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Russia: ricercata la giornalista Rai Stefania Battistini, Tajani convoca l'ambasciatore russo

Il presidente russo Vladimir Putin, 12 settembre 2024
Il presidente russo Vladimir Putin, 12 settembre 2024 Diritti d'autore Alexei Danichev/Sputnik
Diritti d'autore Alexei Danichev/Sputnik
Di Maria Michela Dalessandro
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Le autorità russe hanno inserito nell'elenco delle persone ricercate la giornalista della Rai Stefania Battistini, insieme ad altri reporter occidentali, per essere entrati illegalmente nell'oblast russo di Kursk: lo ha reso noto il ministero degli Affari Interni di Mosca

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La Russia ha dichiarato persona ricercata l'inviata del servizio pubblico italiano RaiStefania Battistini, accusata di essere entrata illegalmente sul territorio nazionale al seguito delle truppe ucraine nella regione russa di Kursk. Lo ha riferito giovedì l'agenzia di stampa russa Tass citando il database del ministero degli Affari Interni di Mosca.

In una nota la Rai ha definito la decisione "un atto di violazione della libertà d'informazione".

La giornalista della Rai Stefania Battistini
La giornalista della Rai Stefania BattistiniDatabase del Ministero degli Affari Interni della Federazione Russa

In risposta all'inserimento di Battistini nella lista dei ricercati il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha annunciato la convocazione dell'ambasciatore russo in Italia Alexey Paramonov.

"Ho fatto convocare alla Farnesina l'ambasciatore della Federazione russa in Italia per manifestare la nostra sorpresa a causa della singolare decisione di Mosca di inserire la giornalista Battistini nella lista dei ricercati diramata dal ministero dell'Interno russo", ha scritto Tajani su X.

Russia: l'elenco dei giornalisti ricercati dalle autorità di Mosca

Oltre alla giornalista italiana Stefania Battistini, nella lista dei ricercati spiccano anche altri reporter stranieri: Nick Walsh della Cnn, Nicholas Simon Connolly della tv tedesca Deutsche Welle, Natalya Nagornaya, corrispondente dell'emittente tv ucraina 1+1, e altre due giornaliste ucraine, Diana Butsko e Olesya Borovik.

Giornalisti Rai in territorio russo: cosa è successo

È il 14 agosto quando la giornalista del Tg1 Stefania Battistini insieme al cameraman Simone Traini varcano il confine tra Ucraina e Russia per documentare l'incursione ucraina nella regione russa di Kursk iniziata dieci giorni prima.

Sono stati i primi reporter internazionali a farlo, seguiti da altri media. Dopo il reportage esclusivo dalla cittadina russa di Sudzha conquistata dagli ucraini, però, i servizi russi dell'Fsb hanno aperto un'indagine contro la giornalista e l'operatore. La contestazione è di avere "attraversato illegalmente il confine di Stato della Federazione Russa e avere filmato un video nel territorio del villaggio di Sudzha, nella regione di Kursk".

Nel particolare, come ha riportato il canale russo Baza, si tratterebbe di un'accusa "ai sensi dell'articolo 322 del Codice penale della Federazione Russa sull'attraversamento illegale del confine dello Stato". La contestazione del Cremlino nei confronti dei giornalisti è quella di essere entrati "illegalmente" nel territorio russo per coprire quello che viene definito da Mosca un "attacco terroristico" dei militanti ucraini.

Le accuse di Mosca nei confronti dei giornalisti italiani dopo il reportage a Kursk

Dopo il reportage e le accuse di Mosca la giornalista Rai Stefania Battistini ha ricordato l'art. 79 della Convenzione di Ginevra secondo la quale “i giornalisti nelle zone di guerra devono essere trattati come civili e protetti come tali, a condizione che non prendano parte alle ostilità". Il 16 agosto Mosca ha convocato l'ambasciatrice italiana Cecilia Piccioni per protestare contro quello che ha definito un ingresso "illegale" dei due giornalisti. Il giorno dopo l'amministratore delegato della Rai Roberto Sergio aveva fatto rientrare in Italia la giornalista e il cameraman per sicurezza.

Secondo il ministero degli Affari Interni russo la troupe italiana avrebbe usato la loro presenza sul territorio russo per "nascondere il sostegno propagandistico ai crimini del regime di Kiev".

Nel comunicato del mese scorso, il dicastero ha sottolineato che "gli atti commessi dai cittadini italiani rientrano nel codice penale russo. Le autorità russe competenti stanno prendendo tutte le misure necessarie per accertare le circostanze che riguardano il crimine commesso dal personale della Rai per la loro valutazione legale e l'adozione di misure appropriate".

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