicendosi fiducioso delle sue possibilità di vincere territori come la Carolina del Nord e la Florida. Si aspetta una "grande serata", ha detto.
Buonasera a tutti e benvenuti alla diretta Euronews delle elezioni americane 2020.
Ecco alcune cose fondamentali da sapere in vista della lunga notte che ci attende:
Tenete d'occhio gli swing states Florida, Arizona, Michigan, Wisconsin e Pennsylvania. Avranno un ruolo decisivo in queste presidenziali.
Occhio anche a Iowa, Georgia, North Carolina e Texas: potrebbero regalare sorprese ed essere determinanti per raggiungere il bottino dei 270 elettori.
Nel 2016, Hillary Clinton ha perso soprattutto per non aver saputo conquistare Michigan, Pennsylvania e Wisconsin;
In Pennsylvania, i risultati potrebbero arrivare al più tardi il 6 novembre per alcuni ritardi nell'elaborazione delle schede elettorali arrivate via posta;
Se Biden dovesse vincere la Florida, sarebbe quasi fatta per i democratici. Trump non potrebbe più perdere praticamente nessun altro Stato. La Florida si porta infatti in dote 29 grandi elettori, il bottino più sostanziale tra gli Stati in bilico. I risultati della Florida peraltro dovrebbero arrivare nelle prime ore della notte: il sistema elettorale per corrispondenza è infatti ben rodato sia a causa dell'età dell'elettorato, sia a causa dell'alta incidenza di catastrofi naturali.
I democratici sono più propensi a votare per posta per evitare code ai seggi elettorali, soprattutto durante la pandemia;
I repubblicani sono più propensi a votare di persona;
Proprio a causa di questa tendenza, i risultati iniziali potrebbero premiare di più i repubblicani, mentre potrebbe esserci un'ondata "blu", democratica, in un secondo momento, man mano che procede lo spoglio dei voti postali.
Nota bene: per dichiarare il vincitore nei singoli Stati e il prossimo presidente USA ci affidiamo esclusivamente ad @apnews che nel 2016 ha avuto un margine di accuratezza del 99.8%.