Elezioni USA: sempre più americani all'estero chiedono di votare. Voto oltreoceano decisivo?

Il ciclista Mickey McDiarmid vota inserendo la scheda in un'urna elettorale per il voto postale lo scorso lunedì 19 ottobre 2020 a Bellingham, Washington
Il ciclista Mickey McDiarmid vota inserendo la scheda in un'urna elettorale per il voto postale lo scorso lunedì 19 ottobre 2020 a Bellingham, Washington Diritti d'autore Elaine Thompson/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Lauren Chadwick
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Sapevate che in 5 Stati si vota solo per posta, e circa 30 Stati permettono agli americani di votare via e-mail? Il ruolo degli expat americano potrebbe essere decisivo, soprattutto se registrati negli swing states

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L'affluenza alle urne tra gli elettori americani d'oltreoceano quest'anno potrebbe essere molto più alta che in passato, e risultare alla fine decisiva per far pendere l'ago della bilancia verso Trump o Biden. 

Lo indicano ad Euronews diversi gruppi che aiutano i cittadini statunitensi a registrarsi per votare dall'estero.

Il traffico del sito web che permette di scaricare le schede elettorali federali per tutti i residenti oltreoceano è in crescita; non solo: in molti hanno chiesto aiuto alle organizzazioni di supporto al voto così da non mancare l'appuntamento elettorale.

Molti americani stanno già votando via posta a causa della pandemia di Covid-19. 

In generale, per queste presidenziali 2020 ci si attende un'elevata affluenza alle urne, con numeri da record in diversi Stati. Secondo gli esperti, il voto degli americani oltreoceano potrebbe avere un impatto determinante sulle elezioni.

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Nello Stato di Washington hanno votato per posta già 280mila persone, quasi il 20% del totale. Qui, e in Colorado, Hawaii, Oregon e Utah, si vota solamente per corrispondenzaElaine Thompson/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved

Sono circa 4.7 milioni i cittadini statunitensi che vivono all'estero. Di solito, vota solamente una piccola percentuale dei 2.8 milioni di aventi diritto. Nel 2016, per esempio, solamente 616.477 americani all'estero - militari inclusi - hanno espresso una preferenza tra Trump e Clinton (il 23% del totale). 

Quasi la metà di questi elettori ha votato nei cosiddetti swing states, gli Stati chiave che i candidati presidenziali devono conquistare per vincere. Sono stati 46mila i voti degli americani all'estero in Michigan, Wisconsin e Pennsylvania. Questi tre Stati alla fine sono risultati decisivi per consegnare le chiavi della Casa Bianca al tycoon newyorkese.  

Settimana scorsa sono state scaricate quasi 700mila schede elettorali dal sito web del Federal Voting Assistance Programme, come riferisce a Euronews un portavoce del programma del Dipartimento della difesa. 

Questa è però solamente di una delle opzioni disponibili agli americani d'oltreoceano. Gli elettori statunitensi possono infatti richiedere i moduli direttamente alle autorità dei loro Stati oppure passare attraverso una serie di organizzazioni di supporto create per supportare la macchina amministrativa. 

Traffico in crescita sui siti web delle organizzazioni che aiutano a votare

In questa tornata elettorale, il traffico sul sito web della US Vote Foundation - la più grande organizzazione apartitica che aiuta gli americani a votare da oltreoceano - è aumentato del 150%.

Susan Dzieduszycka-Suinat, fondatrice e CEO di US Vote Foundation, ha dichiarato di aver notato che sempre più americani avanzavano la propria richiesta prima del solito; secondo Dzieduszycka-Suinat, potrebbe essere indicativo del fatto che si cerca di arrivare più preparati all'appuntamento a causa della pandemia. 

Il voto per corrispondenza sarà quest'anno più privilegiato che in passato, e inevitabilmente si creeranno dei colli di bottiglia e dei ritardi.

Una ventina di Stati americani richiedono ancora ai propri elettori oltreoceano di spedire le loro schede per posta; circa 30 Stati permettono agli americani di votare via e-mail.

"Abbiamo visto una grande, grande attività, iniziata molto prima del solito. Per noi tutto è cominciato in grande a giugno; a luglio siamo rimasti sugli stessi livelli, mentre ad agosto l'attività è cresciuta ancor di più", ha detto Dzieduszycka-Suinat a _Euronews. _

Le notizie sui ritardi dei servizi postali hanno coinciso con i dibattiti elettorali e con una maggiore iscrizione ai seggi elettorali.  

Democrats Abroad, il braccio oltreoceano del Partito Democratico che aiuta gli elettori a registrarsi per votare, indica che sono già 600mila le persone che hanno completato la procedura e hanno richiesto la propria scheda. 

Sul loro sito web, i democratici scrivono che si tratta di un numero 2.7 volte superiore rispetto al 2016.  

Questo fa presagire un numero di download di schede per votare all'estero già superiore al milione, ben più delle 900mila schede inviate agli elettori stranieri e militari nel 2016.

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Anche Sarah Elliott, presidente dei Republicans Overseas nel Regno Unito, si dice oberata di lavoro e conferma il previsto aumento dell'affluenza oltreoceano.  "Stiamo avendo richieste da parte di persone che non hanno mai votato prima d'ora, e che questa volta ci chiedono come poter fare per votare". 

Preoccupazioni sul processo elettorale nel contesto pandemico

A complicare il voto degli americani all'estero si ci è messa la pandemia. Il ciclo della posta internazionale è rallentato, e le ambasciate americane in diversi Paesi stanno lavorando h24 per far arrivare in tempo le buste negli Stati Uniti - soprattutto in quei Paesi in cui il servizio postale è meno affidabile.

FedEx ha offerto un servizio speciale di posta prioritaria a 25 euro per i cittadini americani che vivono in 10 paesi europei. Ce ne sono tanti soprattutto nel Regno Unito, in Francia, in Svizzera e in Germania.

Dzieduszycka-Suinat, che ha fondato US Vote Foundation 15 anni fa ed è stata la prima persona a rendere disponibile online il processo di registrazione al voto, aggiunge che oggi sono diversi i programmi in aiuto dei cittadini americani che vivono all'estero, e tutto il processo è reso più semplice. 

"Prima era tutto fatto su carta. [Quando votavo dall'estero,] mi veniva consegnato un modulo sfuocato e un libro di istruzioni di 500 pagine", le parole di Dzieduszycka-Suinat.

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Volontariato per portare gli elettori alle urne

Rispetto alle elezioni del 2016, sono di più anche gli americani impegnati come volontari. Stacey Kruckel ha iniziato a fare volontariato in Germania con i Democratici all'estero. Pensa che questa elezione sarà "la più importante della mia vita".

Parla spesso con gli elettori sulla pagina Facebook del partito e indica come i social media siano inondati di richieste.

Kruckel spera che tutto il processo sia in futuro più snello, così da facilitare i cittadini all'estero, dato che in 20 stati ancora è richiesto l'invio della scheda elettorale cartace. Alcuni Stati richiedono che le schede arrivino entro il giorno delle elezioni, mentre altri guardano al timbro postale che deve segnare una data precedente al grande giorno.  

Margaux Guerard, cittadina americana residente a Parigi da tre anni, ha contattato tutti i suoi amici per assicurarsi che si fossero registrati per votare.

Alla fine si è offerta volontaria per aiutare molti connazionali a registrarsi. Alcuni hanno trovato difficile il processo, altri si sono fatti sopraffare dalla frenesia quotidiana e non hanno avuto tempo di prestare attenzione alla procedura da seguire. 

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Molti dei suoi contatti hanno vivono all'estero da anni ma non si erano mai registrati per votare prima d'ora. "Penso che quest'anno tutti si sentano super motivati e vogliano far sentire la propria voce", le parole di Guerard.

Alcuni elettori d'oltreoceano hanno avuto difficoltà a registrarsi a causa del blocco dei siti web elettorali legati a problemi di sicurezza; in certi casi, i funzionari elettorali sono stati inondati di richieste di aiuto e non sono riusciti a rispondere a tutti. 

L'affluenza degli americani in Europa finora è stata bassa. Nel Regno Unito, la percentuale dei votanti si è attestata al 6,4%; in Francia, al 4.9%; in Germania, al 13,9%. Ma molti sperano che questo sia l'anno della svolta. 

"C'è ancora tempo", conclude Dzieduszycka-Suinat. "Speriamo che votino tutti".

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