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Guerra in Ucraina: botta e risposta tra Mosca e Kiev sui colloqui di pace, la Cina mediatrice

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Image Diritti d'autore Andrii Marienko/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Di Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Giovedì il Cremlino ha dichiarato di essere aperto ai negoziati, ma di non aver ancora capito le intenzioni dell'Ucraina. Mercoledì il ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha detto al suo omologo cinese: noi pronti a negoziare a patto che la Russia lo faccia in buona fede

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Il Cremlino ha dichiarato di essere “aperto ai negoziati con l'Ucraina” per porre fine all'offensiva in corso, ma afferma di aver bisogno di chiarimenti sulla volontà di Kiev di partecipare ai colloqui.

"Fondamentalmente la Russia è aperta al processo negoziale, ma prima dobbiamo capire quanto l'Ucraina sia pronta e quanto la parte ucraina abbia, diciamo, il permesso dei suoi responsabili, perché finora sono state fatte dichiarazioni contraddittorie e le cose non sono del tutto chiare”, ha dichiarato giovedì ai giornalisti russi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ha sottolineato che in Ucraina è ancora in vigore il divieto di comunicare con la Russia.

La dichiarazione arriva a stretto giro con quanto detto mercoledì dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, che a Guanhzhou ha incontrato il suo omologo cinese Wang Yi per la prima volta dall'invasione russa dell'Ucraina.

La posizione dell'Ucraina sui negoziati con la Russia

Al termine del loro incontro Kuleba ha dichiarato che l'Ucraina è pronta a sedersi a un tavolo di trattativa con la Russia a condizione che il Cremlino sia disposto a negoziare in buona fede, cosa che Kiev non ha ancora riscontrato. Il diplomatico ucraino si è anche detto "convinto" che una pace giusta sia nell'interesse strategico della Cina.

“Kuleba ha ribadito... che [Kiev] è pronta a coinvolgere la parte russa nel processo negoziale in una certa fase, quando la Russia è pronta a negoziare in buona fede, ma ha sottolineato che al momento non si osserva una tale disponibilità da parte russa”, ha dichiarato il ministero degli Esteri ucraino.

A giugno il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che Mosca avrebbe posto fine alla guerra se Kiev si fosse ritirata cedendo l'intero territorio delle quattro regioni ucraine parzialmente occupate dalla Russia e abbandonando le sue ambizioni di entrare nella Nato, un'idea che Kiev ha respinto come un assurdo ultimatum.

Kiev sta invece cercando di organizzare un secondo vertice internazionale nel corso dell'anno per portare avanti il processo di pace. L'Ucraina ha già detto che vorrebbe che il vertice fosse ospitato da un Paese del “Sud globale” e che la Russia dovrebbe partecipare.

Secondo la Cina i tempi "non sono maturi" per i colloqui di pace

La Cina continua a presentarsi come parte neutrale nella guerra, insistendo sul fatto che l'unico modo per porre fine al conflitto è portare sia Kiev che Mosca al tavolo dei negoziati.

Mercoledì il portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha dichiarato che entrambe le parti hanno "in varia misura segnalato la loro disponibilità a negoziare", ma che i tempi "non sono maturi" per i colloqui di pace.

“Anche se le condizioni non sono ancora mature, sosteniamo tutti gli sforzi che favoriscono la pace e siamo disposti a continuare a svolgere un ruolo costruttivo per il raggiungimento di un cessate il fuoco e la ripresa dei colloqui di pace”, ha aggiunto Ning.

Il portavoce ha anche riportato di discussioni tra i due ministri sulla necessità di adottare una visione a lungo termine sulla costruzione di legami bilaterali tra i due Paesi, e ha dichiarato che la Cina "continuerà a espandere le sue importazioni di prodotti alimentari dall'Ucraina". Pechino continuerà anche a fornire assistenza umanitaria a Kiev.

Dall'inizio della guerra in Ucraina i membri della Nato hanno fatto più volte pressione sulla Cina perché sfruttasse la sua influenza sulla Russia, stretto partner politico ed economico, per convincere Vladimir Putin a mediare. Più volte gli alleati occidentali hanno anche insinuato che Pechino sostenesse militarmente Mosca nella sua invasione, ma la Cina ha sempre smentito. Anche la scorsa settimana il Paese asiatico ha ribadito che la sua posizione "è aperta e al di sopra di ogni dubbio".

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