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Gli agricoltori protestano: bloccata la frontiera tra Spagna e Francia

Agricoltori spagnoli bloccano la strada con i trattori
Agricoltori spagnoli bloccano la strada con i trattori Diritti d'autore Bernat Armangue/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Bernat Armangue/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Euronews
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I sindacati francesi e spagnoli invitano gli agricoltori a bloccare il confine per chiedere agevolazioni sui combustibili, migliori condizioni economiche per la produzione e l'export, rispetto alla concorrenza di Paesi terzi, e requisiti più severi per i prodotti che entrano in Europa

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A pochi giorni dalle elezioni europee, gli agricoltori sono tornati a protestare. In uno sforzo coordinato tra le associazioni di agricoltori francesi e le loro controparti spagnole, un centinaio di trattori hanno organizzato diversi blocchi stradali al confine tra Spagna e Francia.

Secondo i sindacati che hanno indetto la protesta sono 500 gli agricoltori e allevatori provenienti da Gerona, Barcellona, Castiglione, Valencia e Saragozza, che con i propri mezzi hanno bloccato la frontiera all'altezza di El Pertùs. Altre sei valichi di frontiera sono stati bloccati. L'azione dovrebbe durare almeno per 24 ore.

Disagi per la viabilità, gli agricoltori belgi pronti a marciare domani a Bruxelles

I manifestanti hanno ostruito il passaggio in sette punti strategici della frontiera, che si estende dalla regione dei Paesi Baschi alla Catalogna, creando traffico e gravi disagi per la mobilità. L'autostrada Ap-7 è bloccata nella località de La Junqueras, all'altezza dell'uscita tre a Llers, rende noto il servizio del traffico catalano. Si tratta della principale arteria di collegamento tra i due Paesi. Lunghe code di quattro chilometri anche sull'autostrada A2 e traffico intenso sulla strada nazionale N-II.

A differenza dell'azione dello scorso autunno, quando gli agricoltori francesi e spagnoli si sono scontrati, gli agricoltori e gli allevatori di entrambi i Paesi chiedono ora di essere soggetti alle stesse tasse e agli stessi standard ambientali. Sperano di “avere un impatto” sulle elezioni e sottolineano la natura comunitaria del movimento.

Intanto anche gli agricoltori delle sigle più radicali a Bruxelles fanno sapere di essere pronti a invadere martedì le strade della capitale belga, per una maxi-manifestazione contro le politiche Ue organizzata dall'associazione olandese Farmers Defence Force con il sostegno di diversi esponenti politici europei ultranazionalisti. Sono attesi oltre cinquemila mezzi agricoli da Paesi Bassi, Belgio, Germania, Polonia, Romania, Italia e Spagna.

Perché gli agricoltori europei protestano da mesi

Le proteste degli agricoltori scuotono l'Europa da mesi e l'episodio di lunedì arriva nel bel mezzo della campagna elettorale europea e a pochi giorni dal voto.

L'aumento dei costi di produzione è uno degli elementi contro cui si battono i manifestanti, che vogliono maggiore sicurezza alimentare e requisiti più severi per i prodotti che entrano in Europa. Chiedono inoltre ai deputati dell'Ue la riduzione fiscale sul carburante a uso agricolo, migliori condizioni per esportare i propri prodotti rispetto alla concorrenza di Paesi terzi e di spingere per una legge europea che favorisca i prodotti locali.

L'ingresso nel mercato europeo del grano ucraino, ad esempio, esentato dai dazi per non infierire sull'economia del Paese in guerra e più economico, secondo gli agricoltori ha danneggiato le medio e piccole imprese agricole ed è stato oggetto di duri attacchi, culminati nei mesi scorsi nel blocco della frontiera con l'Ucraina da parte degli agricoltori polacchi.

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