Più solidarietà nell'Ue per la gestione dei migranti: le richieste del Parlamento europeo

L'Italia ha registrato un aumento del 300% degli approdi di migranti irregolari
L'Italia ha registrato un aumento del 300% degli approdi di migranti irregolari Diritti d'autore Salvatore Cavalli/AP
Di Vincenzo Genovese
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Approvata la posizione negoziale dell'Eurocamera, con ricollocamenti obbligatori solo in casi di crisi. Votano a favore tutti gli eurodeputati italiani

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Maggiore solidarietà tra gli Stati membri dell'Unione europea nella gestione della pressione migratoria.

Questo l'obiettivo complessivo del Parlamento europeo, che ha appena adottato la sua posizione negoziale su tre parti fondamentali del Pact on Migration and Asylum, il grande pacchetto legislativo proposto dalla Commissione europea nel 2020 per riformare la politica migratoria europea.

In tutti i casi, i testi sono stati approvati a larga maggioranza: contrari solo i due gruppi politici dell'estrema destra, Identità e Democrazia e Conservatori e riformisti europei, e parte di quello della Sinistra.

In dissenso rispetto alle proprie famiglie politiche, hanno votato a favore anche gli eurodeputati di Fratelli d'Italia e Lega.

Le opzioni della solidarietà

Nella versione dei testi modificata dall'Eurocamera, resta confermato il principio del regolamento di Dublino, secondo cui ogni richiedente asilo in arrivo nell'Ue deve presentare la propria domanda solo nel Paese di primo ingresso

Ma ci saranno più "eccezioni", come i legami familiari che una persona migrante potrebbe avere o gli studi effettuati in passato in un altro Stato membro, che gli consentirebbero di inoltrare lì la propria domanda.

"Abbiamo fatto la nostra parte. Nessuno Stato può affrontare questa sfida da solo"
Roberta Metsola
Presidente del Parlamento europeo

Nel regolamento sulla Gestione dell'asilo e della migrazione, cuore dell'intero Pact on Migration, sono inoltre previste diverse disposizioni per distribuire le persone migranti in arrivo in tutta l'Ue, o perlomeno condividere i costi della loro accoglienza.

"È necessario assicurarsi che tutti gli Stati membri contribuiscano. Il Parlamento europeo propone diverse opzioni flessibili: alcuni Stati membri riceveranno sul loro territorio le persone, altri potrebbero impegnarsi nel rafforzamento delle capacità di accoglienza", spiega a Euronews l'eurodeputato svedese Tomas Tobé, relatore del file.

"Vogliamo sbloccare la situazione di stallo che  per anni si è creata sul tema. Dobbiamo fare qualcosa, ora".

Ricollocamenti in caso di crisi

Se in circostanze ordinarie la solidarietà potrebbe essere espressa tramite l'accoglienza di migranti sul proprio territorio, o fornendo risorse economiche agli Stati membri di frontiera per gestire il fenomeno, i ricollocamenti diventano obbligatori nei casi di "crisi".

Lo stabilisce un altro regolamento del Pact on Migration, quello sulle Situazioni di crisi. Il suo relatore, il socialista spagnolo Juan Fernando López Aguilar, si è rivolto in maniera appassionata all'aula prima del voto: “Diamo una chance alla solidarietà, alla solidarietà nei casi di crisi. È proprio questo il punto di questo regolamento”.

"Ci sarà solidarietà nei casi di crisi migratoria"
Juan Fernando López Aguilar
Eurodeputato dei Socialisti e democratici, relatore per il regolamento sulle Situazioni di crisi

I casi di crisi, spiega l'eurodeputato a Euronews, si verificano quando c'è un "improvviso, imprevedibile e massiccio" arrivo di persone migranti, via terra o via mare, compresi quelli salvati dalle navi delle organizzazioni non governative.

Allora tocca alla Commissione europea valutare la richiesta di uno Stato membro e se la situazione di "crisi" è confermata, raccogliere adesioni per i ricollocamenti dagli altri Paesi dell'Ue. In caso i ricollocamenti "volontari" non siano sufficienti, si passa alla ripartizione obbligatoria.

Se approvato definitivamente, questo regolamento potrebbe costituire un punto di svolta per Paesi come l'Italia, che da anni rivendicano una maggiore solidarietà a livello europeo sulla questione migratoria.

Le autorità italiane hanno registrato quest'anno un aumento del 300% degli arrivi irregolari via mare ei sistemi di “ricollocamento volontario” fin qui messi in atto fra i Paesi dell'Ue non sembrano funzionare al meglio: nonostante le quote "promesse" di diverse migliaia, da parte di altri Stati membri, solo poche centinaia di persone sono state finora effettivamente trasferite dall'Italia.

Un negoziato difficile

Ma il difficile viene ora, perché la posizione del Parlamento, non troppo dissimile nei punti chiave da quella originaria della Commissione, dovrà essere negoziata con il  Consiglio dell'Ue. 

E gli Stati membri spingeranno molto su quegli aspetti del Pact legati alla dimensione esterna della migrazione, come lo screening dei migranti alle frontiere (tema di un altro regolamento, con relatrice la socialista tedesca Birgit Sippel) o le leve da utilizzare con i Paesi di origine perché accettino i rimpatri dei propri cittadini o ne impediscano le partenze.

Lo spiega a Euronews Sara Prestianni, di EuromedRights, un network di Ong attive in questo campo.

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“Il timore principale nei negoziati con il Consiglio è che, invece di proporre meccanismi di solidarietà tra gli Stati membri, nell'accoglienza e nell'integrazione, si favorisca un approccio sicuritario, che porterà allaumento della detenzione e all'accelerazione delle procedure di rimpatrio".

L'obiettivo delle istituzioni comunitarie è quello di completare la riforma della politica migratoria dell'Unione entro la fine del 2023, sotto la presidenza spagnola del Consiglio. Un auspicio che non sarà facile concretizzare.

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