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"Frode fiscale e sfruttamento dei lavoratori": sequestrati 121 milioni di euro ad Amazon

Sede di Amazon
Sede di Amazon Diritti d'autore Michel Spingler/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La multinazionale statunitense si sarebbe avvalsa in Italia dei cosiddetti "bacini di manodpera", un sistema in cui le grandi aziende subappaltano i servizi logistici ad altre imprese per tagliare i costi del lavoro e pagare meno tasse

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La Guardia di Finanza ha sequestrato 121 milioni di euro a un'unità di Amazon con sede a Milano. La Procura, guidata dal pm Marcello Viola, ha avviato un'indagine incentrata sulle accuse di frode fiscale e sfruttamento dei lavoratori, con riferimento ai "serbatoi di manodopera", un sistema attraverso cui le grandi aziende usufruiscono di società di appalto per risparmiare sulla manodopera e i costi di lavoro. Il decreto di sequestro dovrà adesso essere convalidato dal Gip.

Come riporta l'Ansa, risultano indagati per frode fiscale i tre responsabili della srl, Gabriele Sigismondi, Adriano Susta e Jason Miller.

"Le ipotesi investigative riguardano una complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale (Amazon,ndr), del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti", specifica in un comunicato stampa la Guardia di finanza.

"In particolare, ricostruendo la filiera della manodopera, è stato rilevato che i rapporti di lavoro con la società committente sono stati schermati da società filtro che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società “serbatoio”), che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’IVA, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale".

"Rispettiamo tutte le leggi e le normative vigenti in ogni paese in cui operiamo e richiediamo che le aziende che lavorano con noi facciano lo stesso", il commento di Amazon circa l'inchiesta della procura.

"Abbiamo definito standard elevati sia per noi che per i nostri fornitori, e abbiamo un codice di condotta che i fornitori devono rispettare per poter lavorare con noi. Continueremo a collaborare prontamente con le autorità competenti nel corso dell'indagine". 

Un presunto sistema illecito nel settore della logistica

Amazon non è la prima grande società nel settore della logistica a finire sotto la lente della procura di Milano.

Il sistema piramidale sarebbe a grandi linee sempre lo stesso: le multinazionali si affidano a società di appalto per garantirsi un bacino di manodopera cui vengono riconosciute meno tutele lavorative. Le stesse persone verrebbero poi smistate da una società all'altra, pur lavorando sempre per la stessa multinazionale.

L'indagine contro Amazon fa parte di una serie di 15 inchieste portate avanti nel corso degli anni contro multinazionali operanti in Italia, tra cui anche Uber, Esselunga, Dhl e Ups. Si stima che l'intervento della magistratura abbia fatto sì che venisse restituito alle casse dello Stato circa mezzo miliardo di euro, che 14.000 lavoratori venissero regolarizzati, e 70.000 ricevessero un aumento di stipendio.

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