Kiev e dintorni. La guerra non ferma le celebrazioni della Pasqua ortodossa: "Un simbolo di resurrezione anche per il nostro Paese" dicono gli ucraini
Nella domenica della Pasqua ortodossa, le riunioni pubbliche erano state scoraggiate.
Ma per molti, in Ucraina, era più importante che mai pregare nelle poche chiese rimaste aperte il 60° giorno di guerra. Come la Cattedrale Volodymyrska a Kiev.
Alla periferia della Capitale, nelle zone devastate dall'occupazione russa, alcune persone hanno voluto celebrare il giorno di festa.
Il pranzo di Pasqua nel seminterrato a Irpin
Arriviamo a Irpin, i residenti ci salutano e preparano il cibo.
Siamo stati invitati a condividere il pasto che un gruppo di persone ha preparatonel seminterrato di un edificio diroccato dove ancora vivono. Non c'è acqua né elettricità.
L'intera zona è stata occupata per settimane dalle truppe russe, che hanno devastato le abitazioni.
Camminiamo tra i resti dei carri armati, andando alla fossa comune più vicina, dove sono state seppellite 6 persone. Ma è necessario andare avanti, tornare a sperare, dicono gli abitanti di Irpin.
La speranza di resurrezione
Con il suo buon umore, Sasha è il preferito di tutti. È stato torturato dai soldati russi ed è scampato alla morte per un pelo.
"Sento il calore degli amici - dice Sasha - Non ci conoscevamo prima della guerra. E ora siamo insieme, ci aiutiamo e ci sosteniamo a vicenda in ogni modo possibile. Siamo come una sola famiglia".
Alla domande sul perché sia importante festeggiare la Pasqua con la guerra che devasta il Paese, Natalia risponde: "È un simbolo di resurrezione. Festeggiando, ci rendiamo davvero conto che eravamo quasi morti, e che ora siamo tornati in vita".
"Per me la Pasqua significa la vittoria del bene sul male - spiega Inna - E quest'anno è ancora più simbolico. Speriamo che il bene vinca, che l'Ucraina vinca, in questa guerra".