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Israele pensa a "possibile" de-escalation a Gaza, uccisa la sorella del leader di Hamas Haniyeh

Possibilità di una de-escalation nella Striscia di Gaza
Possibilità di una de-escalation nella Striscia di Gaza Diritti d'autore Hussein Malla/Copyright 2023 The AP. All right reserved
Diritti d'autore Hussein Malla/Copyright 2023 The AP. All right reserved
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Israele pensa a una "fase C" del conflitto a Gaza in cui verrebbero depotenziati i combattimenti nella Striscia. Non si parla, tuttavia, di un cessate il fuoco

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Delle 13 persone uccise in un attacco dell'esercito israeliano nel campo profughi di al-Shati a Gaza City, dieci erano parenti del leader di Hamas Ismail Haniyeh, tra cui la sorella, si legge su Haaretz. Hamas sostiene che Zaher Haniyeh non ricopriva alcun ruolo nell'organizzazione del movimento di resistenza palestinese. Ad aprile tre figli del leader di Hamas erano stati uccisi in un raid israeliano.

Intanto i leader israeliani discutono di una transizione verso una fase meno intensa della guerra a Gaza, seppur non di un cessate il fuoco totale. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha discusso col Segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, di una de-escalation della guerra a una "fase C" e dei possibili effetti nell'area mediorientale.

Ma una fase meno intensa della guerra di Gaza permetterebbe a Israele di trasferire alcune unità militari al confine con il Libano per contrastare Hezbollah. Lo ha dichiarato domenica Benjamin Netanyahu, in un'intervista alla rete filogovernativa Canale 14.

Herzi Halevi, il generale che guida l'esercito israeliano, ha dichiarato che l'esercito ha depotenziato le cellule di Hamas a Rafah.

"Ci stiamo chiaramente avvicinando al punto in cui possiamo dire di aver smantellato la Brigata Rafah, che è stata sconfitta non nel senso che non ci sono più terroristi, ma nel senso che non può più funzionare come unità combattente", ha detto Halevi.

Ma la possibilità della fine dei combattimenti nella Striscia è stata messa in dubbio dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahuha detto che avrebbe accettato solo un cessate il fuoco "parziale".

Il premier alla Knesset ha annunciato i motivi per cui la fine della guerra non è imminente.

"Vi prometto tre cose. La prima è che non finiremo la guerra finché non avremo restituito tutti gli ostaggi. 120 ostaggi, vivi e morti. Siamo impegnati nella proposta israeliana, che il presidente Biden ha accolto con favore. La nostra posizione non è cambiata", ha detto.

"E la seconda cosa, che non contraddice la prima, è che non finiremo la guerra finché non avremo eliminato Hamas e finché non avremo riportato in sicurezza gli abitanti del nord e del sud nelle loro case. E la terza cosa, ostacoleremo in ogni modo le intenzioni dell'Iran di annientarci".

I commenti del primo ministro non si sono discostati drasticamente da quanto detto in precedenza, ma arrivano in un momento delicato, in cui Israele e Hamas sembrano allontanarsi ulteriormente dall'ultima proposta di cessate il fuoco.

La terza fase prevederebbe combattimenti a bassa intensità a Gaza, attacchi aerei mirati, ritiro delle forze, l'istituzione di una zona cuscinetto vicino al confine di Gaza e la ricerca di un'alternativa al dominio di Hamas nell'enclave.

A Gaza situazione disastrosa: i commenti della politica internazionale

Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha rinnovato lunedì il suoi appello al primo ministro israeliano affinché fermi la guerra di otto mesi a Gaza.

"Mi auspico che Netanyahu capisca quello che la comunità internazionale sta cercando di dire a Israele per il bene di Israele stesso da mesi", ha detto Crosetto a margine dell'evento in cui è stato presentato il Villaggio Italia e il tour della nave Amerigo Vespucci nel mondo.

Parlando dopo il Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo, l'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri, Josep Borrell, ha avvertito che una guerra tra Israele e Hezbollah potrebbe portare il Medio Oriente a una "grave crisi".

Riguardo a un potenziale cessate il fuoco a Gaza, Borrell ha detto che è ormai "chiaro che non c'è alcun cessate il fuoco" e ha definito la situazione umanitaria "disastrosa".

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