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Svezia, più soldi ai migranti per andare via: "Abbiamo un problema con l'integrazione", dice premier

Scolari migranti camminano sotto un ponte ferroviario a Flen, a ovest di Stoccolma, 30 agosto 2018
Scolari migranti camminano sotto un ponte ferroviario a Flen, a ovest di Stoccolma, 30 agosto 2018 Diritti d'autore  AP
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Di Jesse Dimich-Louvet
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In un'intervista a Euronews, il premier svedese Ulf Kristersson ha dichiarato che l'integrazione deve essere controllata e ha sostenuto l'aumento degli incentivi finanziari per il rimpatrio dei migranti da 900 a 32mila euro.

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Il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, ha dichiarato questa settimana a Euronews che c'è "l'assoluta necessità di controllare l'immigrazione", spingendo anche sugli incentivi finanziari che già esistono per lasciare il Paese.

Kristersson, a margine del Congresso del Partito popolare europeo che si è tenuto a Valencia in Spagna, ha ribadito la sua proposta di aumentare significativamente la somma di denaro offerta a migranti per lasciare la Svezia, attualmente di 900 euro per adulto. Secondo l'Agenzia svedese per la migrazione, nel 2023 solo una domanda su 70 è stata approvata indicando un successo finora limitato dell'iniziativa.

Per invertire la tendenza, il governo di Stoccolma pensa di portare l'importo a 32mila euro, un incremento del 3400 per cento.

Il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, arriva al vertice dell'Ue presso la sede del Consiglio europeo a Bruxelles (20 marzo 2025)
Il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, arriva al vertice dell'Ue presso la sede del Consiglio europeo a Bruxelles (20 marzo 2025) AP Photo

Il concetto di incentivi finanziari per il rimpatrio volontario esiste da decenni, tanto che Kristersson ha dichiarato di ispirarsi alla Danimarca.

"Stiamo copiando il modello danese e stiamo aumentando la somma in modo significativo per rendere più facile la vita di coloro che si rendono conto che preferirebbero tornare nel loro Paese e che, per diverse ragioni, non sentono di trovare in Svezia una vita ben funzionante", ha detto il primo ministro svedese.

Kristersson ha premesso di non credere che "esista un metodo che possa funzionare per molte persone", ribadendo la questione di fondo per l'esecutivo di Stoccolma.

"Abbiamo un problema di integrazione e se le persone che hanno il diritto legale di rimanere in Svezia fondamentalmente non si integrano, fondamentalmente non apprezzano lo stile di vita svedese", ha dichiarato a Euronews, "allora almeno penseranno di tornare nel loro Paese d'origine".

La proposta dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2026.

Un poliziotto svedese sorveglia migranti appena arrivati alla stazione di Hyllie, alle porte di Malmö (19 novembre 2015)
Un poliziotto svedese sorveglia migranti appena arrivati alla stazione di Hyllie, alle porte di Malmö (19 novembre 2015) AP Photo

Svezia, premier solleva la questione del rimpatrio dei migranti espulsi

La politica migratoria dell'Ue sancita nel nuovo come il Patto per la migrazione viene apprezzata da Kristersson, che denuncia però come i richiedenti asilo la cui domanda si respinta non debbano rimanere sul territorio europeo.

"In questo momento, abbiamo circa l'80 per cento che, pur avendo ricevuto una decisione negativa in materia di asilo, rimane in Europa. Questo è semplicemente inaccettabile in Svezia", ha sottolineato il primo ministro.

"Abbiamo gestito la situazione, credo che ora circa il 20 per cento di coloro che hanno avuto un rifiuto rimanga anche se non dovrebbe. Quindi dobbiamo assolutamente controllare la migrazione", ha aggiunto.

Kristersson ha apprezzato come l'atteggiamento in Europa al riguardo stia cambiando, tanto che la Commissione europea ha di recente proposto misure per rendere più efficace il rimpatrio dei migranti irregolari.

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