NewsletterNewslettersEventsEventiPodcasts
Loader
Seguiteci
PUBBLICITÀ

Olimpiadi: Angela Carini abbandona il match contro l'algerina Imane Khelif, scoppia il caso

Angela Carini e Imane Khelif, Parigi 2024
Angela Carini e Imane Khelif, Parigi 2024 Diritti d'autore John Locher/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore John Locher/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

A pochi secondi dall'inizio del suo match d'esordio, l'azzurra del pugilato Angela Carini ha deciso di ritirarsi, fra le lacrime. Il caso dell'atleta algerina intersex Imane Khelif ha suscitato un'ondata di indignazione di dimensioni mondiali, alimentata anche dalle fake news. La solidarietà del Cio

PUBBLICITÀ

Angela Carini ha scelto di non affrontare lo scontrocontro la pugile intersex algerina Imane Khelif. La decisione di abbandonare è arrivata dopo solo 46 secondi dall'inizio del match, dopo aver incassato un paio di colpi duri.

I giudici hanno validato la sua scelta con il verdetto ufficiale: l'atleta azzurra si è inginocchiata sul ring e ha pianto.

"Ero salita sul ring per combattere. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e dunque ho detto basta". Carini spiega così la sua decisione. "Esco a testa alta", ha aggiunto. "Poteva essere il match della mia vita, ma ho dovuto pensare a salvaguardare la mia incolumità".

Carini, 25 anni napoletana e soprannominata "Tigre", doveva affrontare l'atleta algerina Khelif nella categoria categoria 66 chili dei pesi welter.

Meloni: "Gara non equa"

"Non sono d'accordo con la scelta del Cio di far gareggiare l'atleta algerina Imane Khelif al torneo di pugilato delle Olimpiadi di Parigi, la gara in partenza non sembra equa" ha commentato la premier Giorgia Meloni, arrivata a Casa Italia a Parigi per assistere alla competizione olimpica. La presidente del Consiglio ha poi incontrato la pugile italiana e il colloquio, con la presenza anche del Ministro dello Sport Andrea Abodi, si è svolto in una sala riservata del Cio nell'impianto di judo.

Venerdì mattina, Meloni ha incontrato a Parigi il Presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), Thomas Bach. Al centro del colloquio uno scambio di vedute sullandamento dei Giochi e sullo stato di preparazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.

Nel corso del faccia a faccia, è stato affrontato anche il caso dell’atleta Imane Khelif e il tema delle regole per garantire equità nelle gare sportive. Meloni e Bach rimarranno in contatto per valutare come affrontare la questione per il futuro. Secondo l'agenzia Ansa, il presidente del Cio ha ribadito che Khelif è donna e che sul caso verrà fatta ulteriore chiarezza.

L’allenatore azzurro del pugilato, Emanuele Renzini, ha assicurato che non c’è stata nessuna premeditazione nel ritiro. "Angela era motivata e voleva farlo. Certo al sorteggio, quando ha conosciuto l'avversaria, mi ha detto "non è giusto"", ha aggiunto.

"Non posso che adeguarmi alle regole delle Olimpiadi e domani sul ring darò tutto", aveva detto Carini prima del suo match di debutto olimpico.

I motivi e le fake news che hanno generato il caso su Khelif

Un anno fa, la pugile nordafricana era stata esclusa dai finale dei Mondiali di pugilato a Nuova Delhi perché non aveva superato la verifica ormonale: aveva elevati livelli di testosterone e nel suo test del Dna sono presenti cromosomi XY, tipici del sesso biologico maschile, secondo l'International Boxing Association (IBA).

Ma in queste Olimpiadi, per il Comitato olimpico internazionale (Cio) il livello del testosterone di Khelif rientra nei parametrida donna. L'atleta ha dunque diritto a prendere parte alle competizioni come tale, visto che rientra nei criteri di ammissibilità secondo il test d’idoneità di genere.

"Il Cio ci ha assicurato che sono state fatte verifiche ormonali e scientifiche e che pertanto Imane Khelif può gareggiare da donna" ha assicurato il presidente del Coni Giovanni Malagò, che aveva monitorato la questione. E in una nota del Cio si legge: "Il Coni si è attivato con il Cio affinché i diritti di tutti gli atleti e le atlete siano conformi alla Carta Olimpica e ai regolamenti sanitari".

In particolare, nel caso del pugilato il timore della Federboxe era che per quanto venga abbassato il livello di testosterone, la forza resti comunque superiore a quella di una donna. "Ci affidiamo al Coni e aspettiamo la risposta del Cio", aveva sostenuto alla vigilia del match, rassegnato, il presidente della Federboxe Flavio D'Ambrosi.

L'algerina Imane Khelif non è un'atleta transgender, diversamente dalle notizie che circolano sul suo conto. La fake news ha iniziato a circolare a partire dalla squalifica nei Mondiali del 2023, soprattutto nei profili social di estrema destra.

Si tratta di una persona intersessuale, che si è sempre socializzata come donna e che ha sempre gareggiato in competizioni femminili. Le persone intersessuali sono nate con caratteri sessuali che non rientrano nelle tipiche nozioni di corpo maschile o femminile. Nel caso di Khelif, gli elevati livelli di testosterone naturalmente presenti nel suo sangue sarebbero legati a delle disfunzioni ormonali che provocano l'iperandroginia.

PUBBLICITÀ

Nel caso di Khelif, per altro, va ricordato che l'Algeria proibisce il cambio del genere sui documenti, in quanto illegale.

Il caso della pugile taiwanese Lin Yu-tin è analogo. Esclusa dagli scorsi Mondiali, il 2 agosto affronterà l'uzbeka Turdibekova. Il Cio, dopo gli ultimi esami, ha ammesso anche lei al torneo come donna. 

Questa vicenda ricorda quella di Caster Semenya, due volte campionessa olimpica degli 800 metri, esclusa da alcune competizioni per essersi rifiutata di assumere farmaci che riducessero il suo livello di testosterone.

Un'ondata di reazioni

Sul caso, sono esplose reazioni di indignazione che stanno dominando il dibattito politico e che affiancano la questione dell'inclusione nelle competizioni sportive con quella della tutela dei diritti delle donne.

PUBBLICITÀ

Il ministro dei Trasporti e leader della Lega Matteo Salvini già i giorni scorsi aveva espresso che lasciare gareggiare un «pugile trans dell’Algeria, bandito dai mondiali di boxe» è «uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi», usando il genere maschile per riferirsi all'algerina.

Sulla vicenda è intervenuta anche la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella: "Tutta la nostra solidarietà ad Angela Carini, vittima di un'ideologia che colpisce lei e con lei tutte le donne". "Oggi è una pagina nera per lo sport" ha aggiunto, contestando la decisione del Cio.

"Il suo ritiro le fa onore. L'aspetto in Senato per abbracciarla", ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Il caso Khelif ha valicato i confini nazionali e anche personalità di fama mondiale si sono espresse a riguardo. Elon Musk, ad esempio, ha espresso il suo sostegno all'atleta azzurra.

PUBBLICITÀ

La solidarietà del Cio a Khelif

"Ogni persona ha il diritto di praticare sport senza discriminazioni", ha affermato il Comitato olimpico internazionale in una nota. "Tutti gli atleti che partecipano al torneo di pugilato dei Giochi olimpici di Parigi 2024 rispettano i regolamenti di ammissibilità e di partecipazione della competizione nonché tutti i regolamenti medici applicabili stabiliti dalla Paris 2024 Boxing Unit (PBU). Come per le precedenti competizioni olimpiche di pugilato, il sesso e l'età degli atleti si basano sul loro passaporto".

"Abbiamo visto nei resoconti informazioni fuorvianti su due atlete donne in gara alle Olimpiadi di Parigi 2024", ha aggiunto il Cio con riferimento al caso Khelif.

"Le due atlete hanno gareggiato in competizioni internazionali di pugilato per molti anni nella categoria femminile, tra cui le Olimpiadi di Tokyo 2020, i Campionati del Mondo dell'International Boxing Association (IBA) e i tornei sanzionati dall'IBA. Queste due atlete sono state vittime di una decisione improvvisa e arbitraria da parte dell'IBA. Verso la fine dei Campionati del Mondo IBA nel 2023, sono state improvvisamente squalificate senza alcun giusto processo", prosegue la nota.

Con un lungo video postato sui suoi profili social, Vladimir Luxuria ha espresso la sua solidarietà a Khelif e ha sostenuto la sua causa. "Imane Khelif non è una boxeur trans, è nata donna. Sfatiamo una bufala" ha scritto.

PUBBLICITÀ
Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Olimpiadi: successi e sconfitte del 2 agosto, rissa alla fine di Francia - Argentina

Ucraina, Zelensky d'accordo con Scholz: "Al prossimo tavolo per la pace deve esserci la Russia"

Spagna, il premier Pedro Sánchez è arrivato a Pechino: inizia la visita di tre giorni in Cina