Le richieste di asilo dei cittadini di 15 Paesi verranno analizzate con una procedura accelerata. L'elenco potrà essere aggiornato e non sostituisce quelli adottati dagli Stati membri
La Commissione europea ha presentato la prima lista comune europea di Paesi di origine sicuri per le persone migranti.
Il concetto di Paese di origine sicuro è importante per la trattazione delle domande di asilo: anche se ogni richiesta deve essere analizzata singolarmente, chi proviene da un Paese sicuro potrà essere sottoposto a una procedura accelerata, della durata massima di tre mesi, cosa che velocizzerà anche i rimpatri.
La lista include 15 Paesi in totale. La Commissione considera che tutti i Paesi candidati all'adesione all'Unione europea soddisfino i criteri per essere designati come Paesi di origine sicuri, con l’eccezione temporanea dell’Ucraina a causa della guerra in corso sul suo territorio.
Ciò significa che Albania, Bosnia, Georgia, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia sono tutti inclusi nell'elenco. A questi si aggiungono altri sette Paesi: Kosovo, Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Marocco e Tunisia.
I migranti provenienti da tutti questi Stati ottengono raramente lo status di rifugiato nell’Unione europea, con tassi di riconoscimento pari o inferiori al 5%, ha spiegato la Commissione europea.
Oltre a questo criterio, gli stati nella lista sono stati scelti perché i loro cittadini sono esentati dal visto per viaggiare nell'Unione o perché negli ultimi anni hanno presentato un numero consistente di richieste di asilo rigettate.
La lista "dinamica" dei Paesi di origine sicuri
La lista europea dovrà ora essere approvata dal Parlamento e dagli Stati membri, ma non è destinata a sostituire le liste nazionali.
Molti Paesi dell’Unione dispongono infatti di proprie liste di Paesi di origine sicuri, i cui cittadini sono soggetti a procedure di asilo accelerate.
Ad esempio, la lista dell’Italia comprende 19 Paesi, tra cui Ghana, Senegal e Algeria. Attualmente, la Germania ne elenca nove, ma il nuovo governo intende espanderla significativamente includendo anche Algeria, India, Marocco e Tunisia.
La Commissione afferma che il suo elenco comune favorirà una maggiore convergenza tra le liste nazionali degli Stati membri. L’elenco della Commissione potrebbe anche essere incluso in future proposte sul tema, per semplificare la designazione dei Paesi di origine sicuri, ha spiegato la Commissione.
L’elenco europeo dei Paesi di origine sicuri è anche “dinamico”, il che significa che alcuni Paesi possono essere rimossi o nuovi Paesi possono essere inclusi. La Commissione riesaminerà regolarmente le condizioni di ciascun Paese presente nella lista: se un Paese viene estromesso dalla lista europea può essere mantenuto sulla lista nazionale di uno Stato dell'Unione, ma solo se la Commissione non vi si oppone.
Secondo Sara Prestianni dell'associazione EuroMed Rights, già fra i Paesi inclusi nella lista ci son ocasi problematici. "Ci sono Paesi che hanno sistematicamente violato i diritti umani, che in questo momento stanno attraversando una stretta autoritaria e dove non esiste un reale accesso alla giustizia. Penso, ad esempio, all’Egitto, ma anche a Tunisia e Turchia".
Una questione controversa
La designazione dei Paesi di origine sicuri si è rivelata controversa. In diversi Stati membri, i tribunali hanno bloccato l’espulsione di un migrante o il trattamento della sua domanda d’asilo con procedura accelerata, sostenendo che il suo Paese di origine non poteva essere considerato sicuro.
La questione è anche all'origine del blocco dei trasferimenti di richiedenti asilo nell'accordo tra Italia e Albania, per cui il governo italiano avrebbe dovuto analizzare in territorio albanese, tramite procedura accelerata alcune domande di richiedenti asilo salvati nel Mar Mediterraneo.
Ma i tribunali italiani hanno bloccato i trasferimenti, rinviando la questione alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, poiché non era chiaro se i Paesi di origine potessero essere considerati interamente sicuri.
Anche questo aspetto viene tenuto in considerazione nella proposta della Commissione, per cui sarà possibile designare un Paese come Paese di origine sicuro anche con eccezioni per determinate parti del suo territorio o categorie di persone chiaramente identificabili.
La lista europea e la modifica della designazione dei Paesi di origine sicuri sono elementi in realtà già presenti nel Patto migrazioni e asilo, la riforma della politica migratoria europea approvata definitivamente a maggio 2024. Ma la Commissione vuole anticiparne l'entrata in vigore rispetto alla data prevista, il 2026.
Allo stesso modo, la Commissione ha proposto di anticipare la regola per cui le procedure di asilo accelerate possono essere applicate a tutti i richiedenti cittadini di un Paese con un tasso di riconoscimento dell'asilo inferiore al 20%.
Il concetto di Paese di origine sicuro è diverso da quello di Paese terzo sicuro, che si riferisce a Paesi stranieri verso cui possono essere deportati i richiedenti asilo respinti dall’Unione, in presenza di determinate condizioni.