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Elezioni in Germania, le posizioni dei partiti sulla crisi climatica

Un manifesto elettorale dei liberaldemocratici (Fdp) con l'ex ministro delle Finanze Lindner e uno dei socialdemocratici (Spd) con il cancelliere Scholz
Un manifesto elettorale dei liberaldemocratici (Fdp) con l'ex ministro delle Finanze Lindner e uno dei socialdemocratici (Spd) con il cancelliere Scholz Diritti d'autore  AP Photo/Martin Meissner
Diritti d'autore AP Photo/Martin Meissner
Di Rosie Frost
Pubblicato il
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Dopo aver rappresentato un tema decisivo per molti nel 2021, i cambiamenti climatici ora sembrano scesi nella lista delle priorità per gli elettori in Germania

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Milioni di tedeschi si recheranno alle urne il 23 febbraio per votare in occasione delle elezioni anticipate. Inizialmente prevista per settembre, la tornata è stata indetta dopo l'implosione della coalizione tra socialdemocratici (Spd), liberali (Fdp) ed ecologisti nello scorso mese di novembre. Alle elezioni che si tennero nel 2021, le questioni dei cambiamenti climatici e dell'energia erano risultate cruciali nelle scelte degli elettori tedeschi. Ora, benché il 2024 sia l'anno più caldo mai registrato, da quando le temperature vengono monitorare con regolarità, tali temi appaiono invece posti in secondo piano, a vantaggio di questioni come la gestione dei flussi migratori e la sicurezza.

Così, dal momento che la crisi climatica è risultata meno importante per chi si recherà alle urne, anche i politici ne hanno parlato meno, ritenendola una questione non dirimente ai fini delle prossime elezioni.

Gli elettori tedeschi considerano ancora importante il tema dei cambiamenti climatici?

I sondaggi effettuati prima delle elezioni del 2021 avevano indicato i cambiamenti climatici come prioritari rispetto alle migrazioni o alla pandemia. Ciò aveva permesso ai Verdi di ottenere un risultato particolarmente importante, con il 14,7 per cento dei voti, grazie al loro sostegno alle politiche di contrasto al riscaldamento globale. Da allora, però, il clima politico in Germania è cambiato radicalmente e gli elettori sembrano, appunto, ritenere prioritarie altre questioni di attualità.

Due gravi attacchi nelle città di Magdeburgo e Aschaffenburg, per i quali i sospettati sono risultati provenire da Arabia Saudita e Afghanistan, hanno alimentato un acceso dibattito sulle migrazioni e sulla sicurezza. La burocrazia, l'aumento dei costi energetici e un'industria automobilistica che fatica a tenere il passo con la domanda di veicoli elettrici hanno inoltre affossato l'economia per due anni di fila.

Così, l'ultimo sondaggio condotto dagli analisti del Forschungsgruppe Wahlen ha visto gli intervistati indicare la pace e la sicurezza (45 per cento) e l'economia (44 per cento) come le questioni più importanti ai fini delle proprie scelte elettorali. Con due possibili menzioni per ogni intervistato, la giustizia sociale si è piazzata al terzo posto con il 39 per cento, poi le questioni relative a rifugiati/asilo con il 26 per cento. Tali temi sono seguiti poi da pensioni/sicurezza degli anziani con il 22 per cento e, infine, dalla protezione del clima, anch'essa con appena il 22 per cento.

Clima e energia continuano a dividere i partiti in Germania

Sebbene il clima e l'energia siano passati in secondo piano, continuano a dividere i partiti in Germania. Il riscaldamento globale, in particolare, appare come un argomento sempre più divisivo, come si evince anche dai manifesti dei principali partiti.

Alla fine del 2023, il Parlamento tedesco ha approvato un emendamento alla legge sull'energia negli edifici. Esso impone che tutti i sistemi di riscaldamento di nuova installazione debbano essere alimentati da almeno il 65 per cento di energia rinnovabile, il che dovrebbe portare a una transizione verso le pompe di calore, le caldaie a gas "pronte per l'idrogeno" o altri sistemi a basse emissioni di CO2.

Il nodo del riscaldamento domestico

L'emendamento rappresentava già una versione annacquata di quanto proposto inizialmente e includeva margini e deroghe, per garantire un'introduzione graduale della normativa. Le nuove costruzioni dovrebbero essere le prime, seguite da altri tipi di abitazioni, consentendo alle persone di mantenere le caldaie a gas più a lungo.

Un sistema a pompa di calore aria-acqua installato in un nuovo complesso residenziale di Marl, in Germania.
Un sistema a pompa di calore aria-acqua installato in un nuovo complesso residenziale di Marl, in Germania. AP Photo/Martin Meissner, File

Ma la questione del riscaldamento domestico è diventata rapidamente oggetto di scontro in Germania. Gli oppositori sostengono che la modifica alla legge comporti un onere eccessivo per i consumatori. E, senza sorpresa, la questione è diventata un punto di riferimento per il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD), che ha iniziato a fare una campagna incessante contro di essa.

Nei loro manifesti elettorali, l'Unione cristiano-democratica (Cdu)/Unione cristiano-sociale (Csu), l'Fdp e l'AfD affermano di voler abolire la norma, così come il partito Bsw di Sahra Wagenknecht. I Verdi, da parte loro, hanno promesso un maggiore sostegno finanziario per l'installazione di nuovi sistemi di riscaldamento - che coprirebbe fino al 70 per cento del costo - mentre la sinistra di Die Linke ha affermato che coprirà il 100 per cento per le famiglie a basso reddito.

C'è chi si oppone al divieto di vendita di nuove auto a benzina e diesel in Europa

Altro tema caldo, il divieto di vendita di nuove auto a benzina e diesel in tutta l'Unione europea, che dovrebbe entrare in vigore nel 2035. Secondo il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc), la transizione verso i veicoli elettrici sarà "cruciale" per ridurre le emissioni dei trasporti.

Ma diversi partiti politici si sono schierati contro la disposizione. La Cdu afferma che il divieto debba essere cancellato, mentre Fdp e Bsw sostengono che la data del 2035 debba essere procrastinata. Questi due partiti sostengono d'altra parte che occorra concentrarsi meno sulla transizione ai veicoli elettrici. L'AfD ritiene poi che la preferenza "unilaterale" per la mobilità elettrica debba cessare "immediatamente".

Lavoratori tedeschi in una fabbrica della Volkswagen
Lavoratori tedeschi in una fabbrica della Volkswagen Hendrik Schmidt/dpa via AP

Al contrario, partiti di centro-sinistra come l'Spd e i Verdi sostengono il divieto. La Germania è il secondo produttore mondiale di veicoli elettrici e la mancanza di chiarezza sul futuro dei motori a benzina e diesel ha spinto i leader del settore a chiedere al governo politiche coerenti.

L'obiettivo della Germania di azzerare le emissioni nette entro il 2045

La maggior parte dei partiti tedeschi continua a sostenere invece la necessità di raggiungere l'obiettivo che punta ad azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2045, benché il modo in cui intendono raggiungerlo vari notevolmente. Come molti elettori, i due grandi partiti moderati tedeschi si concentrano sulle implicazioni finanziarie di questa transizione.

La Spd afferma che la protezione del clima è un compito urgente, ma che occorre "rendere le cose più pragmatiche". Il che significa garantire che le alternative rispettose del clima siano migliori, più convenienti e più economiche. Il partito sostiene soluzioni come un limite di velocità di 130 km/h sulle autostrade e reti di riscaldamento a impatto climatico zero in intere città piuttosto che pompe di calore individuali nelle case. I socialdemocratici sono poi favorevoli a politiche più severe per la decarbonizzazione del riscaldamento e dei trasporti, e punta sui meccanismi di scambio di emissioni (noti come Ets).

L'alleanza Cdu/Csu si dice da parte sua "fermamente intenzionata" a raggiungere l'obiettivo, ma sta esaminando le implicazioni finanziarie delle politiche climatiche. Afferma che la protezione del clima e il raggiungimento dell'obiettivo di zero emissioni al 2045 non devono avere ripercussioni sull'economia.

I Verdi contrari a un indebolimento delle strategie climatiche

Il partito ambientalista dei Verdi si oppone a un indebolimento delle strategie climatiche, sottolineando come la Germania sia lo Stato membro dell'Ue con le emissioni più elevate. Ma afferma anche che gli obiettivi risulteranno accettabili solo se i tagli alle emissioni saranno facili e accessibili a tutti. Piuttosto che ridurre la protezione del clima, i Verdi ritengono che ciò possa essere fatto attraverso un "mix di strumenti" come i programmi di sussidi e lo scambio di emissioni.

La sinistra si spinge ancora più in là, chiedendo che la Germania anticipi la scadenza al 2040. Come? Attraverso un mix di misure, che includono una tassazione sugli ultra-ricchi, sui frequent flyer (coloro che viaggiano spesso in aereo), il divieto di utilizzare super yacht e jet privati in determinate circostanze e l'aumento delle tasse sulle auto pesanti e di grossa cilindrata.

L'Fdp di centro-destra ritiene invece che i meccanismi di mercato siano il modo più rapido per promuovere la protezione del clima. Afferma che lo Stato non dovrebbe intervenire ovunque e rifiuta politiche come i limiti di velocità sulle autostrade. I liberali vogliono poi posticipare l'obiettivo delle emissioni nette al 2050. La sua attenzione ai meccanismi di mercato significa puntare su strumenti di scambio di emissioni e sulla determinazione di un prezzo della CO2.

Pale eoliche a Brilon, in Germania
Pale eoliche a Brilon, in Germania AP Photo/Martin Meissner

L'estrema destra nega l'origine antropica dei cambiamenti climatici

La sinistra del Bsw non crede invece che la neutralità climatica sia possibile nel prossimo futuro e sostiene che le politiche per raggiungerla siano "estremamente costose e spesso irrealistiche". Vuole abolire perciò il prezzo della CO2 e avverte che l'energia a basso costo non è raggiungibile solo con l'eolico e il solare. Tuttavia, il partito non rifiuta in toto le politiche climatiche, ritenendo che la questione debba essere "presa sul serio", ma non fornisce nemmeno un obiettivo specifico per il traguardo dell'azzeramento delle emissioni nette.

Infine, l'AfD, partito di estrema destra, nega che il riscaldamento globale sia causato dall'uomo e nel suo manifesto mette in discussione il "presunto consenso scientifico" sui cambiamenti climatici. Il partito ha dichiarato di volersi ritirare dall'Accordo di Parigi e di "rifiutare ogni politica e ogni tassa relativa alla presunta protezione del clima". Il partito estremista si è schierato anche contro qualsiasi espansione dell'energia eolica o dei parchi solari e qualsiasi finanziamento statale per i sistemi di ricarica di veicoli elettrici.

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