Tecnologie all'avanguardia per tagliare le emissioni di CO2: il progetto del porto di Anversa

In collaborazione con The European Commission
Tecnologie all'avanguardia per tagliare le emissioni di CO2: il progetto del porto di Anversa
Di Denis Loctier
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Il porto, uno dei più grandi d'Europa, è responsabile del 10% delle emissioni di CO2 del Belgio

I porti sono il cuore del commercio globale, collegano il mondo e alimentano la crescita economica. Ma sono anche tra le principali fonti di inquinamento a causa della loro enorme impronta di carbonio. Già prima della sua fusione con il porto di Anversa, Zeebrugge, in Belgio, era il porto al mondo dove transita il maggior numero di auto. 

Turbine eoliche e pannelli solari: un porto sempre più verde

Le grandi navi che attraccano qui generano elettricità bruciando carburante. In futuro, però, queste navi potranno sfruttare l'energia pulita prodotta dalle nuove turbine eoliche: una soluzione più sostenibile, perfetta per la zona più ventosa del Belgio. "Le prime turbine eoliche in Europa sono state posizionate qui a Zeebrugge - dice Dries De Smet, consulente per l'energia sostenibile del porto di Anversa-Bruges -. Siamo sempre stati dei pionieri in questo campo. Queste 54 turbine eoliche forniscono energia verde a 100.000 famiglie. Naturalmente, gran parte di questa energia viene consumata direttamente dai terminal e dalle aziende, che possono così svolgere molte delle loro attività senza emettere CO2".

Il nuovo porto di Anversa e Bruges, uno dei più grandi d'Europa, ha l'ambizione di diventare uno dei porti più sostenibili del mondo. L'Euroterminal di Anversa è passato alle luci a LED, è dotato di pannelli solari, auto e container vengono lavati con l'acqua piovana. A tutto questo si aggiunge l'energia eolica. Ad Anversa vento e sole non sono costanti, ma il terminal fa fronte a questa situazione utilizzando nuove batterie di accumulo, parte del progetto PIONEERS sostenuto dall'Unione Europea. Stando all'amministratore delegato il terminal ricava l'86% della sua energia da fonti verdi, con una conseguente maggiore prevedibilità dei costi operativi.

"Stiamo già vedendo l'effetto dell'utilizzo di energia rinnovabile, visto che i prezzi dell'elettricità sono saliti alle stelle nell'ultimo anno - dice Yves De Larivière, direttore generale dell'Euroterminal di Anversa -. Stiamo già beneficiando di tutti gli sforzi che stiamo facendo. I nostri clienti ci chiedono di mostrare la nostra impronta ecologica. Quindi anche se ancora non c'è un business case, domani ci sarà. Penso e spero che saremo pronti".

L'idrogeno per abbattere le emissioni di CO2

Il porto di Anversa-Bruges costituisce il 4,5% del pil belga: crea oltre 160.000 posti di lavoro grazie ai suoi terminal merci, ai centri di distribuzione e al più grande polo chimico d'Europa. Le sue emissioni di CO2 ammontano a 17 milioni di tonnellate all'anno: una sfida che il porto intende vincere per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

"Qui abbiamo un enorme problema di emissioni di carbonio. Il porto costituisce oltre il 10% dell'impronta di carbonio del Belgio - dice Guy Janssens, responsabile degli affari aziendali del porto -. Siamo una piattaforma ad alta intensità energetica, con un grande fabbisogno di combustibili, elettricità, materie prime e calore. Naturalmente, la nostra principale ambizione è quella di rimanere una piattaforma competitiva di livello mondiale, ma con un impatto netto pari a zero nel lungo periodo".

Uno dei modi per raggiungere questo obiettivo è la cattura, lo stoccaggio e il riutilizzo della CO2 prodotta dall'industria. Un'altra possibile soluzione è il passaggio dai combustibili fossili ad alternative pulite come l'idrogeno. In futuro, il porto mira a diventare un hub internazionale per l'idrogeno verde, che può sostituire le fonti energetiche fossili in molte applicazioni industriali.

Il terminal container PSA sta già sperimentando combustibili alternativi, tra cui l'idrogeno. Qui i container vengono spostati usando oltre 100 carrelli a cavaliere. I loro motori diesel sono una notevole fonte di emissioni. Per ridurle, il terminal sta modificando uno dei carrelli, dotandolo di un sistema ibrido che combina il diesel con l'idrogeno. L'esperimento servirà a capire come rendere scalabile questa tecnologia.

"Stiamo usando un metodo che chiamiamo tecnologia a doppio carburante - dice Bart Paijmans, responsabile delle soluzioni sostenibili del terminal -. In pratica mescoliamo idrogeno e diesel nel motore. L'applicazione a doppio carburante ci permette di utilizzare le macchine esistenti, ma anche di costruire gradualmente l'infrastruttura dell'idrogeno. Ancora non è pronta. Questo significa che, in caso di problemi di approvvigionamento di idrogeno, abbiamo ancora la possibilità di tornare al diesel".

Coordinato dal porto di Anversa-Bruges, il progetto PIONEERS coinvolge anche i porti di Barcellona in Spagna, Costanza in Romania, e Venlo nei Paesi Bassi. L'obiettivo del progetto è mostrare le diverse strategie che i porti possono utilizzare per ridurre il loro impatto ambientale e rimanere competitivi, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo. Inge De Wolf è la coordinatrice del progetto.

"Ogni porto offre un ecosistema unico in cui possiamo imparare gli uni dagli altri, anche attraverso l'interazione con la comunità portuale e gli stakeholder - De Wolf -. dice Ci concentreremo, ad esempio, sulla produzione e sull'approvvigionamento di energia pulita, sulla progettazione sostenibile dei porti. Ci occuperemo dell'ottimizzazione dei flussi di spostamento modale, sia delle merci che dei passeggeri, e della trasformazione digitale. Alla fine del progetto, abbiamo l'ambizione di consegnare un piano regolatore verde che possa essere utilizzato per i porti europei e non solo".

Telecamere, sensori di qualità dell'aria e droni: un porto sempre più digitale

Le tecnologie digitali possono migliorare l'efficienza dei porti, ridurre l'inquinamento e i rifiuti. I dati in tempo reale sono disponibili grazie a telecamere, sensori di qualità dell'aria e altri dispositivi posizionati in tutto il porto. I droni semi-autonomi utilizzano algoritmi di apprendimento automatico per scansionare l'area e rilevare rifiuti galleggianti o fuoriuscite di petrolio. L'autorità portuale può rispondere prontamente appena vengono rilevate fonti di inquinamento.

Anche le navi vengono digitalizzate. Seafar, che partecipa al progetto, equipaggia le navi con telecamere e altri sensori in modo che possano essere controllate a distanza. I capitani guidano le loro navi guardando gli schermi in ufficio. Un metodo che offre anche alcuni vantaggi ambientali, come ci spiega Ghazaleh Kia, una manager di Seafar.

"Quando abbiamo raccolto tutte le informazioni e tutti i dati dai dispositivi, possiamo fornire l'ottimizzazione del percorso e della velocità - dice Kia -. Con queste opzioni a disposizione, abbiamo una riduzione del consumo di carburante. Di conseguenza ci sarà una minore impronta di carbonio e un carico più ecologico".

Anche il modo in cui le persone si muovono nei porti ha un impatto rilevante sulle emissioni. I camion, i treni merci e le auto personali dei dipendenti contribuiscono all'inquinamento delle città portuali. L'obiettivo di Anversa è che almeno la metà dei suoi abitanti utilizzi mezzi di trasporto sostenibili. La città collabora con l'autorità portuale, che ha investito 40 milioni di euro per collegare tutte le aziende dell'area portuale a una pista ciclabile.

Gli stretti legami del porto con la città di Anversa si riflettono nella collezione del museo MAS. "È chiaro che il porto è parte integrante della città, soprattutto quando si parla di mobilità - dice Steven Windey, consulente per la mobilità della città di Anversa -. Entro un periodo di dieci anni, più o meno, ogni azienda del porto avrà una pista ciclabile fino al cancello della propria sede. Vogliamo rendere la città più attiva, più intelligente, più raggiungibile e più vivibile".

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