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Migranti, Paesi "sicuri" per i richiedenti asilo: le varie posizioni e proposte dell'Ue

Bambini rifugiati siriani dietro una recinzione nel campo profughi di Nizip, nella provincia di Gaziantep, nel sud-est della Turchia.
Bambini rifugiati siriani dietro una recinzione nel campo profughi di Nizip, nella provincia di Gaziantep, nel sud-est della Turchia. Diritti d'autore  Lefteris Pitarakis/AP
Diritti d'autore Lefteris Pitarakis/AP
Di Lauren Walker
Pubblicato il
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La Commissione ha presentato due proposte per gestire la migrazione irregolare. Una consente di accelerare la presentazione delle domande di asilo da parte di alcuni Paesi. L'altra, più controversa, consente ai Paesi dell'Ue di inviare persone in Paesi terzi con cui non hanno legami

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La Commissione ha proposto la scorsa settimana una revisione del concetto di "Paese terzo sicuro", un'iniziativa che va nella direzione di "esternalizzare" la gestione delle richieste di asilo al di fuori dei propri confini, come chiesto da vari membri inclusa l'Italia.

Secondo le norme attuali, le autorità nazionali possono trasferire i richiedenti asilo in un "Paese terzo sicuro", solo se i migranti hanno un legame con questo Paese, per esempio un precedente soggiorno o la presenza di familiari.

La nuova proposta elimina questo requisito. I critici hanno affermato che ciò segue la politica di deportazione del Regno Unito in Ruanda, che è stata dichiarata illegale dalla Corte Suprema del Paese.

L'eurodeputata tedesca, Lena Düpont, che sostiene la proposta, ha sostenuto che essa invia il giusto messaggio.

"È collegata a una delle ultime proposte presentate, quella sul rimpatrio, in cui si esamina specificamente anche l'efficacia delle procedure di rimpatrio nei Paesi di origine, di transito o nei Paesi terzi", ha detto Düpont che fa parte del Partito popolare europeo.

I dati della Direzione Generale Migrazione e Affari Interni mostrano che ogni anno viene disposto l'allontanamento di oltre 400mila cittadini stranieri senza diritto di soggiorno nell'Ue. Tuttavia, solo circa il 20 per cento di loro viene effettivamente rimpatriato.

Nel frattempo, ong e diversi esperti di migrazione hanno affermato che la proposta solleva preoccupazioni sulla garanzia dei diritti fondamentali delle persone.

"Oltre a essere caotico e arbitrario, inviare persone in Paesi con i quali non hanno alcun legame, alcuna prospettiva o sostegno, lo riteniamo fondamentalmente devastante a livello umano", ha dichiarato Olivia Sundberg Diez, avvocata di Amnesty International per le migrazioni e l'asilo.

"Ignora l'autonomia di una persona e quindi non riteniamo ragionevole aspettarsi che rimanga lì. Non può essere una soluzione sostenibile", ha proseguito Sundberg Diez. I gruppi per i diritti sostengono inoltre che questa soluzione graverà sulle nazioni più povere.

Come definisce l'Ue il Paese di origine "sicuro"?

Questa proposta è stata preceduta da un'altra mozione della Commissione, intitolata "Paesi di origine sicuri", che prevede che le richieste di asilo dei migranti provenienti da Paesi candidati all'Ue, come la Turchia e la Georgia, e da altri sette Paesi considerati "sicuri", possano essere accelerate in quanto è "improbabile che abbiano successo".

Alcuni Stati membri, tra cui l'Italia e la Grecia, dispongono già di un elenco nazionale di Paesi di origine sicuri, ma la lista dell'Ue mira a rendere il sistema più uniforme.

"L'obiettivo è quello di migliorare il trattamento delle richieste di asilo quando possono essere considerate manifestamente infondate per vari motivi. E allo stesso tempo, fare in modo che coloro che non hanno il diritto di rimanere all'interno dell'Unione europea, ma sono già qui, vengano effettivamente rimpatriati", ha dichiarato l'eurodeputata Düpont.

Gruppi per i diritti ribattono che è discutibile la stessa definizione di Paesi sicuri. Le liste dell'Ue e dell'Italia includono per esempio l'Egitto dove, secondo un rapporto di Human Rights Watch, le autorità arrestano e puniscono sistematicamente critici e attivisti e perseguitano le persone Lgbtq+.

La Commissione Ue ha presentato l'elenco come "dinamico" che può essere ampliato o modificato nel tempo. I Paesi che non soddisfano più i criteri saranno rimossi.

"Aumenta il rischio di detenzioni arbitrarie e automatiche in Paesi lontani dall'Ue", ha avvertito Sundberg Diez di Amnesty International. Abbiamo già visto nell'attuale impegno dell'Ue con Paesi come la Tunisia (con cui esiste un Memorandum d'intesa) che semplicemente non c'è la capacità o l'interesse di monitorare e far rispettare le tutele dei diritti umani".

La proposta sui Paesi sicuri sarà vagliata dal Parlamento e dal Consiglio europeo, per concordare un testo da adottare.

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