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Borrell: "L'Ucraina deve poter colpire la Russia con le armi fornite"

Il ministro degli Esteri ucraino Kuleba e l'Alto rappresentante europeo per la Politica estera Borrell
Il ministro degli Esteri ucraino Kuleba e l'Alto rappresentante europeo per la Politica estera Borrell Diritti d'autore Virginia Mayo/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Virginia Mayo/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Andrea Barolini
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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L'Alto rappresentante per la Politica estera dell'Ue, Josep Borrell, ha accolto a Bruxelles il ministro degli Esteri ucraino Kuleba, e ha spiegato che le restrizioni sull'uso delle armi fornite a Kiev dovrebbero essere eliminate, pur "nel rispetto del diritto internazionale"

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Le restrizioni sull'uso delle armi fornite all'Ucraina nella guerra contro la Russia dovrebbero essere eliminate. A spiegarlo è stato l'Alto rappresentante della Politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea, Josep Borrell, che ha accolto il ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba a Bruxelles, per un consiglio Affari esteri informale.

Kuleba: "L'Ucraina ha dimostrato a Kursk che può vincere la guerra"

Il responsabile della diplomazia comunitaria ha precisato che le armi che l'Occidente ha concesso all'Ucraina dovrebbero poter godere di un "pieno utilizzo per colpire obiettivi militari in Russia", ciò a patto che venga rispettato il diritto internazionale. Per questo, secondo Borrell, occorrerebbe una decisione in questo senso da parte dei Ventisette.

Al suo arrivo nella capitale belga, Kuleba ha spiegato alla stampa che a suo avviso l'Ucraina "ha dimostrato che può vincere la guerra" e che lo ha fatto "contro ogni previsione e contro tutti quelli che parlavano di situazione di stallo e di impossibilità di prevalere". Il riferimento, ovviamente, è alla vasta operazione avviata all'inizio di agosto dall'esercito ucraino, che ha invaso la regione russa di Kursk, penetrando nel territorio e arrivandone a controllare - secondo fonti militari di Kiev - circa 1.300 chilometri quadrati.

Borrell: "Mosca colpisce la rete energetica ucraina per spingere Kiev alla capitolazione"

Il ministro ucraino ha per questo invitato a "concedere il permesso di colpire obiettivi militari legittimi" sul suolo russo.

In particolare, la speranza è di poter indebolire le strutture utilizzate dall'aviazione di Mosca, a partire dalle basi da cui partono caccia, bombardieri e droni che vengono lanciati contro il territorio ucraino. Ciò con l'obiettivo, ha proseguito Kuleba, di "ridurre la capacità della Russia di colpire le nostre infrastrutture cruciali". Ha quindi concluso dichiarando che "se le decisioni verranno prese, l'Ucraina prevarrà. Se non sarà così, non ci si dovrà lamentare".

"Kuleba ha ragione - gli ha fatto eco Borrell -. È chiaro che le forze ucraine, ben equipaggiate, possono cambiare il corso della guerra, non solo difendendosi ma respingendo l'invasione”. Il diplomatico europeo ha sottolineato infine come la strategia di Mosca sia quella di colpire in particolare la rete elettrica dell'Ucraina, al fine di rendere più problematica la stagione invernale e "spingere Kiev verso la capitolazione".

Borrell ha anche confermato che l'Unione Europea "ha iniziato a trasferire all'Ucraina" i proventi dei beni russi congelati nell'Ue per un valore di "1,4 miliardi". Si tratta di un "furto che avrà "sicuramente conseguenze legali", che ha commentato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo l'agenzia Tass.

Tajani: "Le armi italiane non possono essere utilizzate in Russia, noi non siamo in guerra"

Diametralmente opposta la posizione del ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, a Bruxelles per la riunione, che ha replicato di fatto a Borrell precisando che per quanto riguarda l'Italia "le nostre armi non possono essere utilizzate in territorio russo. Ciascun Paese è libero di decidere come sia giusto usare gli equipaggiamenti inviati in Ucraina. Noi abbiamo inviato armamenti soprattutto difensivi". Il capo della diplomazia del governo Meloni ha quindi ribadito: "Noi non siamo in guerra con la Russia". 

Sulla stessa linea l'Ungheria, una dei membri Ue più vicini a Mosca. "La pericolosa furia dell'Alto Rappresentante deve essere fermata. Non vogliamo altre armi in Ucraina, non vogliamo altri morti, non vogliamo un'escalation della guerra", ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, "oggi continuiamo ad adottare una posizione pacifica e di buon senso".

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