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Olimpiadi: Imane Khelif si assicura una medaglia, l'Fpi rifiuta i 100mila euro per Carini

L'algerina Imane Khelif festeggia dopo aver sconfitto l'ungherese Anna Hamori nel quarto di finale di pugilato femminile dei 66 kg alle Olimpiadi estive del 2024, sabato 3 agosto 2024.
L'algerina Imane Khelif festeggia dopo aver sconfitto l'ungherese Anna Hamori nel quarto di finale di pugilato femminile dei 66 kg alle Olimpiadi estive del 2024, sabato 3 agosto 2024. Diritti d'autore John Locher/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore John Locher/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Euronews Agenzie:  AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

La pugile algerina ha sconfitto l'ungherese nei quarti di finale della divisione femminile dei 66 chilogrammi e ora porterà a casa almeno il bronzo. Molte le polemiche dopo il match durato solo 46 secondi con l'italiana Angela Carini

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Dopo giorni di polemiche sul suo sesso, la pugile algerina Imane Khelif ha conquistato sabato l'accesso a una medaglia alle Olimpiadi di Parigi in un incontro ricco di emozioni.

Khelif ha sconfitto l'ungherese Anna Luca Hamori per 5 a 0 nei quarti di finale della categoria 66 chilogrammi femminile. L'algerina si aggiudicherà almeno una medaglia di bronzo, dopo aver ottenuto la seconda vittoria della sua tumultuosa seconda partecipazione alle Olimpiadi.

Khelif ha affrontato le proteste alimentate dalle affermazioni dell'International Boxing Association (Iba), che l'ha bandita dalle Olimpiadi dal 2019, secondo la quale l'anno scorso non avrebbe superato un non meglio precisato test di idoneità a gareggiare a causa di elevati livelli di testosterone. Giovedì Khelif ha vinto il suo incontro di apertura ai Giochi di Parigi quando l'avversaria italiana Angela Carini ha abbandonato in lacrime l'incontro dopo soli 46 secondi.

L'insolito finale è diventato un caso internazionale e politico, acuendo la già evidente divisione sull'identità di genere e sulle regole nello sport, attirando commenti da parte di personaggi come l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la scrittrice di "Harry Potter" J.K. Rowling e altri che hanno falsamente affermato che Khelif fosse un uomo o un transgender.

In un'edizione dei Giochi di Parigi che si è fatta promotrice dell'inclusione e che ha visto altre proteste per un'esibizione nella cerimonia di apertura di drag queen, i gruppi Lgbtqi+ affermano che i commenti odiosi potrebbero rappresentare un pericolo per la loro comunità e per le atlete.

Imane Khelif e Anna Hamori
Imane Khelif e Anna Hamori John Locher/Copyright 2024 The AP. All rights reserved

Khelif celebra la vittoria tra le lacrime

La seconda vittoria di Khelif a Parigi è sembrata una catarsi emotiva per la 25enne pugile originaria di un villaggio dell'Algeria nordoccidentale. Dopo aver alzato la mano in segno di vittoria, Khelif si è recata al centro del ring, ha salutato i suoi fan, si è inginocchiata e ha sbattuto il palmo della mano sulla tela, trasformando il suo sorriso in lacrime.

Khelif ha lasciato il ring per abbracciare i suoi allenatori mentre i suoi fan applaudivano, piangendo durante l'abbraccio e mentre usciva.

L'associazione pugilistica ungherese ha dichiarato venerdì che intendeva contestare l'incontro con il Comitato Olimpico Internazionale, ma ha comunque lasciato che l'incontro si svolgesse. Dopo l'incontro, il membro ungherese del Cio Balazs Furjes ha detto, accanto alla Hamori, che lei era fermamente convinta che "non è mai stata un'opzione non combattere". Nonostante il giorno prima Hamori abbia pubblicato un messaggio sui social dichiarando "dovrò combattere contro un uomo", facendo infuriare il Cio di Algeri che ha minacciato di voler denunciare l'ungherese.

Il Presidente del Cio Thomas Bach ha difeso sabato scorso Khelif e la collega Lin Yu-ting di Taiwan. Khelif e Lin sono state squalificate a metà dei campionati mondiali dello scorso anno dall'Iba, l'ex organo di governo del pugilato olimpico, in seguito a quelli che si sosteneva fossero test di idoneità falliti.

Le azioni controversie dell'Iba: offerti 100mila euro a Carini, ma Fpi rifiuta

Entrambi avevano partecipato a eventi Iba per diversi anni senza problemi, e l'organismo guidato dalla Russia - che ha affrontato anni di scontri con il Cio - si è rifiutato di fornire qualsiasi informazione sui test, sottolineando la sua mancanza di trasparenza in quasi tutti gli aspetti delle sue attività, in particolare negli ultimi anni. L'Iba, guidata da un conoscente del presidente russo Vladimir Putin, ha squalificato Khelif lo scorso anno e ha definito riservate le informazioni sui test.

Sabato un'ulteriore polemica ha riguardato l'Iba. L'ente ha offerto 100mila euro al team italiano dopo la sconfitta di Carini contro Khelif. La cifra, pari al premio assegnato per l'oro olimpico, sarebbe stata così divisa: 50mila dollari per lei e 25mila a testa per allenatore e federazione di appartenenza. Ma la Federazione pugilistica italiana Fpi ha rifiutato l'offerta.

Khelif, che non è riuscita a vincere una medaglia ai Giochi di Tokyo tre anni fa, affronterà la thailandese Janjaem Suwannapheng nelle semifinali dei 66 kg martedì al Roland Garros. Medaglia d'argento ai campionati mondiali dello scorso anno, Suwannapheng ha sconfitto la campionessa olimpico in carica Busenaz Surmeneli della Turchia pochi minuti prima della vittoria di Khelif.

Domenica mattina Lin ha sconfitto la bulgara Svetlana Kamenova Staneva riuscendo anche lei ad assicurarsi almeno il bronzo alle Olimpiadi.

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