Medio Oriente, Ucraina, sicurezza e difesa, ma sopratutto i top jobs. Al vertice a Bruxelles i capi di Stato e di governo discutono sull'accordo per le nomine delle alte cariche dell'Ue
A Bruxelles c'è attesa per le nomine dei principali vertici dell'Unione europea, dopo le elezioni cello scordo 6-9 giugno con le quali sono stati rinnovati i membri del Parlamento europeo. Ora tocca ai partiti decidere chi guiderà le principali istituzioni comunitarie per i prossimi cinque anni e quali politiche seguiranno. Ma le polemiche non mancano.
Dopo un tentativo non andato a buon fine la scorsa settimana, i sei negoziatori (il polacco Donald Tusk, il greco Kyriakos Mitsotakis, il tedesco Olaf Scholz, lo spagnolo Pedro Sánchez, il francese Emmanuel Macron e l'olandese Mark Rutte) si sono parlati in via informale all'inizio della settimana e hanno confermato la loro lista di candidati. Ovvero Ursula von der Leyen per la presidenza della Commissione, Antonio Costa per quella del Consiglio e Kaja Kallas per la posizione di Alto rappresentante della Politica estera e di Sicurezza.
Scelte che però non sono piaciute alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni (e neppure al leader ungherese Viktor Orbán), che contestano la loro esclusione, alla luce dei risultati elettorali.
Ma all'ordine del giorno del vertice Ue di questa settimana ci sono anche il sostegno militare all'Ucraina, la visione per il prossimo mandato quinquennale, il Medio Oriente, la migrazione, la difesa e la sicurezza e le cariche più importanti dell'Ue.
Quale sarà l'esito delle trattative per le nomine? Saranno sbloccati i nuovi aiuti militari all'Ucraina? Di seguito gli aggiornamenti più importanti del primo giorno di summit.
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Diretta conclusa
Bilaterale tra presidente di Cipro e Meloni sui top jobs Ue
A margine del Consiglio europeo la premier Giorgia Meloni ha incontrato Nikos Christodoulides, presidente della Repubblica di Cipro. L'incontro si è svolto prima dell'inizio del vertice dei 27.
Oggetto del bilaterale le trattative per i top jobs Ue sul quale, ha spiegato il capo di Stato di Nicosia "ci sono stati degli scambi di messaggi" nella serata di ieri con Meloni. "Su alcune cose sollevate ha ragione", ha aggiunto.
Il consigliere di Orbán al Consiglio Ue: Ungheria sempre stata contraria al regime di sanzioni
"In generale l'Ungheria è contro le sanzioni perchè non contribuiscono alla pace. Il nostro obiettivo è sempre la pace e le sanzioni degli ultimi due anni non sono andate in questa direzione", ha detto il consigliere di Viktor Orbán parlando alla stampa al Consiglio europeo di Bruxelles.
A Bruxelles la premier estone Kaja Kallas ha incontrato il segretario della Nato Jens Stoltenberg
Metsola: difficile predire configurazione delle destre nell'eurocamera
"Le decisioni sulla composizione di Id e Ecr verranno prese la settimana prossima, ma potrebbero esserci due o tre gruppi a destra all'Europarlamento, non possiamo saperlo. Potrebbero nascere anche dei gruppi a sinistra", ha detto la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola.
"È difficile predire quale configurazione avranno le destre all'Eurocamera. Ecr non si è ancora costituito, dobbiamo vedere ancora come si struttureranno, e hanno fino al 4 luglio per negoziare le loro posizioni", ha aggiunto.
Orban: no von der Leyen bis, ha politicizzato Stato diritto
"L'Ungheria non può sostenere un nuovo mandato per von der Leyen. Lo Stato di diritto, un importante valore europeo, e' stato utilizzato politicamente e su base partigiana contro l'Ungheria", ha dichiarato il premier Viktor Orban, al suo arrivo al Consiglio europeo. I deputati di Fidesz avevano dato la fiducia nel 2019 all'esecutivo uscente di Ursula von der Leyen.
Metsola: "Serve accordo, una sola seduta del Parlamento a luglio per approvare nomine"
"Spero si arrivi a un accordo, lo attendiamo. Un accordo oggi ci darebbe la possibilità di votare a luglio a Strasburgo", ha detto la presidente uscente del Parlamento europeo, in odore di riconferma, Roberta Metsola. "Devo ricordo che questa volta, rispetto ad altri anni, abbiamo solo una sessione a luglio a Strasburgo il 18 luglio", ha aggiunto Metsola.
Nel Consiglio Europeo "mi aspetto un po' di dibattito. Le tre famiglie europee sono arrivate ad un accordo e penso" che anche l'intesa finale "sarà come quello, ma dobbiamo vedere", ha detto invece il premier olandese uscente, e prossimo segretario della Nato, Mark Rutte.
PiS (Polonia): al "50 per cento" il partito uscirà dal gruppo Ecr
C'e un "cinquanta e cinquanta'" di probabilità che i conservatori polacchi del partito Diritto e Giustizia (PiS) esca dai Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) guidati da Giorgia Meloni. Il PiS ha eletto 20 degli 83 eurodeputati di Ecr nel nuovo Parlamento (Fratelli d'Italia ne ha 24).
"Siamo tentati in entrambe le direzioni", ha detto l'ex premier polacco ed esponente del partito Mateusz Morawiecki in un'intervista a Politico. L'alternativa è formare un gruppo più a destra di Ecr e Identità e democrazia (Id) con il partito ceco Akce Nespokojených Občanů (Ano) dell'ex premier Babis e il Partito democratico sloveno.
De Croo (Belgio) a domanda su richieste Meloni: "Ascolteremo tutti"
"Ascolteremo tutti" ma spetterà al "futuro presidente della Commissione Ue" costituire il collegio e la scelta "sarà di certo legata alla qualità della persona che sarà presentata". Lo ha dichiarato il premier belga dimissionario e presidente di turno dell'Ue (fino al 1 luglio), Alexander De Croo, arrivando al Consiglio europeo.
De Croo ha risposto a una domanda della stampa sulla possibilità che la premier Giorgia Meloni possa richiedere un portafoglio di peso all'interno della prossima Commissione Ue. "La democrazia non è fatta solo di blocchi, ma anche di chi vuole lavorare insieme. E questi tre gruppi politici sono disposti a lavorare insieme a beneficio di tutti gli europei", ha concluso.
Scholz: "Confronto equo, tutti i 27 ugualmente importanti"
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato ai giornalisti che l'accordo sulle nomine raggiunto dal Partito popolare europeo (Ppe), dai socialisti e da Renew Europe è “soltanto di una posizione che sarà discussa in modo attento ed equo con i nostri buoni amici in Europa, tutti i 27 (capi di Stato e di governo) sono ugualmente importanti e il Consiglio europeo e gli stati devono fare una proposta che conti su una maggioranza in Parlamento".
Il commento arriva dopo che la premier italiana Giorgia Meloni ha criticato la modalità con cui sono state negoziate le cariche definendo il procedimento "surreale", lamentando il mancato coinvolgimento dell'Italia e di altri Paesi dell'Ue.
Zelensky a Bruxelles: "Ogni passo ci avvicina al nostro obiettivo storico di pace"
"Firmeremo tre accordi di sicurezza in una volta sola, uno dei quali con l'Unione europea nel suo complesso. Per la prima volta, sancirà l'impegno di tutti i 27 Stati membri a fornire all'Ucraina un ampio sostegno nonostante eventuali cambiamenti istituzionali all'interno dell'Ue", lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, arrivato poco fa a Bruxelles.
"In questi giorni l'Ucraina ha avviato i negoziati per l'adesione all'Ue. Oggi sono a Bruxelles per partecipare a una riunione del Consiglio europeo e per ringraziare tutti i leader europei per la loro unità e per aver confermato l'irreversibilità del nostro percorso europeo", ha aggiunto Zelensky che ha poi ha detto: "Ogni passo ci avvicina al nostro obiettivo storico di pace e prosperità in una casa comune europea".
Tajani: "Bisogna parlare anche con i conservatori"
"Va bene i colloqui con i socialisti, ma bisogna parlare anche con i conservatori. Non c'è il dogma il socialismo e nient'altro. I socialisti hanno perso", lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando con i cronisti a Bruxelles.
Occhi puntati su Meloni a Bruxelles
Tutti gli occhi sono puntati su Giorgia Meloni.
La premier italiana è furiosa per il modo in cui sono state negoziate le alte cariche tra i tre partiti centristi, un processo che ha definito "surreale", e sembra pronta a esporre le sue rimostranze di fronte ai suoi colleghi.
"Nessun vero democratico che crede nella sovranità popolare può in cuor suo ritenere accettabile che in Europa si sia tentato di negoziare le posizioni di vertice prima ancora che i cittadini si recassero alle urne", ha dichiarato mercoledì Meloni al parlamento.
La bozza di accordo, ha aggiunto, scavalca la logica del consenso perché non include "quelli della parte politica opposta e quelli delle nazioni considerate troppo piccole per essere degne di sedersi al tavolo".
Ma perché la terza economia del blocco è stata lasciata ai margini? Il motivo è piuttosto semplice: Meloni proviene dai Conservatori e Riformisti Europei (Ecr), un gruppo di estrema destra che contesta l'integrazione europea, sostiene una maggiore sovranità nazionale e vuole eliminare il Green Deal.
Sebbene Meloni abbia abbracciato posizioni mainstream su temi come l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, la sua famiglia politica rimane fuori dal centro e ha un'influenza politica limitata. Meloni e il ceco Petr Fiala sono gli unici due rappresentanti dell'Ecr tra i 27 leader, il che significa che possono essere messi in minoranza se necessario.

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Zelensky a Bruxelles, Sánchez non parteciperà al vertice
La riunione dei leader dell'Ue avrà un ospite a sorpresa, il leader ucraino Volodymyr Zelensky, e un'assenza dell'ultimo minuto, il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez.
A causa della scomparsa del suocero, Sánchez non parteciperà al vertice di due giorni a Bruxelles e ha invece delegato il suo voto al cancelliere tedesco Olaf Scholz, appartenente allo stesso gruppo politico socialista. La decisione è stata annunciata alle autorità dell'Ue mercoledì sera.
Weber chiede l'inclusione di Meloni nei negoziati
Il capo del potente Partito Popolare Europeo (Ppe) di centro-destra Manfred Weber ha chiesto l'inclusione dell'Italia nel processo decisionale dell'Ue.
"L'Italia è il terzo Paese più grande d'Europa, un membro del G7, una delle maggiori economie europee. Per questo è necessario trovare un modo per includere la posizione italiana nel processo decisionale europeo", ha detto Weber in un'intervista al Corriere della Sera.
Tajani: "Ancora nessuna decisione"
"Non c'è ancora nessuna decisione dell'Italia, aspettiamo il Consiglio", lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al suo arrivo al vertice del Ppe.
Consiglio Ue: incognita sui nomi per le alte cariche
La scorsa settimana, l'accordo sulle cariche di alto livello nell'Ue sembrava cosa fatta, ma si è rivelato più complicato del previsto e, sebbene i nomi sembrassero essere condivisi dalla maggioranza dei Paesi, non tutti i leader si sentivano parte della conversazione.
I nomi sul tavolo sono ormai noti: Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea, António Costa come presidente del Consiglio europeo e Kaja Kallas come Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

Consiglio Ue: l’incognita dei 27 leader sugli accordi delle nomine
Il vertice di due giorni a Bruxelles si concentrerà sulle principali nomine e cariche dell’Ue, sull’agenda strategica per i prossimi cinque anni, sul sostegno…