Il presidente è stato riconfermato con il 58% dei voti contro il 41,5% di Le Pen, che pure ha detto di considerare "storico" il risultato
Il presidente francese Emmanuel Macron è stato riconfermato con un 58,5% dei voti al ballottaggio di questa domenica.
La sua sfidante, che come cinque anni fa era la rappresentante del Rassemblement National Marine Le Pen, ha immediatamente riconosciuto la sconfitta, nel suo discorso di fronte ai suoi sostenitori nel quartier generale di Parigi.
"Non salutiamo questi risultati con risentimento o rancore, ma ci affacciamo al futuro con maggior determinazione" ha detto Le Pen, chiarendo di considerare il 41,5% di voti incassato a questo ballottaggio come un risultato storico.
"Da questa sconfitta non posso che uscire che con rinnovata speranza" ha aggiunto, riferendosi a una proiezione che le conferisce comunque quasi 10 punti percentuali in più rispetto al 2017.
"Questo risultato è espressione di una grande voglia di cambiamento, rispetto all'erosione del potere d'acquisto e alla disgregazione dei nostri valori repubblicani. Il timore è che il governo seguiterà in questa direzione: per questo proseguirò con la determinazione che ci è propria".
Voto di sbarramento
Pur immaginando una corsa molto più serrata, analisti e politologi in Francia avevano comunque ampiamente previsto un'altra vittoria per Macron.
Con quasi il 28% dei voti conquistati lo scorso 10 aprile, il Presidente in carica sapeva di poter contare sul cosiddetto "voto di sbarramento", con cui l'estrema destra è stata storicamente tenuta fuori dall'Eliseo: fin dalla notte elettorale del primo turno, la repubblicana Valerie Pecrésse, la socialista Anne Hidalgo, il comunista Fabien Roussel e il verde Jannick Jadot avevano esortato i rispettivi elettori a convergere su Macron.
Anche Jean Luc Melenchon - candidato della sinistra radicale rimasto per un soffio fuori dal ballottaggio, su cui erano circolate alcune perplessità circa un possibile scivolamento a destra - aveva fermamente invitato i propri elettori a non concedere "un singolo voto a Le Pen".
"Presidente di tutti"
A loro, nel suo discorso tenuto al Campo di Marte, ai piedi della Torre Eiffel, Macron ha voluto rivolgere un pensiero particolare.
"So che molti non mi hanno votato perché mi sostenessero personalmente, ma per arginare l’avanzata dell’estrema destra" ha puntualizzato. "Voglio dir loro che so che questo voto mi impegna per i prossimi anni al rispetto delle differenze che sono emerse in queste settimane".
"Anche il silenzio degli astenuti ha significato un malessere a cui dobbiamo dare una risposta. E penso anche a tutti coloro che hanno votato Le Pen, e comprendo la loro delusione" ha continuato Macron, zittendo sul nascere ogni fischio accennato all'indirizzo della sua sfidante.
"A partire da ora - ha chiosato - non sono più il candidato di una parte politica, ma il presidente di tutti e di tutte. E so che, per quanto riguarda molti dei nostri compatrioti che hanno votato l’estrema destra, la rabbia e le disillusioni che li hanno portati verso quel progetto devono trovare una risposta, perché questo voto ci impone di considerare tutte le difficoltà e la disaffezione che si sono manifestate".
Paese spaccato tra rabbia e astensionismo
In effetti, Emmanuel Macron si trova stavolta a guidare un paese che gli ha conferito un mandato molto meno netto rispetto al 2017, quando fu eletto con oltre il 66% dei consensi.
Non soltanto l'estrema destra appare in costante crescita rispetto al 2017(allora Le Pen incassò il 33% dei voti); ma quasi un terzo del paese stavolta ha scelto di disertare le urne.
Con un 28%, il dato sull'astensione è il peggiore dal 1969, come sottolineato in serata da diversi istituti demoscopici. E proprio tra gli elettori di sinistra stufi della logica del voto utile e del "male minore", oltre che tra i giovani, sembra si contino parecchi di coloro che si sono tenuti lontani dai seggi, e ai quali Macron ha promesso risposte.
"La più grande sfida di Macron sarà quella di creare un senso di coesione in un paese estremamente frammentato, dove l'estrema destra ottiene il 41% dei voti" ha detto Tara Varma, del Consiglio europeo per le Relazioni estere. "Le Pen farà del suo meglio per capitalizzare il suo risultato alle elezioni parlamentari di giugno".
"Anni difficili"
Nel suo discorso, in effetti, Macron non ha nascosto che quelli del suo secondo mandato saranno anni molto difficili.
Il Presidente ha menzionato la situazione in politica estera, con l'invasione dell'Ucraina da parte di una Russia i cui rapporti con Parigi si sono fatti sempre più complicati; e le difficoltà interne, con un paese spaccato a metà tra coloro che hanno deciso di riconfermare la propria fiducia al progetto liberale ed europeista di Macron, e quanti da tale progetto si sentiti traditi o ignorati.
"Dovremo essere rispettosi - ha puntualizzato il Presidente, parlando ai suoi sostenitori - perché il nostro paese è in preda al dubbio e alle divisioni. Dovremo essere forti ma nessuno sarà dimenticato, nessuno sarà abbandonato a se stesso. Tutti insieme dovremo lavorare per trovare questa unità e raccogliere le sfide che ci attendono. Gli anni che ci aspettano non saranno facili, ma insieme scriveremo il futuro delle nostre generazioni"
Endorsement internazionali
In serata, Macron ha incassato le congratulazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che in un tweet lo ha definito "un vero amico dell'Ucraina"
"Apprezzo il suo sostegno - ha scritto Zelensky - e sono convinto che stiamo andando avanti insieme verso nuove vittorie comuni. Verso un'Europa forte e unita!"
Apprezzamento per la vittoria è arrivato anche dalle massime cariche europee, che sono apparse sollevate per il risultato: congratulazioni sono arrivate dalla presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen e dal presidente del Consiglio Charles Michel. Dall'Italia, felicitazioni sono arrivate anche da Draghi, Letta e Di Maio.
Fuori dal vecchio continente, si è felicitato il presidente americano Joe Biden e lunedì mattina sono arrivati anche gli auguri, non scontati visto il contesto internazionale del presidente cinese Xi Jinping e del russo Putin che ha augurato a Macron successo nell'azione pubblica e buona salute.
"Da Macron - conclude Tara Varma - ci si aspetta che riprenda il mantello della leadership diplomatica europea. Ha menzionato l'Ucraina nel suo discorso della vittoria. Dovrebbe recarsi immediatamente a Kiev con il cancelliere Olaf Scholz per dimostrare il sostegno dell'Europa all'Ucraina. Macron ha ora bisogno di adattare il suo metodo quando si tratta di difendere la sua agenda europea. Dovrebbe lottare per un'Europa più inclusiva e partecipativa".
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La nostra copertura della notte elettorale
Le prime sfide di Emmanuel Macron secondo Tara Varma del Consiglio europeo per le relazioni estere
"La più grande sfida di Macron sarà quella di creare un senso di coesione in un paese estremamente frammentato dove l'estrema destra ottiene il 41% dei voti. Le Pen farà del suo meglio per capitalizzare il suo risultato per le elezioni parlamentari di giugno" scrive Tara Varma, del Consiglio europeo per le Relazioni estere.
"Macron - continua Varma - dovrà anche fare in modo che la presidenza francese in corso dell'Unione Europea sia un successo. Il mandato terminq il 30 giugno e c'è una prossima conferenza sui Balcani occidentali da organizzare, che offre l'opportunità di iniziare a ripensare la politica di allargamento dell'Unione".
Secondo la politologa, inoltre, il Presidente appena riconferma "dovrà riprendere il mantello della leadership diplomatica europea. Ha menzionato l'Ucraina nel suo discorso della vittoria. Dovrebbe recarsi immediatamente a Kiev con il cancelliere Olaf Scholz per dimostrare il sostegno dell'Europa all'Ucraina. Macron ha ora bisogno di adattare il suo metodo quando si tratta di difendere la sua agenda europea. Dovrebbe lottare per un'Europa più inclusiva e partecipativa".
Macron: "ci attendono anni molto difficili"
"Avete scelto un progetto umanista, sociale , ecologico, fondato sul lavoro, favorevole alla liberazione delle nostre forze accademiche, culturali ed imprenditoriali" ha proseguito Macron, nel suo partecipatissimo discorso ai piedi della Tour Eiffel.
"E questo progetto voglio incarnarlo con forza nei prossimi anni, essendo depositario anche delle divisioni che hanno trovato espressione, impegnandomi affinché ciascuno venga rispettato, con una maggiore eguaglianza tra uomini e le donne. Ed è per questo che dovremo essere esigenti e ambiziosi. Abbiamo molto da fare: lai guerra in Ucraina è lì a ricordarci che dobbiamo misurarci con eventi tragici, in cui la Francia deve far sentire la sua voce, e lo faremo"
"E dovremo anche essere rispettosi - ha puntualizzato il Presidente rieletto - perché il nostro paese è anche in preda al dubbio e alle divisioni, dovremo essere forti ma nessuno sarà dimenticato, nessuno sarà abbandonato a se stesso. Tutti insieme dovremo lavorare per trovare questa unità e raccogliere le sfide che ci attendono. Gli anni che ci attendono non saranno facili ma insieme scriveremo il futuro delle nostre generazioni"
Bagno di folla per Macron: "daremo risposte a rabbia e disaffezione"
Bagno di folla per Emmanuel Macron, che ha voluto tenere il suo discorso ai piedi della torre Eiffel.
"Dopo 5 anni di trasformazioni difficili e crisi straordinarie, una maggioranza di noi ha scelto di avere di nuovo fiducia in me" ha detto Macron, trattenendo a stento le lacrime. "Voglio quindi ringraziare tutti i militanti, i volontari, i compagni di strada, i deputati che mi accompagnano dall'inizio del mio percorso e che hanno reso possibile questo risultato".
Macron ha voluto rivolgersi in particolare a quanti non lo hanno sostenuto.
"So che molti non mi hanno votato perché mi sostenessero personalmente - ha puntualizzato - ma per arginare l’avanzata dell’estrema destra: voglio dir loro che so che questo voto mi impegna per i prossimi anni al rispetto delle differenze che sono emerse in queste settimane".
"Anche il silenzio degli astenuti ha significato un malessere a cui dobbiamo dare una risposta. E penso anche a tutti coloro che hanno votato Le Pen, e comprendo la loro delusione" ha continuato Macron, zittendo sul nascere ogni fischio accennato all'indirizzo della sua sfidante. "A Partire da ora non sono più il candidato di una parte politica, ma il presidente di tutti e di tutte. E so che per molti dei nostri compatrioti che hanno votato l’estrema destra, la rabbia e le dizioni che li hanno portati a votare quel progetto devono trovare una risposta, perché questo voto ci impone di considerare tutte le difficoltà e la disaffezione che si sono manifestate