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Salari: nuove regole Ue su trasparenza ed equità: Italia in fondo alla classifica

Divario salariale di genere
Divario retributivo di genere Diritti d'autore  Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
Diritti d'autore Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
Di Servet Yanatma
Pubblicato il
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L'Italia è tra gli ultimi Paesi in termini di trasparenza dei salari insieme con Spagna e Germania. Primi invece Regno Unito, Francia e Paesi Bassi

Le donne nell'Unione Europea guadagnano in media il 12 per cento in meno all'ora rispetto agli uomini, secondo Eurostat.

Per affrontare questo persistente divario salariale di genere, l'Europa sta introducendo nuove regole sulla trasparenza salariale volte a rafforzare il principio della "parità di retribuzione".

Per milioni di lavoratori, conoscere la fascia retributiva prima di candidarsi può fare la differenza.

La direttiva potrebbe finalmente eliminare la cultura del “segreto salariale”, aiutando i giovani dipendenti, chi rientra dal congedo parentale e chi storicamente è stato sottopagato per lo stesso ruolo ad ottenere salari migliori.

Secondo la Direttiva sulla Trasparenza Salariale, gli Stati membri dell'Unione Europea devono attuare la legislazione entro il 7 giugno 2026.

Tuttavia, i progressi nell'Unione sono stati lenti, sollevando preoccupazioni che diversi Paesi possano non rispettare la scadenza del prossimo anno.

Di recente, i Paesi Bassi hanno posticipato l’entrata in vigore della normativa, spostandola al 1° gennaio 2027, secondo la società di consulenza PwC.

"Alla fine del 2025, la maggior parte dei Paesi europei non è ancora pronta per attuare la direttiva", ha dichiarato Monika Krzyszkowska Dabrowska, responsabile della pratica del lavoro dello studio legale internazionale Addleshaw Goddard, a Euronews Business.

Ecco i Paesi che si sono attivati per aumentare la trasparenza salariale

A settembre 2025 dieci dei 27 Paesi dell'Unione Europea non hanno ancora intrapreso alcuna azione per l'attuazione della direttiva, secondo il tracker di Addleshaw Goddard.

Tra questi ci sono Austria, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo e Slovenia.

In otto Paesi sono previsti progetti di legge: Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Romania, Slovacchia e Spagna.

In quattro Paesi il progetto di legge è già stato pubblicato: Irlanda, Lituania, Paesi Bassi e Svezia.

Una parziale attuazione della direttiva è in corso in Belgio, Malta e Polonia. Anche la Germania sta preparando l’aggiornamento della propria normativa in linea con la direttiva.

Alcuni Paesi hanno già le proprie iniziative per la trasparenza salariale

Alcuni Paesi stanno adattando leggi esistenti per implementare la direttiva, mentre altri introducono norme nuove. Molti Paesi hanno già implementato alcuni elementi, il che spiega il ritmo più lento verso la piena conformità.

Ad esempio, l’Austria ha una propria iniziativa per la trasparenza salariale già dal 2011. Secondo Andreas Gulyas, professore associato di economia dell’Università di Vienna, sono necessari solo piccoli aggiustamenti per soddisfare i nuovi requisiti europei nel Paese.

Le cause dei ritardi

"Pur non essendoci gruppi che si oppongono apertamente alla direttiva, la sua introduzione è percepita come rivoluzionaria e problematica per i datori di lavoro", ha spiegato Krzyszkowska-Dabrowska.

La direttiva comporta obblighi aggiuntivi per le aziende, nuovi diritti per i lavoratori e maggiori poteri per tribunali e autorità. Nonostante le disposizioni siano chiare e tecniche, la loro applicazione pratica presenta sfide complesse.

La volatilità politica blocca la trasparenza salariale

“Dal 2023, quando la direttiva è stata approvata, la volatilità politica ed economica e le crisi legate al Covid hanno continuato a rendere questo decennio instabile e imprevedibile", ha commentato Duncan Brown, principal associate dell'Institute for Employment Studies (Ies).

I governi dell'Unione Europea hanno avuto altre priorità, tra cui la guerra in Ucraina, la spesa per la difesa, l'ascesa del populismo di estrema destra e il crescente costo della vita.

L'Italia non ha intrapreso misure per implementare la trasparenza salariale

La Germania non ha ancora pubblicato un progetto di legge per recepire la direttiva. Il ritardo è in gran parte spiegato dall’eccezionale situazione politica della Germania nel 2025. Dopo le elezioni federali anticipate di quest’anno, il Paese ha attraversato un completo cambio di governo.

In Francia, un disegno di legge è previsto per l’autunno 2025, secondo il tracker di Addleshaw Goddard.

In Italianon c'è ancora nessuna misura in materia di trasparenza salariale.

La Spagna ha già introdotto obblighi sulla trasparenza salariale, come il registro retributivo di genere per tutte le aziende e l’audit salariale di genere per le imprese con 50 o più dipendenti. La direttiva richiederà alla maggior parte delle organizzazioni di rivedere i propri modelli retributivi e definire le politiche salariali in modo più preciso.

La trasparenza salariale negli annunci di lavoro è bassa

Secondo la piattaforma di ricerca lavorativa Indeed, la trasparenza salariale negli annunci di lavoro è aumentata costantemente in molti Paesi, sebbene negli ultimi mesi il ritmo sia rallentato.

Il Regno Unito registra il tasso più alto di trasparenza, con il 65 per cento a maggio 2025, seguito da Francia (48 per cento) e Paesi Bassi (46 per cento). Italia, Spagna e Germania si trovano invece nella fascia più bassa, con il 25 per cento.

Nonostante il Regno Unito mantenga il tasso più elevato di trasparenza salariale, la percentuale di annunci che includono informazioni sullo stipendio è diminuita: ad agosto circa il 56 per cento degli annunci su Indeed riportava dettagli retributivi, quasi 10 punti percentuali in meno rispetto all’inizio dell’anno.

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