Elezioni USA: quanti e quali Stati mancano a Biden e Trump per vincere

I due candidati parlano ai loro sostenitori mercoledì 4 novembre
I due candidati parlano ai loro sostenitori mercoledì 4 novembre Diritti d'autore Carolyn Kaster/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
Di Euronews, AP
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Cosa tenere d'occhio - e quando - per conoscere il nome del prossimo presidente degli Stati Uniti d'America.

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Il risultato delle elezioni presidenziali americane 2020 rimane ancora incerto, appeso all'esito dello scrutinio in alcuni Stati come Pennsylvania, Nevada, North Carolina e Georgia.

Dopo aver vinto Michigan e Wisconsin, a Biden mancano solo 6 grandi elettori per raggiungere quota 270 e trasferirsi alla Casa Bianca. Esattamente il numero di grandi elettori in palio in Nevada. 

Restano da assegnare in totale ancora 57 grandi elettori. 

In Georgia e North Carolina Trump è in vantaggio di un soffio, mentre in Pennsylvania guida di circa 3 punti. In Nevada invece avanti Biden ma con uno scarto di appena 0,6 punti. Occhio anche sull'Arizona (11 grandi elettori), che Fox News e Ap hanno già assegnato a Biden, ma contrariamente ad altri media come Cnn, Nbc e New York Times. Qui il vantaggio del candidato democratico si va assottigliando ma resta di circa 2 punti. 

Il Nevada dovrebbe aggiornare i suoi risultati verso giovedì a mezzogiorno, nel tardo pomeriggio in Europa. 

La Georgia potrebbe colorarsi di rosso o di blu, non c'è nulla di scontato. All'inizio sembrava che la vittoria andasse a Trump, ma ora il presidente ha un vantaggio di appena 0,5 punti con il 98% delle schede scrutinate. Se Biden dovesse vincere la Georgia, toccherebbe quota 280 voti nel collegio elettorale.

Trump invece ha bisogno della Pennsylvania e degli altri tre Stati contesi per vincere. Se non dovesse vincere la Pennsylvania, uno Stato chiave per lui, non riuscirà a raggiungere la tanto agognata quota 270.

Di sicuro non c'è stata la "valanga" democratica che alcuni commentatori si aspettavano alla vigilia del voto, e il margine di vittoria sarà risicato. Forse il più risicato di sempre. 

Non è chiaro, al momento di scrivere, quando si potrà dichiarare con certezza il vincitore finale. Forse stasera (in Italia), se il Nevada andrà a Biden, ma restano molti voti in sospeso anche in Pennsylvania, dove Trump è in testa.

Le più importanti elezioni americane di sempre, come le ha definite Trump, si svolgono nel bel mezzo di una storica pandemia che ha ucciso oltre 230mila americani. Più vittime rispetto ai militari americani caduti nella guerra del Vietnam, nella guerra di Corea e perfino nel primo conflitto mondiale, per intenderci. 

Gli elettori hanno risposto in gran numero alla chiamata alle urne: prima dell'Election Day avevano già votato 102 milioni di persone e in alcuni Stati, come la Georgia, ci sono state code anche di 10 ore per votare.

Elections Project prevede che, alla fine dello spoglio, saranno quasi 160 milioni le schede conteggiate, con un'affluenza del 66.5% - la più alta da 120 anni a questa parte (nel 1900 la platea di elettori era più ristretta, ma all'epoca votò il 73.7% degli aventi diritto).

Trump si prende la Florida, Biden l'Arizona

Il presidente uscente è riuscito ad aggiudicarsi la Florida, il più importante degli Swing States, mentre Biden - secondo l'agenzia AP - ha ribaltato le sorti in Arizona, ex roccaforte repubblicana. 

Trump ha prematuramente annunciato la sua vittoria, annunciando ricorsi fino alla Corte Suprema (dove i giudici conservatori sono in maggioranza). 

Biden, comparso brevemente davanti ai sostenitori nel Delaware, dove ha il quartier generale, ha esortato alla pazienza: "Non è finita finché non sarà stato conteggiato ogni voto, ogni scheda".

"Non spetta né a me né a Donald Trump dichiarare chi ha vinto queste elezion. Questa decisione spetta al popolo americano".

La questione del voto per corrispondenza in Pennsylvania

Diversi stati permettono l'arrivo delle schede del voto per corrispondenza anche dopo l'Election Day - a patto che il timbro postale sia stato apposto prima della chiusura delle urne. Tra questi stati c'è anche la Pennsylvania, dove le schede elettorali con timbro postale datato 3 novembre saranno accettate anche in caso di arrivo entro il 6 nocembre. 

Il governatore della Pennsylvania, Tom Wolf, ha scritto su Twitter che rimanevano più di un milione di schede da conteggiare, promettendo ai cittadini della Pennsylvania di scrutinare fino all'ultimo voto.

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Trump, per parte sua, ha seminato il dubbio affermando che queste schede non devono essere conteggiate e promettendo battaglia legale fino al più alto grado di giudizio. Tuttavia, a livello legale, quasi nessuno la pensa come il Presidente. 

"Non vedo come possa rivolgersi direttamente alla Corte Suprema per fermare il conteggio dei voti. Ci potrebbero essere battaglie legali in alcuni stati, e alcune di queste battaglie potrebbero finire alla Corte Suprema, ma non è così che funzionano le cose", ha detto Rick Hasen, professore di diritto e scienze politiche all'Università della California-Irvine.

Trump ha nominato tre dei nove giudici dell'Alta Corte, tra cui, più recentemente, Amy Coney Barrett.

I democratici tendono a votare di più per corrispondenza dei repubblicani, mentre il partito conservatore cerca di recuperare terreno alle urne, nel giorno delle elezioni. 

Durante tutta la campagna elettorale, Trump ha messo in dubbio l'integrità del processo elettorale - senza fornire prova delle sue affermazioni - e ha ripetutamente suggerito di non tenere in conto le schede giunte per corrispondenza. 

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Entrambe le campagne elettorali hanno mobilitato squadre di avvocati pronte a muoversi negli Stati in caso di contestazioni legali.

Trump resiste in Texas, Iowa, Florida e Ohio

Trump ha saputo mantenere diversi stati della mappa elettorale americana, tra cui il Texas, l'Iowa e l'Ohio, dove Biden aveva fatto ha comunque ben figurato nelle fasi finali della campagna. 

Tuttavia, a Biden va il merito di aver saputo conquistare più cuori negli stati su cui Trump aveva puntato gli occhi, ovvero New Hampshire e Minnesota. 

Ma era la Florida il più grande campo di battaglia, e alla fine i suoi 29 grandi elettori sono andati a Trump. 

Caduta la Florida, Biden si è ritrovato con meno "percorsi" disponibili per arrivare alla Casa Bianca rispetto a quanto sperato. 

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In Florida - stato "adottato" da Trump - il presidente ha corteggiato la comunità latina, in particolare quella cubano-americana, e non ha mai smesso di tenere comizi. 

Da parte sua, Biden aveva puntato sul suo miglior surrogato - l'ex presidente Barack Obama - che nel Sunshine State ha parlato per ben due volte nei giorni finale della campagna elettorale. Sempre in Florida, Biden ha beneficiato di 100 milioni di dollari offerti da Michael Bloomberg, suo ex rivale alle primarie.

I democratici sono ora meno nervosi rispetto alle prime ore dello scrutinio, e sperano di poter strappare persino la maggioranza in Senato. Il partito conservatore però è riuscito a conservare diversi seggi considerati alla vigilia come vulnerabili in Iowa, Texas e Kansas. 

La diretta

06.11.2020
19:17

A Filadelfia ancora 40mila schede da scrutinare

A Filadelfia, uno dei principali centri della Pennsylvania, ci sono ancora circa 40mila schede da contare. Un'operazione che potrebbero richiedere diversi giorni per essere completata. Lo ha detto Lisa Deeley, presidente dei commisari della città di Filadelfia, responsabili delle operazioni di voto e scrutinio. Le schede rientrano in tre categorie, "quelle che richiedono una revisione, quelle provvisorie e quelle militari statunitensi d'oltremare", ha detto Deeley.
06.11.2020
18:38
Il sito statunitense Vox è stato il primo media a rompere gli indugi e a dichiarare Joe Biden vincitore delle presidenziali.
 
06.11.2020
18:35

Biden dovrebbe parlare in serata

La campagna di Joe Biden starebbe organizzando un evento per le prossime ore. Secondo indiscrezioni l'ex vicepresidente dovrebbe parlare al Paese in serata, quando in Italia sarà notte.
06.11.2020
18:08
06.11.2020
17:31

A che punto siamo in Pennsylvania

La situazione in Pennsylvania a simile a quella della Georgia, anche se qui Biden ha un margine maggiore su Trump.  I voti ancora da scrutinare sono decine di migliaia, anche se la maggior parte è concentrata in contee blu.
Stando ad AP il candidato democratico al momento è avanti di circa 9mila voti su un totale di oltre 6,5 milioni di voti espressi, un vantaggio inferiore allo 0,1%. Anche qui, come in Georgia, la legge dello Stato prevede un riconteggio se il margine tra i due candidati è inferiore allo 0,5%. 

Mercoledì durante la prima fase dello scrutinio Trump era arrivato ad avere un vantaggio di 675.000 voti, dichiarando prematuramente la vittoria nello Stato. Ma come ampiamente previsto da quasi tutti gli analisti il risultato è stato rovesciato dai voti per posta, la maggior parte dei quali sono favorevoli a Biden.

La legge della Pennsylvania prevede che lo scrutinio dei voti per posta non possa cominciare prima dell'Election Day del 3 novembre. Nei mesi prima del voto Trump ha sostenuto più volte, senza alcuna prova, che il voto per posta avrebbe portato a diffusi brogli elettorali.
 
06.11.2020
17:10

Cosa succede in Georgia

Un margine ridottissimo e il conteggio dei voti ancora in corso fanno sì che sia ancora prematuro assegnare i 16 grandi elettori dello Stato a uno dei due candidati. I voti vengono ancora conteggiati in tutto lo Stato, la maggior parte dei quali provenienti dalle contee in cui è in testa Biden. Venerdì mattina il candidato democratico ha superato Trump e ora è in testa con un margine di circa 1.100 voti su un totale di 5 milioni, un margine di circa 0,022 punti percentuali.
 
Stando alle autorità locali sono ancora 4mila i voti da scrutinare. Secondo la legge dello Stato della Georgia, un candidato può richiedere un riconteggio se il margine è inferiore allo 0,5%. Stando ad AP ci sono stati almeno 31 riconteggi in tutto lo Stato dal 2000. Tre di questi hanno cambiato l'esito delle elezioni. I margini iniziali in quelle gare erano 137 voti, 215 voti e 261 voti.

La Georgia è stata a lungo una roccaforte repubblicana. L'ultimo candidato dei democratici a vincere qui è stato Bill Clinton nel 1992. Trump ha battuto Hillary Clinton di 5 punti percentuali nel 2016. E il governo dello stato è dominato dal Grand Old Party. Ma di recente la presa del partito si è allentata, anche a causa dei cambiamenti demografici in atto. Gli elettori più anziani, bianchi e repubblicani, sono stati sostituiti da un gruppo di persone più giovani e diversificate dal punto di vista razziale, molti delle quali si sono trasferite nell'area in espansione di Atlanta da altri Stati. Nel complesso, le tendenze demografiche mostrano che l'elettorato dello stato sta diventando ogni anno più giovane e diversificato. 

Come altre aree metropolitane, anche i sobborghi di Atlanta si sono allontanati dai repubblicani. Nel 2016 Hillary Clinton ha vinto nelle contee di Cobb e di Gwinnett, dove anche Biden è attualmente in testa. I comizi tenuti nelle ultime settimane della campagna elettorale da Biden, dalla candidata alla vicepresidenza Kamala Harris e dall'ex presidente Barack Obama dimostrano come la Georgia sia ormai considerata dai democratici uno Stato contendibile. 
06.11.2020
16:48

In Georgia ci sarà un riconteggio

"Con un margine così ridotto ci sarà un riconteggio" in Georgia. Lo affermano le autorità della Georgia, sottolineando che ci sono oltre 8.000 voti di militari da contare. La legge dello Stato prevede che con un margine di differenza inferiore allo 0,5% uno dei due candidati possa chiedere un riconteggio.
06.11.2020
16:40

Campagna Biden: "Intrusi si possono fare uscire dalla Casa Bianca"

Non si è fatta attendere la risposta della campagna di Joe Biden al comunicato diffuso qualche minuto fa dalla campagna di Trump. "Gli americani decideranno questa elezione. Il governo americano è perfettamente capace di scortare gli intrusi fuori dalla Casa Bianca", afferma la campagna di Joe Biden. La costituzione americana in ogni caso non prevede l'obbligo di concessione. 
06.11.2020
16:23

Chiedere un riconteggio apre il vaso di pandora del grosso problema del sistema elettorale USA

Come spiega il New York Times nel suo podcast giornaliero, e come scrive qui il sito Politico, c'è stato chi 4 anni fa, durante le ultime presidenziali, ha chiesto un riconteggio dei voti. Proprio come ha fatto Trump, che ha espresso la volontà di un riconteggio in Wisconsin, dopo averlo perso. 

Nel 2016 la richiesta però non arrivò né da Trump né da Clinton. A chiedere di contare di nuovo tutti i voti fu la candidata del partito dei Verdi, Jill Stein, che presentò domanda formale in Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. I tre Stati che hanno deciso le presidenziali di allora, cadendo in mano repubblicana. 

Da subito, la strada per Jill Stein è apparsa in salita. Innanzitutto il riconteggio le sarebbe costato una fortuna (paga chi lo richiede), ovvero 2.3 milioni di dollari in Wisconsin e Michigan. Poi la legislazione in materia era molto confusa, soprattutto in Pennsylvania, e gli avvocati della Stein faticavano perfino a capire in quale tribunale avrebbero dovuto fare richiesta formale. 
Gli ostacoli in Pennsylvania furono praticamente insormontabili: scrive il Washington Post che il farraginoso sistema elettorale dello Stato richiedeva ai legali di Jill Stein di fornire 27.474 petizioni autenticate in 9.158 distretti, da consegnare ai consigli elettorali di contea, oppure una cauzione da 1 milione di dollari da spartirsi tra i firmatari della petizione per i riconteggio. In alcune contee, in aggiunta, alcuni funzionari si sono rifiutati di ricontare manualmente le schede. Per non parlare delle macchine elettroniche utilizzate per votare, che in una contea avrebbero fatto perdere 4mila voti. La richiesta di accesso al software utilizzato dalle macchine non è ancora stata esaudita. 
Insomma, un casino. 
 
Trump, che allora aveva vinto, si oppose naturalmente al riconteggio in tutti e tre gli Stati. 
Alla fine, i tribunali in Pennsylvania negarono alla candidata dei Verdi il riconteggio, mentre in Michigan venne sospeso tre giorni dopo l'inizio. Andò meglio in Wisconsin, dove però alla fine del riconteggio venne modificata la legge di modo da impedire, in futuro, che un candidato potesse fare la richiesta in modo arbitrario. Oggi, solamente i candidati che perdono di 1 punto percentuale o meno possono avvalersi di un riconteggio dei voti.
Il bilancio per Jill Stein fu estremamente negativo: racimolò 7.3 milioni di dollari in donazioni per coprire i costi del riconteggio, e riuscì a recuperare appena 131 voti.
Politico scrive che "spesso in America il riconteggio avviene solo se i partiti o i candidati lo chiedono - il che significa che gli elettori sono in gran parte alla mercé di attori di parte per sollevare dei dubbi".

"La verità è che, due decenni dopo la debacle elettorale del 2000, in Florida, che ha creato una spaccatura nel Paese - e quattro anni dopo le interferenze russe nelle elezioni del 2016, che hanno contribuito ad approfondire ancor di più tale spaccatura - gli Stati Uniti non hanno ancora meccanismi soddisfacenti e uniformi per risolvere le questioni relative alle elezioni e verificare i risultati".

"Gli Stati Uniti sono in ritardo rispetto alla maggior parte degli altri Paesi" dice David Carroll, direttore del Programma Democratico del Carter Center, che dal 1989 controlla le elezioni all'estero. "Quasi tutte le altre democrazie del mondo hanno procedure elettorali uniformi a livello nazionale; una commissione elettorale centrale e indipendente per sorvegliarle e condurre indagini; un unico sistema elettorale nazionale; un sistema elettorale nazionale unico; e un sistema invariabile per risolvere le controversie. Mentre negli Stati Uniti ci sono 50 diversi processi elettorali, 50 diverse leggi statali".
06.11.2020
16:12

Comunicato della campagna di Trump: "Proiezioni false"

La campagna di Trump ha rilasciato un comunicato in cui si legge che contesterà il risultato dell'elezione, definendo "false" le proiezioni che vedono Joe Biden come vincitore e la corsa per la presidenza "tutt'altro che conclusa".  "Queste elezioni non sono finite. La falsa proiezione di Joe Biden come vincitore si basa sui risultati in quattro Stati che sono lontani dall'essere finali", ha detto Matt Morgan, il consulente generale della campagna elettorale Trump.
 
"La Georgia è diretta verso un riconteggio, dove siamo fiduciosi di trovare schede impropriamente raccolte, e dove il presidente Trump alla fine prevarrà. Ci sono state molte irregolarità in Pennsylvania, tra cui il fatto che i funzionari elettorali hanno impedito ai nostri osservatori di avere un accesso significativo ai luoghi di conteggio dei voti".

"In Nevada - continua il comunicato - sembra che ci siano migliaia di individui che hanno votato in modo improprio per corrispondenza. Infine, il presidente è sulla buona strada per conquistare l'Arizona, nonostante l'irresponsabile ed erronea "chiamata" dello Stato a Biden da parte di Fox News e dell'Associated Press".
 
Il comunicato ribadisce una volta di più che il Presidente non ha alcuna intenzione di concedere la vittoria a Biden, come anticipato dalla Cnn. "Biden basa su questi Stati la sue pretese sulla Casa Bianca, ma una volta che il conteggio sarà definitivo il presidente Trump sarà rieletto", ha concluso Morgan.

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