Oltre 300 morti, tra i quali il primo fuori dalla Cina. Sono 21 i casi di contagio confermati in Europa. Due tedeschi rimpatriati da Wuhan hanno contratto il virus
Oltre 14.000 contagiati, più di 300 decessi. Queste sono le ultime cifre dell'epidemia di coronavirus, partita da Wuhan, città da 11 milioni di abitanti della Cina centrale e diffusasi in tutto il mondo. E c'è la prima morte a causa di questo nuovo virus al di fuori dalla Cina. Si tratta di un uomo di 44 anni, morto nelle Filippine dopo che era stato colpito dal coronavirus: lo riferisce l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). L'uomo, un cittadino cinese residente a Wuhan, la città individuata come il focolaio dell'epidemia, aveva manifestato i primi sintomi durante un viaggio nelle Filippine.
Sono 37 i pazienti dimessi questa domenica dall'ospedale Jinyintan di Wuhan, tra i quali un 88enne. Già venerdì avevano lasciato la struttura 20 persone. Tutti coloro che vengono dimessi, dovranno comunque osservare un periodo di quarantena precauzionale di due settimane.
L'ospedale costruito in tempi record
Nel frattempo è stato completato il primo dei due nuovi ospedali nella città focolaio, consegnato ai medici militari che stanno lottando contro il virus. La struttura, costruita in tempi record e chiamata Huoshenshan, è attrezzata per assistere fino a 10.000 pazienti; il secondo ospedale, il Lieshenshan, dovrebbe invece essere pronto entro giovedì. Il presidente cinese Xi Jinping ha dato l'approvazione all'invio di 1.400 unità di personale medico militare.
Due contagiati tra i tedeschi rimpatriati
Intanto mentre la Germania ha cominciato a rimpatriare i propri cittadini dall'area maggiormente colpita dal virus, in Europa si confermano 21 casi di contagio confermati, di cui due in Italia. Due delle persone tornate da Wuhan a Francoforte, a bordo dell'aereo militare messo a disposizione per il rientro dei passeggeri, sono state infettate dal virus.
In Bangladesh, otto passeggeri di un volo proveniente che proveniva proprio da Wuhan, sono stati ricoverati in ospedale coi sintomi della polmonite da coronavirus. Il timore degli esperti è una propagazione dell'infezione con modalità ancora più rapide del previsto.