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Dal 2028 stop a gas, petrolio e nucleare russi: l’Ue chiude l’era della dipendenza energetica da Mosca

FILE: Un uomo cammina accanto alle condutture della rete nazionale di distribuzione del gas naturale fuori Ungheni, Moldavia, 4 marzo 2015
FILE: Un uomo cammina accanto alle condutture della rete nazionale di distribuzione del gas naturale fuori Ungheni, Moldavia, 4 marzo 2015 Diritti d'autore  AP Photo
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Di Marta Pacheco
Pubblicato il
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I ministri dell’Energia dell’Ue approvano il bando totale di gas, petrolio e nucleare dalla Russia a partire dal 1 gennaio 2028. Restano esenzioni per Ungheria e Slovacchia. Ora tocca al Parlamento europeo

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I ministri dell’Energia dell’Unione europea hanno approvato lunedì un accordo per vietare tutte le importazioni di energia dalla Russia a partire dal 1° gennaio 2028, segnando un passo decisivo per porre fine a decenni di dipendenza energetica da Mosca.

Il provvedimento, che dovrà essere approvato dal Parlamento europeo, prevede il divieto di importare gas naturale via gasdotto, gas naturale liquefatto (Gnl), petrolio e prodotti nucleari. La decisione è arrivata al termine della riunione del Consiglio dell'Unione europea dedicata all’energia, tenutasi a Lussemburgo.

Esenzioni per Ungheria e Slovacchia

L’Ungheria e la Slovacchia — unici Paesi a votare contro il provvedimento — hanno ottenuto esenzioni temporanee per le forniture di gas attraverso i gasdotti, poiché non dispongono di accesso diretto al mare. Budapest e Bratislava hanno negoziato con la Commissione europea garanzie legali in caso di controversie con i fornitori.

"Non abbiamo grandi piani di compensazione, ma aiuteremo a diversificare le forniture energetiche per evitare problemi di sicurezza negli approvvigionamenti" ha dichiarato il commissario europeo per l’Energia Dan Jørgensen, respingendo l’idea che la Commissione sia stata “ricattata” dalla Slovacchia.

Calendario di eliminazione graduale

Secondo il comunicato del Consiglio, i contratti a breve termine stipulati prima del 17 giugno 2025 potranno essere onorati fino al 17 giugno 2026, mentre quelli a lungo termine saranno consentiti fino alla scadenza del 1° gennaio 2028.

L’obiettivo di Bruxelles è tagliare le entrate energetiche che alimentano la macchina bellica russa, arrivata al quarto anno di guerra in Ucraina. Nel 2021 la Russia forniva circa 157 miliardi di metri cubi di gas, pari al 45 per cento delle importazioni dell’Ue. Entro il 2024 questa quota era già scesa al 18 per cento.

Dibattito interno e critiche

I critici sostengono che l’embargo rischia di aumentare la dipendenza europea da Washington. "Gli Stati Uniti sono un partner affidabile, ma la nostra strategia di lungo periodo deve puntare a ridurre il consumo di combustibili fossili", ha dichiarato il ministro danese per il Clima e l’Energia Lars Aagaard.

Il bando include anche le importazioni attraverso il gasdotto TurkStream. Tuttavia, sarà possibile importare gas transitato da Russia o Bielorussia se prodotto in Paesi terzi, previa dimostrazione documentale. Gli Stati membri dovranno inoltre presentare piani nazionali di diversificazione entro il 1° marzo 2026.

Maggioranza qualificata, non unanimità

L’Ungheria e la Slovacchia hanno definito il divieto un “suicidio economico”, ma la misura è passata grazie alla procedura di maggioranza qualificata, che richiede il sostegno del 55 per cento degli Stati membri rappresentanti il 65 per cento della popolazione dell’Ue.

All’inizio dell’anno, dieci Paesi — tra cui Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia e Polonia — avevano già chiesto con una lettera congiunta un divieto totale del gas russo, comprese le forniture di Gnl.

Dopo il via libera del Consiglio, spetta ora al Parlamento europeo votare la misura. Visto l’ampio sostegno già espresso in commissione, il pacchetto legislativo dovrebbe essere approvato entro la fine del 2025.

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