I Paesi dell'Ue siglano un accordo duro sul grano ucraino: possibili tariffe doganali

I cereali esenti da dazi provenienti dall'Ucraina sono diventati una questione politica esplosiva nell'Unione Europea.
I cereali esenti da dazi provenienti dall'Ucraina sono diventati una questione politica esplosiva nell'Unione Europea. Diritti d'autore Efrem Lukatsky/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Jorge LiboreiroGerardo Fortuna
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Gli Stati membri hanno siglato mercoledì un accordo cruciale per estendere le misure di libero scambio con l'Ucraina fino al giugno 2025

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Il risultato dei negoziati tra gli Stati membri dell'Ue e l'Ucraina rappresenta una posizione più dura rispetto alla solidarietà "a ogni costo" promessa alla nazione devastata dalla guerra, le cui esportazioni agricole rappresentano una fonte di reddito essenziale.

L'estensione del regime speciale prevede un maggior numero di misure a tutela dei prodotti considerati "sensibili": pollame, uova, zucchero, avena, mais, semole e miele, che saranno soggetti a dazi se i loro flussi supereranno i volumi medi degli ultimi tre anni.

Misure correttive se il mercato va male: possibili divieti nazionali

L'accordo renderà inoltre più facile per gli Stati membri applicare "misure correttive" in caso di turbolenze del mercato, un termine vago che apre la porta a divieti su base nazionale.

Complessivamente, si stima che le modifiche faranno perdere a Kiev circa 330 milioni di euro all'anno.

Le disposizioni rafforzate arrivano mentre gli agricoltori di tutta Europa protestano duramente. Alcuni di loro hanno accusato le loro controparti ucraine di concorrenza sleale. Sebbene l'opposizione alle importazioni ucraine a basso costo provenisse inizialmente dai Paesi limitrofi dell'Europa orientale, ovvero Polonia, Ungheria e Slovacchia, si è gradualmente estesa alla Francia, che è passata da una posizione espansiva a una restrittiva in materia.

Il testo presentato dal Belgio ha portato all'approvazione

Anche l'Italia e l'Austria hanno preso parte ai colloqui, complicando ulteriormente le condizioni per ottenere il sostegno necessario. Dall'altra parte Germania, Paesi Bassi e Stati baltici, tra gli altri, si sono opposti all'inasprimento.

La responsabilità di uscire dall'impasse è ricaduta sul Belgio, attuale detentore della presidenza di turno del Consiglio. Il Belgio ha presentato un nuovo testo di compromesso mercoledì mattina, che ha aperto la strada all'approvazione nel corso della giornata.

"Gli ambasciatori hanno concordato un nuovo compromesso per estendere le misure commerciali (Atm) all'Ucraina, garantendo un approccio equilibrato tra il sostegno all'Ucraina e la protezione dei mercati agricoli dell'Ue", ha annunciato la presidenza sui social media.

Ha aggiunto che il testo sarà presentato al Parlamento europeo per una rapida risoluzione.

Una disputa senza fine

L'Ucraina è storicamente uno dei principali esportatori mondiali di prodotti alimentari di base come olio di girasole, orzo, mais e grano. La guerra della Russia e il successivo blocco delle rotte nel Mar Nero hanno gravemente ostacolato la capacità del Paese di spedire le proprie merci, di raccogliere una fonte cruciale di entrate e di accedere alla valuta estera.

Nel giugno 2022, l'Ue ha eliminato tutte le tariffe e le quote rimanenti sulle importazioni ucraine per facilitare il transito attraverso le vie terrestri e garantire entrate costanti. Ma il regime speciale ha portato a un'impennata dei cereali ucraini nei Paesi limitrofi, scatenando le proteste degli agricoltori locali, secondo i quali i prodotti a basso costo facevano crollare i prezzi e riempivano i magazzini.

La controversia ha raggiunto il punto di rottura nell'aprile 2023, quando Polonia, Ungheria e Slovacchia hanno imposto diversi divieti su una serie di prodotti agricoli provenienti dall'Ucraina. La Romania e la Bulgaria hanno subito avvertito che avrebbero seguito l'esempio.

Colta alla sprovvista, la Commissione ha reagito denunciando i divieti come inaccettabili, illegali e contrari allo spirito di solidarietà del blocco. Un gruppo di 12 Paesi, tra cui Germania, Francia, Paesi Bassi e Belgio, ha dichiarato in una lettera congiunta che l'integrità del mercato unico è in pericolo.

Lo stallo si è protratto per mesi e ha visto molteplici tentativi di risolvere la situazione attraverso la diplomazia e una causa presso l'Organizzazione mondiale del commercio (Omc).

A oggi, Polonia, Ungheria e Slovacchia mantengono i loro divieti.

Consapevole dell'esplosività del tema, a gennaio la Commissione ha presentato una proposta per estendere le misure di libero scambio fino al giugno 2025, ma con modifiche significative per applicare "misure correttive" in caso di andamenti negativi del mercato.

Cosa ha proposto la Commissione europea sui prodotti ucraini

L'esecutivo ha inoltre proposto un nuovo meccanismo di salvaguardia per tenere sotto controllo i "prodotti più sensibili" provenienti dall'Ucraina: pollame, uova e zucchero. Se i volumi delle importazioni supereranno i livelli del 2022 e del 2023, scatterà automaticamente un freno d'emergenza e verranno applicate le tariffe di guerra.

In seguito ai negoziati tra il Consiglio e il Parlamento, le due parti hanno concordato di rendere più rigido il testo con tre modifiche fondamentali:

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  • Avena, mais, semole e miele sono stati aggiunti all'elenco dei "prodotti sensibili".
  • Le tariffe saranno introdotte in 14 giorni, anziché in 21.
  • La Commissione si impegna a "rafforzare" il monitoraggio del grano e degli altri cereali per individuare i casi di turbolenza del mercato, che possono giustificare "misure correttive".

Il grano non sarà incluso nei prodotti sensibili

Ma gli emendamenti non hanno soddisfatto le richieste di Polonia, Francia e dei loro alleati, che volevano aggiungere il grano all'elenco dei "prodotti sensibili" ed estendere il periodo di riferimento per i volumi delle importazioni fino al 2021. Questo ha portato al fallimento dell'accordo provvisorio il giorno stesso in cui è stato annunciato, facendo temere uno stallo prolungato.

Il compromesso di mercoledì espande il periodo di riferimento fino al secondo semestre del 2021, aggravando probabilmente le perdite economiche dei produttori ucraini, ma esclude il grano dal catalogo dei "prodotti sensibili".

Parlando a condizione di anonimato, un diplomatico ha descritto i colloqui come "l'ultimo tentativo di mediazione possibile", senza lasciare ulteriore spazio di manovra. Un'altra fonte ha parlato di un "equilibrio molto, molto delicato".

L'accordo deve ancora essere negoziato con il Parlamento e ratificato, il che significa che non si può escludere una sorpresa dell'ultimo minuto.

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