Re-cereal: il progetto europeo per reintrodurre avena, miglio e grano saraceno

In collaborazione con The European Commission
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Di Francisco Fuentes
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Grazie al sostegno di Bruxelles le aziende agricole nelle zone alpine di Italia e Austria stanno reintroducendo questi cereali, che permettono di produrre alimenti adatti alle persone intolleranti al glutine

La coltivazione di avena, miglio e grano saraceno sta nuovamente attirando l'interesse degli agricoltori delle regioni alpine di Austria e Italia. Nei pressi di Montagnana, in Veneto, la coltivazione del miglio si è ritagliata il suo spazio tra le grandi piantagioni di grano e mais. Questi cereali permettono di produrre alimenti adatti alle persone intolleranti al glutine.

Alcune delle aziende agricole della zona hanno partecipato al progetto europeo "Re-cereal" per reintrodurre la coltivazione di avena, miglio e grano saraceno nelle regioni intorno alle Alpi italiane e austriache. "Cinque anni fa abbiamo convertito l'intera azienda agricola al metodo di produzione biologico - dice Giulia Rosetti, un'agricoltrice -. Abbiamo deciso di investire terreni a colture minori, come appunto il miglio, che ben si adatta a questo metodo di coltivazione".

L'iniziativa "Re-cereal" non mira solo ad incrementare la biodiversità reintroducendo le colture tradizionali, ma è anche un progetto scientifico. L'azienda Dr Schär, leader in Europa nella produzione di alimenti senza glutine, ha il suo centro di ricerca e sviluppo a Trieste. Per oltre due anni l'azienda ha analizzato le proprietà genetiche, agronomiche e nutrizionali di dieci diverse varietà di grano saraceno e di dodici varietà di miglio.

"Il miglio in particolare è una coltura che risponde molto bene anche in condizioni di stress - dice Silvano Ciani, ricercatore per Dr. Schär -. Quest'anno in Italia e in Europa c'è una grande ondata di caldo e siccità, e purtroppo non è un problema solo di quest'anno".

Il budget totale di "Re-cereal" - un progetto di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Austria - è stato di oltre 1,3 milioni di euro, di cui quasi un milione proveniente dalla "Politica di coesione europea". Il progetto ha avuto una durata di 36 mesi - dal 2016 al 2019 - ma le varie aziende che vi hanno partecipato continuano a portare avanti le attività cominciate sei anni fa.

Nel progetto sono stati coinvolti enti pubblici,privati e istituzioni, per ottimizzare i metodi di coltivazione. Si stanno inoltre sviluppando nuove tecnologie per la produzione di farine di grano saraceno, miglio e avena con caratteristiche particolari, per promuoverne l'uso nella produzione di alimenti senza glutine e di altri alimenti tradizionali.

"Tra queste varietà abbiamo scelto quelle che presentavano caratteristiche importanti a livello agronomico, tecnologico, nutrizionale o sensoriale - dice Virna Cerne, direttrice di ricerca e sviluppo per Dr. Schär - e stiamo portando avanti questo progetto di ibridazione di queste varietà per cercare di avere in futuro varietà ancora migliori".

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