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Olimpiadi: la pugile taiwanese Lin Yu Ting è in semifinale: polemica analoga al caso di Imane Khelif

Lin Yu Ting guadagna la semifinale
Lin Yu Ting guadagna la semifinale Diritti d'autore John Locher/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore John Locher/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di euronews
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Domenica la pugile taiwanese si è assicurata almeno una medaglia di bronzo, la prima della sua carriera olimpica, ai Giochi di Parigi 2024. Mentre il gesto della X fatto dalla sua avversaria bulgara accende di nuovo il caso delle atlete androgine nato con l'algerina Imane Khelif

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La pugile taiwanese Lin Yu Ting ha guadagnato la semifinale, assicurandosi almeno una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi 2024. Domenica, in un match dei quarti di finale della categoria 57 chili femminile, Lin ha battuto 5-0 la bulgara Svetlana Kamenova Staneva, con una decisione unanime ai punti.

Come la pugile algerina Imane Khelif, anche Lin Yu Ting si è trovata al centro delle polemiche di genere che stanno segnando i Giochi olimpici in quanto atleta iperandrogina.

In questo caso, a far diventare virale la polemica sui social è stato il gesto dell'avversaria bulgara che alla fine del combattimento, sconfitta, si è rivolta verso il pubblico e ha incrociato le dita facendo il segno della X, alludendo al simbolo che indica i cromosomi femminili.

Alla fine di un match segnato da varie scorrettezze, le due atlete si erano date la mano, ma inizialmente la bulgara aveva voltato le spalle alla rivale. Poi, prima di scendere dal ring, ha fatto il gesto di protesta, come a dire: "Io sono donna".

Staneva se è poi rifiutata di parlare con i giornalisti e il suo allenatore, Borislav Georgiev, ha mostrato un pezzo di carta con la scritta: "Sono XX. Salvate lo sport femminile".

Dopo la sconfitta, anche il presidente bulgaro Rumen Radev è intervenuto nel dibattito, inviando le sue congratulazioni all'atleta bulgara.

Chi è Lin Yu Ting, due volte campionessa del mondo

A seguito delle polemiche scoppiate dopo la sua vittoria, la taiwanese Lin ha detto di apprezzare il sostegno della gente in patria.

"So solo che tutti fanno il tifo per me e so che tutta la gente di Taiwan mi sostiene e mi appoggia", ha detto.

Venerdì scorso, l'ufficio presidenziale di Taiwan ha espresso il suo sostegno all'atleta. "Facciamo il tifo per Lin Yu-ting insieme", ha scritto Tsai Ing-wen, la prima donna presidente di Taiwan, che ha guidato l'isola tra il 2016 e il 2024.

Lin Yu Ting, allenata da John Tseng Tzu-Chiang, ha debuttato nel 2013 ai Campionati mondiali femminili giovanili AIBA, vincendo l'oro ad Albena, in Bulgaria.

Lin ha vinto due volte il titolo mondiale. Il primo oro lo ha conquistato a Nuova Delhi nel 2018, nei pesi bantam, e quattro anni dopo ha guadagnato il gradino più alto del podio a Istanbul, nei pesi piuma.

Nella stessa competizione a Nuova Delhi, nel 2023, ha perso il bronzo dopo la sconfitta in semifinale con la kazaka Karina Ibragimova, perchè non aveva soddisfatto i criteri di ammissibilità di genere secondo l'International boxing association (Iba).

Grazie a questa vittoria a Parigi 2024, la taiwanese porterà sicuramente a casa una medaglia almeno di bronzo, non essendo prevista la finale per il terzo e quarto posto.

Lin affronterà la turca Esra Yildiz Kahraman mercoledì in semifinale.

Lin e Khelif al centro delle polemiche di genere a Parigi 2024

Come a Lin, anche all'algerina Khelif è garantito almeno il bronzo dopo aver vinto il suo quarto di finale nella divisione femminile dei 66 chili. Martedì affronterà la pugile thailandese Janjaem Suwannapheng.

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Le due pugili iperandrogine sono al centro delle accese questioni di genere scoppiate in questi giorni alle Olimpiadi. La controversia si è accesa in Italia alla vigilia del match tra Khelif e la pugile napoletana Angela Carini, quando alcuni membri del governo e delle istituzioni italiane hanno sostenuto che l'atleta algerina fosse in realtà trans e che quindi lo scontro fosse impari. La polemica ha poi assunto proporzioni mondiali quando Carini ha lasciato il ring a soli 46 secondi dall'inizio dell'incontro. In sua difesa sono intervenuti Elon Musk e la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni, volata a Parigi dopo la visita in Cina.

Le vittorie di Khelif e Lin, poi, hanno dato vita a un ampio dibattito sull'identità di genere e le norme sportive. Le due atlete sono state travolte da un'ondata di insulti e odio online e sono state diffuse varie informazioni infondate sul loro conto.

A unirle, però, è anche una storia sportiva molto simile.

Entrambe, infatti, erano state squalificate dai campionati mondiali dello scorso anno a Nuova Delhi poiché non avevano superato i test di idoneità di genere previsti dall'Iba. A Khelif venne impedito di combattere la finale, mentre a Lin venne tolta la medaglia di bronzo. L'Iba, tuttavia, non ha specificato i motivi per i quali non erano stati superati i test.

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Questa settimana l'Iba ha dichiarato che le due pugili "non sono state sottoposte a un esame del testosterone, ma a un test separato e riconosciuto, i cui dettagli rimangono riservati".

"Non riconosciamo i test Iba sul genere perché il loro procedimento non è lecito. Nessuno vuole tornare ai giorni in cui si facevano i test sui genitali". Questa è la dura presa di posizione del portavoce del Comitato olimpico internazionale (Cio), Mark Adams.

"È una questione di diritti umani. Sono test non leciti, condotti in modo arbitrario. Una cosa è il dibattito sui social, un'altra la privacy e i diritti umani: quelli non si condensano in 140 caratteri" ha aggiunto.

Il Cio, che gestisce la boxe ai Giochi di Parigi, è subentrato all'Iba a causa di problemi di governance, finanziari ed etici di quest'ultima, tra i quali spicca la corruzione.

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Il Comitato olimpico, che ha autorizzato la partecipazione delle due atlete iperandrogine alle competizioni femminili di boxe in quanto rientrano nei criteri di ammissibilità, si è schierato in difesa di Khelif e Lin.

Il presidente del Cio Thomas Bachha affermato che "non c'è mai stato alcun dubbio" che le due pugili siano donne. Né Lin né Khelif si identificano come transgender o intersessuali.

In un'intervista con SNTV, Khelif ha dichiarato che ciò che ha dovuto affrontare "danneggia la dignità umana" e che le reazioni internazionali sul suo genere l'hanno molto colpita.

"Ho inviato un messaggio a tutte le persone del mondo affinché sostengano i principi olimpici e la Carta olimpica, e si astengano dal bullismo nei confronti di tutti gli atleti, perché questo ha effetti enormi. Può distruggere le persone, può uccidere i pensieri, lo spirito e la mente delle persone".

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"Vincere l'oro sarebbe la mia miglior risposta", ha concluso.

Per le due pugili quella di Parigi 2024 rappresenta la prima medaglia olimpica. Avevano gareggiato anche ai Giochi di Tokyo nel 2021, ma senza vincere medaglie.

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