Il presidente francese è ancora alla prese con la formazione di una maggioranza parlamentare e la nomina di un primo ministro, dopo i risultati elettorali del 7 luglio. Macron ha dovuto garantire agli alleati che la Francia è stabile e manterrà gli impegni
Le recenti elezioni hanno gettato la Francia nell'incertezza, con un'Assemblea Nazionale divisa in tre blocchi.
Il presidente Macron, in visita a negli Stati Uniti per il vertice annuale della Nato, ha dovuto rassicurare gli alleati sulla stabilità del Paese e degli impegni internazionali presi.
"Ho detto alle mie controparti che l'approccio della Francia sarà di continuità nei suoi impegni internazionali, sia verso l'Europa che verso l'Alleanza" ha dichiarato Macron al summit che si è tenuto a Washington dal 9 all'11 luglio.
Anche sul sostegno all'Ucraina, il presidente francese ha rassicurato che "le forze politiche nell'Assemblea sono favorevoli a questa linea" e soprattutto che chi è "contrario agli aiuti" all'Ucraina "non ha conquistato la maggioranza".
Francia, vittoria sull'estrema destra alle elezioni ma niente maggioranza
Parole abili e di circostanza dal momento che la Francia non ha più una maggioranza, per la decisione del presidente di sciogliere il Parlamento dopo la sconfitta alle elezioni europee.
In una lettera ai francesi pubblicata nei giorni scorsi, Macron ha invitato i partiti di centro a formare una maggioranza all'Assemblea nazionale, riferendosi alla sua coalizione Ensemble insieme alla destra moderata dei Republicaines e magari ai socialisti.
Al di là della mancanza di numeri per formare una maggioranza assoluta (289 seggi sui 577 dell'Assemblea Nazionale) il presidente deve vedersela con il Nouveau Front Populaire e con il suo leader Jean-Luc Melenchon.
L'alleanza assemblata tra France Insoumise, socialisti e comunisti, dopo l'annuncio delle elezioni anticipate, ha ottenuto il maggior numero di seggi ai ballottaggio del 7 luglio e ha rivendicato l'incarico di governo.
Macron, che pure ha sottoscritto i patti di desistenza con la sinistra per opporre (con successo) un candidato unico a quelli del Rassemblement National nel secondo turno, sta prendendo tempo.
Nella Quinta Repubblica la Francia ha avuto governi di minoranza ma non coalizioni di governo
Il presidente non vuole dare l'incarico di governo, che è una sua prerogativa costituzionale, a un esponente dell'estrema sinistra (che ha sempre definito un pericolo, al pari dell'estrema destra lepenista) e ha chiesto al premier dimissionario Gabriel Attal di rimanere al suo posto per quanto necessario.
Ci potrebbero volere mesi per trovare un accordo per una maggioranza politica tra coalizioni e partiti profondamente diversi. La Francia non è abituata a compromessi politici, avendo sempre avuto maggioranze e governi stabili grazie al sistema semi-presidenziale con elezioni legislative a doppio turno.
Nella storia della Quinta repubblica il Paese ha visto, al limite, dei governi di minoranza. Anche questo è un dilemma per Macron, che non può neanche sciogliere di nuovo il Parlamento, come possibile in altri Paesi.
In Francia vige un vincolo di mandato per i deputati di almeno 12 mesi.