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Guerra a Gaza, combattimenti intensi al nord a Jabalia: sbarchi al via dal molo Usa

Palestinesi osservano una nave al largo della costa di Gaza, vicino a un molo galleggiante costruito dagli Stati Uniti per le consegne di aiuti (16 maggio 2024)
Palestinesi osservano una nave al largo della costa di Gaza, vicino a un molo galleggiante costruito dagli Stati Uniti per le consegne di aiuti (16 maggio 2024) Diritti d'autore Abdel Kareem Hana/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Abdel Kareem Hana/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Gabriele Barbati
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Scontri tra soldati isrealiani e miliziani palestinesi nel nord della Striscia, mentre si rafforza la presenza militare a Rafah. Al via lo sbarco tramite il molo galleggiante creato dagli Usa. Lega Araba, palestinesi, Israele e potenze regionali divisi sul dopoguerra a Gaza

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I combattimenti tra l'esercito israeliano e i miliziani armati palestinesi si sono intensificati giovedì nel nord della Striscia di Gaza, a Jabalia, dove soldati e carri armati israeliani hanno incontrato una grossa resistenza nonostante mesi di bombardamenti in un'area che si considerava ormai sotto controllo.

Residenti hanno testimoniato di attacchi pesanti nel mercato centrale di Jabalia e di carri armati e buldozzer israeliani che hanno demolito edifici fino a spingersi nella vicina Beit Hanoun. I miliziani palestinesi sostengono di avere colpito con successo mezzi e soldati israeliani. 

Combattimenti nel nord di Gaza e a Rafah, attacco di Hezbollah dal Libano

Le battaglie del nord proseguono mentre Rafah, nell'estremo sud della Striscia, viene bombardata in attesa che si compia l'offensiva di terra più volte annunciata dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Una seconda brigata miltare è stata inviata nell'area.

L'esercito israeliano ha dichiarato che 11 soldati sono stati feriti a Gaza nelle ultime ventiquattro ore e altri quattro, di cui uno gravemente, in un attacco portato da Hezbollah con decine di missili, a cui Israele ha risposto bombardando nel sud del Libano.

Almeno 626 soldati israeliani sono stati uccisi dallo scoppio della guerra il 7 ottobre. Secondo le autorità di Gaza, sono più di 35.200 invece palestinesi morti e 79.200 feriti.

"Stiamo logorando Hamas", ha dichiarato giovedì il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, annunciando la distruzione a Rafah di gallerie sotterranee utilizzate dai miliziani di Hamas e del Movimento per il Jihad islamico. Secondo il governo israeliano, nella città ci sarebbero ancora quattro battaglioni di miliziani.

Un alto funzionario di Hamas,  Sami Abu Zuhri, ha risposto che il gruppo difenderà il popolo palestinese "con tutti i mezzi".

Allestito molo Usa a Gaza per invio aiuti umanitari

Gli Stati Uniti hanno annunciato venerdì mattina che è iniziato lo sbarco di aiuti umanitari nella Striscia tramite il molo galleggiante creato al largo di Gaza. Centcom ha assicurato che nessun militare statunitense è entrato nel territorio. 

L'apertura a singhiozzo dei valichi israeliani per la Striscia e, da ultimo, l'occupazione militare di quello di Rafah con l'Egitto, impedisce l'arrivo delle consegne umanitarie via terra, per quanto sia il metodo "più praticabile, efficace ed efficiente" per evitare una carestia ormai imminente hanno ribadito le Nazioni Unite.

Vista, l'esiguità e la pericolosità dei pacchi paracadutati dagli aerei, questa è stata una modalità adottata anche dall'Unione Europa almeno fino all'incidente ad aprile che ha visto la morte di operatori dell'ong World central Kitchen.

Israele, palestinesi e Usa divisi su quale sarà il futuro di Gaza

Lo stallo sul campo e nei colloqui per arrivare a un cessate il fuoco sembra derivare anche dall'incertezza su ciò che sarà di Gaza dopo la guerra.

Il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, vuole un ruolo di governo per il movimento nella Striscia, negato però con forza da Tel Aviv, Washington e in parte dall'Autorità nazionale palestinese, a cui le potenze regionali vorrebbero restituire il controllo della Striscia perso nel 2007.

La Lega Araba ha chiesto giovedì ufficialmente l'invio di una forza di pace delle Nazioni Unite nei Territori palestinesi occupati dopo un vertice a Manama in Bahrein fino a quando non sarà attuata la soluzione dei due Stati.

Israele, ministri contro Netanyahu: morti due ostaggi tailandesi

In Israele invece vari ministri del governo chiedono un piano per il dopoguerra, rifiutando un controllo militare della Striscia, con Netanyahu che giovedì ha definito ancora "la battaglia di Rafah cruciale" per raggiungere la "vittoria finale" su Hamas e liberare le decine di ostaggi rimaste in vita. 

Si tratta però di una lotta contro il tempo. Un portavoce militare ha confermato giovedì la morte di due ostaggi di nazionalità tailandese, deceduti già il 7 ottobre ma i cui corpi  sono dentro la Striscia.

Ai ministri Gallant e Gantz, fanno da contraltare gli alleati ultranazionalisti di Netanyahu, guidati dal ministro per la Sicurezza Ben Gvir, che minacciano di fare cadere l'esecutivo se non si arriverà a un annientamento di Hamas.

Riprende il processo a Israele per genocidio dei palestinesi alla Corte dell'Aia

Il Sudafrica ha chiesto giovedì alla Corte internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite di ordinare la cessazione dell'offensiva israeliana di Rafah, dopo l'ordinanza dei giudici a gennaio per l'applicazione di misure cautelari atte ad evitare un possibile genocidio a gennaio.

La causa contro Israele è stata intentata dal Sudafrica ma altri paesi si sono aggiunti o si aggiungeranno, tra questi l'Egitto. 

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