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Con i cambiamenti climatici si rischiano 2,3 milioni di morti in più in Europa

Un termometro segna 43 gradi centigradi nel centro di Roma
Un termometro segna 43 gradi centigradi nel centro di Roma Diritti d'autore  Cecilia Fabiano/LaPresse via AP
Diritti d'autore Cecilia Fabiano/LaPresse via AP
Di Rosie Frost
Pubblicato il
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Un nuovo studio spiega che i cambiamenti climatici potrebbero comportare perdite di vite umane gigantesche: fino a 2,3 milioni di decessi in più in Europa, di qui alla fine del secolo

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I cambiamenti climatici comporteranno con ogni probabilità un gigantesco aumento del numero di morti in Europa dovute alle ondate di caldo estremo. Tale da compensare ampiamente la diminuzione dei decessi legati invece al freddo. A spiegarlo è uno studio condotto ad un gruppo di ricercatori del laboratorio Environment & Health Modelling (EHM) della London School of Hygiene & Tropical Medicine (LSHTM), pubblicato su Nature Medicine.

"Questa analisi fornisce una prova inconfutabile del fatto che il forte aumento dei decessi legati al caldo supererà di gran lunga qualsiasi calo legato al freddo, determinando un aumento netto della mortalità in tutta Europa", afferma Antonio Gasparrini, principale autore dell'articolo e responsabile dell'EHM-Lab. "Questi risultati sfatano le teorie avanzate su presunti effetti 'benefici' del riscaldamento climatico, spesso proposte in opposizione a politiche di mitigazione vitali che dovrebbero essere attuate al più presto".

I ricercatori stimano che i cambiamenti climatici potrebbero provocare direttamente oltre 2,3 milioni di morti in più legate al caldo in 854 città europee entro la fine del secolo, se non si agirà in modo drastico e immediato per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra. Secondo i ricercatori, il 70 per cento di tali decessi potrebbe infatti essere evitato con un'azione efficace di contrasto all'aumento della temperatura media globale.

Quali sono le città europee che registreranno il maggior numero di decessi legati alla temperatura

Secondo le stime, Barcellona sarà la città con il maggior numero di decessi legati alla temperatura entro la fine del secolo, con 246.082 morti. Seguono due città italiane: Roma, con una previsione di 147.738 morti, e Napoli, con 147.248. Al quarto posto della lista figura un'altra città spagnola, Madrid (129.716) e al quinto un'altra italiana, Milano (110.131).

Seguono poi Atene, con una previsione di 87.523 morti, Valencia (67.519), Marsiglia (51.306), Bucarest (47.468) e Genova (36.338) per completare la top ten delle città più colpite.

I ricercatori conferma, senza sorprese, che è proprio nelle città mediterranee che si produrranno le situazioni più critiche. E ciò non vale soltanto per le metropoli ma anche per i centri di dimensioni più contenute.

Una turista in una giornata di caldo estremo ad Atene, in Grecia
Una turista in una giornata di caldo estremo ad Atene, in Grecia AP Photo/Petros Giannakouris, File

Allontanandosi dal Mediterraneo, gli impatti dovrebbero essere meno gravi. Altre capitali europee come Parigi potrebbero registrare aumenti della mortalità più contenuti, benché in ogni caso significativi. Solo più a nord, per le isole britanniche e la Scandinavia, lo studio mostra che si potrebbe verificare una diminuzione netta dei decessi legati alle condizioni climatiche. Le cifre previste per Londra, ad esempio, mostrano una diminuzione di 27.455 unità entro la fine del secolo.

Ma, sottolineano i ricercatori, questo calo è ampiamente compensato dagli aumenti nel resto d'Europa: di qui il risultato di 2,3 milioni di decessi aggiuntivi a livello continentale.

Le città europee possono adattarsi all'aumento delle temperature?

L'Europa si sta riscaldando d'altra parte più velocemente di qualsiasi altro continente della Terra: i dati mostrano che il riscaldamento climatico è due volte più rapido rispetto alla media globale. E l'aumento dei decessi non è l'unico problema potenziale che l'Europa dovrà affrontare.

"I morti dovuti al caldo sono solo una misura dell'impatto sulla salute dell'aumento delle temperature. Il caldo estremo uccide, ma causa anche un'ampia gamma di gravi problemi di salute", afferma Madeleine Thomson, responsabile degli impatti climatici e dell'adattamento presso la fondazione benefica Wellcome. Secondo la quale "si rischia un aumento delle malattie cardiovascolari, degli aborti spontanei e dei problemi di salute mentale".

Thomson aggiunge che non siamo adeguatamente preparati agli effetti che i cambiamenti climatici imporranno a livello sanitario. Le città, e più in generale le nazioni, dovranno adattarsi rapidamente per gestire l'aumento delle temperature. Occorrerà aumentare gli spazi verdi o la presenza di corsi d'acqua per tentare di mitigare il disagio in ambienti urbani nei quali il caldo viene intrappolato per via della presenza di edifici e di grandi quantità di aree cementificate.

Non basta adattarsi: abbattere le emissioni di gas climalteranti resta fondamentale

L'adattamento da solo non è però sufficiente. Lo studio suggerisce che anche se venissero compiuti enormi sforzi per rendere le città più in grado di rispondere alle ondate di caldo estremo, ciò non basterebbe comunque ad evitare numerose morti, soprattutto nelle aree più esposte (assieme alla regione mediterranea, anche l'Europa centrale e i Balcani).

La strada per salvare vite umane passa perciò inevitabilmente da un taglio drastico delle emissioni: "I nostri risultati sottolineano l'urgente necessità di perseguire in modo aggressivo sia la mitigazione dei cambiamenti climatici che l'adattamento agli impatti da essi determinati", afferma Pierre Masselot, autore principale dello studio. "Ciò vale soprattutto per l'area del Mediterraneo nella quale, se non si fa nulla, le conseguenze potrebbero essere disastrose".

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