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Francia: le sfide che attendono Macron durante il secondo mandato

Emmanuel Macron
Emmanuel Macron Diritti d'autore Francois Mori/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved.
Diritti d'autore Francois Mori/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved.
Di Alasdair Sandford
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Il primo scoglio per il presidente francese saranno le elezioni legislative di giugno. Poi dovrà fare i conti con una paese politicamente diviso, gestire la transizione verde e la guerra in Ucraina e rilanciare il ruolo della Ue

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La vittoria di Emmanuel Macron nel ballottaggio delle presidenziali francesi sarà un sollievo per tutti coloro che temevano il caos politico in patria e all'estero se Marine Le Pen avesse ottenuto le chiavi dell'Eliseo. Ma il fatto che il presidente centrista e pro-europeo sia rimasto al potere non cancella le difficili sfide che il paese dovrà affrontare.

La Francia rimane un paese diviso e, nonostante la vittoria, Macron rimane una figura profondamente impopolare tra una gran parte della popolazione. Il primo mandato del presidente è stato segnato dalle proteste dei gilet gialli, alcune delle quali hanno rasentato l'insurrezione. Macron ha dovuto gestire la presidenza Trump, la Brexit, la pandemia e infine la guerra in Ucraina. Il secondo mandato potrebbe essere altrettanto difficile. Ecco alcune delle sfide che lo attendono.

1. Ottenere la maggioranza in parlamento

Prima di tutto il presidente ha bisogno di una nuova maggioranza in parlamento. Gli elettori francesi torneranno alle urne a giugno per rinnovare il parlamento. Nel 2017 Macron ha ottenuto una vittoria schiacciante sulla scia della sua vittoria presidenziale contro un'opposizione demoralizzata, soprattutto tra la sinistra e la destra tradizionali.

Quest'anno potrebbe non andargli così bene, anche perché dovrà gestire il ritorno del partito di sinistra "La France Insoumise" di Jean-Luc Mélenchon, che è arrivato terzo al primo turno delle presidenziali. Mélenchon ha già sfidato il presidente, chiedendogli di nominarlo primo ministro.

Tuttavia Macron potrebbe beneficiare del sistema elettorale, che anche per le elezioni parlamentari è distribuito su due turni. Nella corsa per l'Eliseo ha raccolto molti voti dall'establishment di centro-destra e di centro-sinistra.

Michel Spingler/AP
Jean-Luc MelenchonMichel Spingler/AP

Un altro fattore a suo favore è che Marine Le Pen non sembra così pericolosa come nella corsa per la presidenza, poiché il sostegno dell'estrema destra è diviso tra Rassemblement National e quello per Eric Zemmour.

"Penso che Macron farà relativamente bene nelle elezioni di giugno - dice Douglas Webber, professore emerito della business school Insead -. Non farà così bene o non vincerà così decisamente come ha vinto l'ultima volta. L'ultima volta era un volto nuovo".

"Per costruire una maggioranza in parlamento - aggiunge Webber - avrà probabilmente bisogno di trovare il sostegno di altri partiti politici, e potrebbe trovare abbastanza deputati per sostenerlo tra la destra mainstream ed elementi anche della sinistra più moderata, così come i resti del partito socialista e soprattutto i resti dei repubblicani".

2. Macron può affrontare un contraccolpo, nonostante la sua vittoria

Macron ha vinto grazie anche ai voti extra "prestatigli" per tenere fuori la Le Pen, nonostante molti elettori tradizionalmente di sinistra abbiano votato a malincuore per il presidente in carica. Il primo turno delle elezioni presidenziali ha confermato tre nuovi blocchi nella scena politica francese: i centristi europeisti di Macron, l'insurrezione nazionalista di Le Pen e l'estrema sinistra di Mélenchon.

Ognuno di questi tre blocchi può contare sull'appoggio di circa un terzo dell'opinione pubblica. La sinistra e i nazionalisti hanno poco in comune se non l'ostilità verso Macron, il suo movimento e l'establishment. L'opposizione di due terzi dell'elettorato non renderà facile il lavoro del governo.

"La Francia rimarrà un paese profondamente diviso - dice Webber -. Al pimo turno Macron ha potuto contare sul sostegno di meno di un elettore francese su tre".

Francisco Seco/AP
Una manifestazione dei gilet gialli a Parigi, aprile 2019Francisco Seco/AP

Il presidente ha già detto che intende avviare la riforma delle pensioni il prossimo autunno, puntando ad alzare l'età della pensione a 65 anni, anche se durante la campagna ha promesso flessibilità. Per Webber Macron farà fatica ad andare lontano nell'attuazione della sua agenda politica interna e a fare cambiamenti radicali.

"Anche se avesse la maggioranza in parlamento per realizzare progetti importanti come la riforma del sistema pensionistico, è probabile che debba affrontare un'opposizione molto forte fuori dal parlamento sotto forma di movimenti di protesta, come quelli con cui ha già dovuto fare i conti negli ultimi cinque anni - dice Webber -. Così si potrebbe vedere un revival del movimento dei gilet gialli, soprattutto se il costo della vita continuerà a crescere".

3. "Rinnovo completo" della politica climatica francese

In un tentativo appena celato di corteggiare gli elettori di sinistra tra i due turni, Emmanuel Macron ha promesso una revisione della politica climatica davanti a una folla di sostenitori a Marsiglia.

Macron ha detto che il prossimo primo ministro avrà la responsabilità della pianificazione ambientale, sostenuto da due ministri per supervisionare la transizione verde: un'idea molto simile a quella proposta da Mélenchon.

Macron ha snocciolato gli altri elementi principali del suo manifesto: risparmio energetico, energia nucleare (sei reattori di nuova generazione, con studi avviati per altri otto), grandi investimenti nelle energie rinnovabili con 50 parchi eolici in mare entro il 2050, più trasporto ferroviario e fluviale, lotta all'inquinamento atmosferico, più alberi.

Phil Noble/AP
Il presidente francese Emmanuel Macron alla Cop26 di Glasgow, Scozia, lunedì 1 novembre 2021Phil Noble/AP

Il presidente vuole anche sviluppare un settore esclusivamente francese di auto elettriche con un accesso più facile attraverso un programma di leasing. In programma anche una "Fête de la nature" annuale, ispirata alla festa della musica che si tiene ogni anno con successo in Francia.

Gli ambientalisti mettono in dubbio la sincerità di Macron, avendolo bollato come il "presidente dell'inazione climatica" o il "presidente dei piccoli passi" durante il suo primo mandato. Sia lui che Le Pen sono stati criticati per non aver affrontato i temi ambientali durante il loro dibattito televisivo.

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4. Riforma ambiziosa dell'Ue

Una più profonda integrazione europea è un tema chiave per Emmanuel Macron fin dalla sua elezione nel 2017. Questa volta, anche se ha spinto meno sull'europeismo durante la campagna, il presidente ha descritto il suo programma come un programma di "sovranità nazionale ed europea".

Le sue ambizioni europee includono l'autonomia "energetica e strategica", una riforma della zona di libera circolazione di Schengen con una migliore protezione delle frontiere esterne dell'Ue, e una politica comune di asilo. Macron vuole anche che i paesi europei sviluppino una capacità di difesa più forte, e una spinta concreta per rilanciare l'industria tecnologica europea.

Per rilanciare l'economia Macron propone misure con una dimensione sociale ed economica: una tassa sul carburante in tutta l'Ue, norme europee applicate negli accordi commerciali, nonché una direttiva su salario minimo e uguaglianza di genere.

Infine, per i giovani, il presidente e la Commissione europea vogliono sviluppare un programma di servizio civico europeo di sei mesi che offra scambi accademici o professionali, o lavori di beneficenza.

5. Bilanciamento della guerra in Ucraina

Emmanuel Macron ha appoggiato le sanzioni dell'Ue contro la Russia per la guerra in Ucraina: il suo governo ha annunciato che prenderà in considerazione un divieto sulle importazioni di petrolio russo. Il presidente ha descritto le atrocità russe a Bucha come "crimini di guerra" e ha chiesto che i responsabili siano portati davanti alla giustizia internazionale.

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Eppure Macron ha sempre sostenuto il dialogo con Mosca. Appena tre settimane dopo la vittoria elettorale di Macron nel 2017, Vladimir Putin è stato accolto a Versailles in pompa magna, nonostante le tensioni su Siria e Ucraina. Putin ha visitato anche la residenza estiva del presidente francese nel sud della Francia prima di un vertice del G7.

Alexei Nikolsky/AP
Vladimir Putin e Emmanuel Macron a Versailles, maggio 2017Alexei Nikolsky/AP

Questi incontri non sono riusciti ad allentare le tensioni a lungo termine. E le molteplici telefonate di Macron con il suo omologo russo lo scorso inverno, mentre le forze di Mosca si ammassavano ai confini dell'Ucraina, non hanno impedito alla Russia di cominciare la guerra.

Venerdì il presidente francese ha detto a una radio francese che "non esclude" di parlare di nuovo con Putin, pur riconoscendo che l'obiettivo potrebbe essere relativamente modesto, come ottenere l'accesso umanitario per Mariupol.

"L'Europa deve sedersi al tavolo - ha detto Macron a France Inter -. Dobbiamo essere tutti molto vigili. Non dobbiamo trovarci in una situazione in cui, poiché avevamo deciso di non parlare più con il presidente Putin, i negoziatori saranno i presidenti di Turchia, CIna o altri paesi".

Per Macron la Francia e l'Europa devono evitare un impegno militare diretto in Ucraina, che secondo lui sarebbe visto come un'escalation del conflitto o addirittura l'inizio di una "nuova guerra mondiale".

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