Coronavirus: le immagini di Wuhan, (strategica) città fantasma da 11 milioni di abitanti

Coronavirus: le immagini di Wuhan, (strategica) città fantasma da 11 milioni di abitanti
Diritti d'autore Hector RETAMAL / AFP
Di Vincent CosteAFP
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Un articolo per capire quanto sia strategico questo snodo ferroviario e industriale cinese e quanto sia impressionante lo sforzo di metterlo in quarantena da parte delle autorità.

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Come vedete da queste immagini girate col drone ⬆️, la città di Wuhan, in Cina, epicentro dell'epidemia causata del coronavirus 2019-nCoV, è diventata una vera e propria metropoli fantasma. 

Nodo strategico e capitale della provincia di Hubei, cuore industriale del Paese, conta 11 milioni di abitanti. Si tratta di un grande polo siderurgico, famoso per la produzione di ferro e acciaio. Come tale, nel tempo ha attratto un gran numero di migranti in cerca di lavoro - cinque milioni, per l'esattezza, secondo stime del sindaco Zhou Xianwang. 

In questa mappa, realizzata dai colleghi francesi, si può notare la concentrazione di metropoli ad alta densità abitativa nei dintorni di Wuhan: Zhijiang, 500mila residenti; Jingzhou, 6 milioni; Qianjiang, 1 milione; Xiantao, 1.5 milioni e così via. 

Il coronavirus è stato individuato per la prima volta a dicembre 2019, in un mercato all'ingrosso di pesce e frutti di mare della città. Il mercato è stato chiuso il 1° gennaio dopo che circa 60 persone avevano contratto una forma sconosciuta di polmonite: trattasi per la maggior parte di negozianti, gestori o clienti abituali del mercato. Il virus ha finora causato oltre 100 morti nella sola provincia di Hubei, quasi 1.300 casi di contagio e il coinvolgimento, su scala mondiale, di una dozzina di Paesi. L'ultimo, in ordine di tempo, è la Germania.

Wuhan, crocevia delle principali vie di comunicazione

Wuhan è un vero e proprio snodo dei trasporti e serve tutte le principali città del paese. Ogni anno, durante le vacanze del Capodanno lunare, che quest'anno cadeva il 25 gennaio, milioni di cinesi attraversano la città per raggiungere le loro famiglie. 

Grazie ai treni ad alta velocità, che si sono notevolmente sviluppati negli ultimi anni, per andare da Beijing alla capitale della provincia di Hubei ci vogliono appena 4 ore e mezza (le due città distano più di 1.200 km). Wuhan-Shanghai ha un tempo di percorrenza di 4 ore (oltre 800 km) e Wuhan-Guangzhou 3 ore (900 km). 

Il 60% delle linee ferroviarie ad alta velocità della Cina, che vante la più grande rete al mondo (oltre 30mila km nel 2019), sono state progettate da ingegneri provenienti da Wuhan. I treni viaggiano a velocità comprese tra i 250 e i 350km/h.

Dal 2016 è in funzione una linea di trasporto merci tra Wuhan e Lione, in Francia. Più volte al mese, i treni merci sfrecciano per oltre oltre 11mila chilometri attraverso sette paesi: i convogli su questa nuova Via della Seta percorrono il tragitto in appena 15 giorni rispetto ai 50 giorni richiesti dalla navigazione. 

Il treno Lione-Wuhan alla stazione di Hanxinou, il 23 febbraio 2017- Johannes EISELE / AFP

Anche l'aeroporto internazionale di Wuhan (Tianhe) è un hub frequentato da milioni di persone. Nel 2018, 24,5 milioni di passeggeri sono transitati da Tianhe e questo lo rende appena il 16° aeroporto più grande della Cina, secondo i dati dell'Autorità dell'Aviazione Civile Cinese (CAAC).  

A livello stradale, sono cinque le autostrade o superstrade che servono Wuhan. Dopo che la città è stata messa in quarantena, gli agenti di polizia hanno iniziato a fermare i veicoli alle uscite autostradali per misurare la temperatura delle persone a bordo. Si sono formate code anche davanti alle stazioni di servizio e i punti di distribuzione di carburante sono rimasti a secco. 

I rari passanti che si avventurano per le vaste arterie cittadine hanno il volto coperto da maschere -  una precauzione ormai obbligatoria per decreto comunale. Anche se le stazioni della metropolitana sono chiuse, altri mezzi di trasporto pubblico continuano a funzionare ma sono poco utilizzati. 

Non è la prima volta che una città viene messa in quarantena dalle autorità cinesi. Nel luglio 2014, Yumen nella provincia del Gansu è stata completamente isolata per contenere un'epidemia di peste bubbonica scoppiata nella città di 30mila abitanti.

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