Più rinnovabili, meno emissioni. Il mix di energie fa bene all’ambiente

Svezia campione delle energie pulite: quasi il 60% è rinnovabile
Due rinnovabili sono meglio di una. Mix di energie pulite e sfruttamento del calore di scarto sono alcune delle soluzioni più efficaci per ottimizzare efficienza e benefici ambientali. Con picchi che sfiorano il 60% del totale, campione UE nel ricorso alle energie pulite è la Svezia.
Biomasse e calore di scarto. Il matrimonio virtuoso che taglia gli sprechi
Qui, alle porte di Malmö, la città di Lund ospita l’impianto di Örtoftaverket, che alimenta 50.000 abitazioni di diversi comuni. E’ la più grande centrale di "teleriscaldamento" al mondo. Rispetto ai sistemi tradizionali, quello di cui si avvale è considerato tra i più performanti per limitare gli sprechi e ottenere rinnovabili al 100%. L’energia che produce proviene dalle biomasse, ma anche dal recupero del calore di scarto, generato dai processi di trasformazione, che solitamente va perso.
Dall’ottimizzazione energetica alla lotta al cambiamento climatico
Euroheat & Power è un network di organizzazioni e professionisti con sede a Bruxelles, che promuove metodi di riscaldamento e di raffreddamento sostenibili in Europa. "In principio soluzioni come questa erano state sviluppate per ottimizzare l’efficienza energetica spiega l’ex amministratore delegato, Paul Voss -. Se in una città c’erano una centrale o un’industria che producevano del calore di scarto, si mirava cioè a sfruttarlo, piuttosto che doverne generare altro. Oggi si stanno rivelando soluzioni importanti anche per contrastare il cambiamento climatico".
Laguna de Duero: laboratorio del cambiamento, dove di riducono consumi e CO2
La combinazione di diverse rinnovabili è una delle soluzioni adottate anche a Laguna de Duero, città spagnola non lontana da Valladolid che, insieme a Lund e a Soma, in Turchia, ha testato le innovazioni elaborate dal progetto dell’Unione Europea, Cityfied. Il risultato: un risparmio energetico del 50% e un drastico taglio alle emissioni.
“Biomasse + gas naturale = tagli alle emissioni di oltre il 70%”
"Disponiamo di un sistema misto di produzione di calore, che per l’80% proviene dalle biomasse, mentre il restante 20% proverrà in futuro dal gas naturale – spiega Javier Martín Sanz, ingegnere della compagnia Veolia, che ha partecipato all’elaborazione delle soluzioni tecniche - . Abbiamo anche un meccanismo di back-up: semmai l’energia prodotta dalle biomasse non bastasse quindi a rispondere ai picchi di domanda, subentrerebbe allora il gas. E questa produzione mista ci permette una riduzione delle emissioni di CO2 di oltre il 70%".
Cambiare modello economico. Altolà e obiettivi della Commissione Europea
“Il nostro modello economico basato sulle energie fossili ha raggiunto i suoi limiti”, aveva messo in guardia già lo scorso anno la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Un altolà, arrivato in occasione del cosiddetto Pacchetto pronti per il 55%: una serie di linee guida che, in vista della neutralità climatica all’orizzonte del 2050, ha stabilito l’impegno a tagliare le emissioni di almeno il 55% entro il 2030.
Questo articolo è stato prodotto in collaborazione con Icons Innovations Strategies, nell'ambito della programmazione speciale che in questo mese di luglio euronews dedica ai 10 anni dall'adozione della "Bioeconomy Strategy", la strategia dell'Unione Europea per accelerare l'attuazione di una bioeconomia sostenibile.