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Slovacchia, entra in vigore la criticata legge sui media che smantella la tv pubblica

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Image Diritti d'autore Jaroslav Novák/TASR vía AP
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Di Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Con la nuova legge l'attuale emittente pubblica sarà sostituita da un altro entre maggiormente controllata dalla coalizione di governo. Secondo i partiti di opposizione il governo sta cercando di limitare la libertà di stampa

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All'inizio della settimana in Slovacchia è entrata in vigore la nuova e criticata legge sui media voluta dalla coalizione di governo ed è già in corso la revisione dell'emittente pubblica del Paese, Radio e televisione della Slovacchia (Rtvs).

La nuova legge, infatti, prevede la creazione di una nuova emittente, "Slovak television and radio", che sostituirà Rtvs, il cui direttore generale Lubosz Machaj sarà licenziato. Quindi il ministero della Cultura eleggerà un nuovo consiglio di amministrazione composto da cinque membri - quattro nominati dal Consiglio dei ministri e una dal Parlamento - che sceglierà il nuovo direttore generale.

"Nella riunione del 10 settembre verranno eletti i membri del consiglio e poi verrà annunciata la gara d'appalto. I candidati avranno 30 giorni di tempo per candidarsi. I membri del Consiglio terranno un'udienza pubblica per eleggere il nuovo direttore a metà o fine ottobre", ha spiegato Roman Michelko, deputato del Partito nazionale slovacco (Sns).

La mossa ha scatenato le reazioni dei partiti di opposizione, che sostengono che il governo stia cercando di limitare la libertà dei media. La rappresentante di Slovacchia progressista (Ps) Zora Jaurová ha anche detto che non sono solo i media pubblici a essere colpiti, il governo sta prendendo provvedimenti anche contro i media privati.

Il giornalista Ivan Brada, che ha partecipato agli scioperi di giugno, ha dichiarato a Euronews di essere preoccupato che la Slovacchia stia prendendo la stessa strada dell'Ungheria.

"Noi speriamo. Fortunatamente non siamo ancora al livello dei nostri colleghi ungheresi, dove i media pubblici sono completamente controllati dal governo, ma ci stiamo muovendo in quella direzione. È per questo che indossiamo i distintivi, per dimostrare che stiamo resistendo alla censura", ha detto Brada.

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