Il presidente brasiliano ha criticato le richieste ambientali avanzate dall'Unione durante i negoziati per l'accordo di libero scambio, firmato ma non ancora ratificato dagli Stati europei
Il presidente brasiliano Lula da Silva mette in guardia l'Europa dal protezionismo, che a suo giudizio impedisce attualmente la ratifica dell'accordo commerciale fra Unione europea e Paesi del Mercosur.
Lula chiede un rapporto paritario, come ha spiegato ai suoi omologhi europei nell'ultimo vertice a Bruxelles, e non è intenzionato ad assecondare tutte le richieste che arrivano dall'altra parte dell'Atlantico.
La lettera incriminata
Una serie di requisiti di pre-ratificazione per il rispetto dell'Accordo di Parigi, la protezione della biodiversità e il rispetto degli standard lavorativi sono stati menzionati in una lettera che la Commissione europea ha inviato all'inizio dell'anno ai quattro Paesi che compongono il gruppo Mercosur: Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay.
La mossa di Bruxelles era intesa a sfruttare lo slancio politico impresso dalla vittoria elettorale di Lula e a superare l'_impasse sull'_accordo di libero scambio Ue-Mercosur, in fase di elaborazione da oltre 20 anni, che deve ancora affrontare la resistenza di alcuni governi europei.
Francia, Austria e Irlanda, ad esempio, hanno espresso preoccupazione per la deforestazione della foresta amazzonica e per la concorrenza dei prodotti agricoli a basso costo prodotti in America Latina.
"L'Europa ha giocato una carta aggressiva. La lettera che l'Europa ha scritto al Mercosur era una lettera che minacciava punizioni se non avessimo rispettato determinati requisiti ambientali", ha detto Lula durante una conferenza stampa a Bruxelles il 19 aprile.
"Due partner strategici non discutono di minacce. Discutiamo di proposte".
Il presidente ha insistito sul fatto che il suo Paese non ha bisogno di dimostrare le sue credenziali verdi a Bruxelles, poiché ottiene già più dell'80% della sua produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, una percentuale che la maggior parte degli Stati europei deve ancora raggiungere.
"Non accettiamo la lettera aggiuntiva dell'Unione Europea. È impossibile concepire tra partner storici come noi che qualcuno scriva una lettera così minacciosa", ha dichiarato Lula ai giornalisti.
"Non abbiamo problemi. Stiamo preparando una risposta e pensiamo che l'Unione Europea accetterà tranquillamente la nostra risposta".
Le divergenze sulla guerra
I commenti di Lula fanno seguito dopo un vertice di due giorni a Bruxelles tra i 27 membri dell'Unione Europea e i 33 membri della Comunità degli Stati dell'America Latina e dei Caraibi (Celac), il primo negli ultimi otto anni.
Il vertice ha toccato un'ampia gamma di argomenti, come lo sviluppo sostenibile, le materie prime critiche, la lotta al cambiamento climatico, la sicurezza regionale, i diritti dei lavoratori e la parità di genere. Anche l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha fatto parte delle discussioni, rendendo evidente il divario politico tra l'emisfero settentrionale e quello meridionale.
Sulla guerra, Lula sottolinea la necessità di lavorare rapidamente per un cessate il fuoco e ha nuovamente offerto la sua mediazione fra due parti che sembrano sempre più distanti.
“Per ora né Zelensky né Putin vogliono parlare di pace perché ognuno pensa di vincere. Ma vediamo una certa stanchezza per questa guerra in diversi Paesi. Arriverà il tempo per la pace e ci dovrà essere un gruppo di Paesi in grado di dialogare con Russia e Ucraina".
La posizione brasiliana si riflette nel linguaggio della dichiarazione finale del vertice, che accenna alla guerra in Ucraina esprimendo "profonda preoccupazione" e chiedendo una "pace giusta e sostenibile", ma senza condannare esplicitamente l'invasione russa.