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Corsa al litio, l'equilibrismo della Serbia tra Unione europea e Cina

Il presidente della Serbia Aleksandar Vucic
Il presidente della Serbia Aleksandar Vucic Diritti d'autore Darko Vojinovic/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Darko Vojinovic/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Aleksandar Djokic
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Il presidente francese Macron ha visitato la Serbia cinque mesi dopo aver ospitato il suo omologo di Belgrado a Parigi. La questione del litio è particolarmente sentita dai Paesi europei, poiché il metallo è cruciale per la transizione energetica. Ma la Serbia non vuole neanche scontare la Cina

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Tra le principali questioni al centro dei colloqui tra il presidente francese Emmanuel Macron e il suo omologo serbo Aleksandar Vučić ci sarà l'approvvigionamento di minerali fondamentali per la transizione energetica, come il litio. Una strategia "in linea con le direttive della Commissione europea e con la strategia a lungo termine dell'Ue per ridurre la dipendenza dalla Cina", ha dichiarato a Euronews Milan Antonijević, ricercatore senior presso il Foreign Policy Center.

Il progetto di estrazione del litio "Emili" avviato dalla Francia, in fase di sviluppo da parte della società Imerys, potrebbe rappresentare "una base per le discussioni tra i due presidenti", ha aggiunto Antonijević.

Per Belgrado la necessità è il mantenimento di un equilibrio tra partner occidentali e Cina

Ma trovare il giusto equilibrio per la Serbia potrebbe rivelarsi una sfida, dal momento che la strategia punta a creare assi con Macron e integrare maggiormente le relazioni economiche e politiche con l'Unione europea, senza però scontentare la Cina, che rappresenta uno dei principali investitori nella nazione balcanica. E proprio il litio costituisce un nodo fondamentale, sia per i Paesi Ue che per Pechino, essendo appunto una componente chiave per la fabbricazione di batterie usate nei veicoli elettrici.

Vuk Vuksanović, ricercatore senior presso il Centro per la politica di sicurezza di Belgrado, ha spiegato a Euronews che "la Serbia ritiene di poter mantenere questo equilibrio delicato, e la logica è legata all'importanza della Cina per il flusso di prestiti e capitali di investimento facilmente ottenibili. Ma finché Pechino non si introdurrà in settori strategici serbi, come le infrastrutture 5G, la difesa e i minerali critici, come ad esempio proprio il litio, le autorità serbe ritengono di poter mantenere un rapporto con Pechino senza inimicarsi l'Ue né gli Stati Uniti".

Il litio della Serbia è una risorsa strategica

Il vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič e il cancelliere tedesco Olaf Scholzhanno firmato un memorandum d'intesa a Belgrado il mese scorso, pochi giorni dopo che la Servia aveva concesso il via libera alla compagnia anglo-australiana Rio Tinto per riavviare l'estrazione mineraria di litio nella porzione occidentale del Paese.

Da parte sua, l'organismo esecutivo europeo fa sapere di rimanere "pienamente impegnato" nella partnership: l'ultima di una decina che Bruxelles ha firmato proprio per ridurre la dipendenza dalla Cina. Dimitrije Milić, direttore del programma del think tank New Third Way di Belgrado, ha dichiarato a Euronews: "L'attuale progetto di estrazione del litio in Serbia è allineato con gli interessi dell'Ue, ed è strettamente legato alla legge europea sulle materie prime critiche, introdotta nel marzo 2023. Questo allineamento era prevedibile, dato che una parte significativa delle esportazioni serbe e degli investimenti diretti esteri dipende dalle catene di approvvigionamento dell'industria automobilistica europea".

Il 97% del litio utilizzato nell'Ue proviene dalla Cina

Attualmente, il 97% del litio utilizzato dall'Unione europea proviene dalla Cina, come ha sottolineato Ursula von der Leyen durante il suo discorso di apertura del Clean Tech Industry Dialogue a Bruxelles il 22 febbraio 2024: "Abbiamo osservato che Pechino, negli ultimi 20-30 anni, ha acquistato strategicamente una miniera dopo l'altra a livello globale. Acquisiscono la materia prima, la lavorano in Cina e poi ne detengono il monopolio. Per questo oggi siamo totalmente dipendenti".

Anche Đorđe Trikoš, consulente di comunicazione strategica, ha ricordato a Euronews come l'industria automobilistica presenti un valore strategico, in particolare per la Germania, la più grande economia europea: "L'approvvigionamento di litio in Europa riduce i costi di transazione per le aziende automobilistiche tedesche, rendendo i veicoli elettrici più economici e quindi più accessibili ai clienti europei. Tanto più che la produzione in Serbia includerebbe sia l'estrazione che la lavorazione del litio".

Anche Niclas Frederic Poitiers, ricercatore del think tank Bruegel, ha parlato a Euronews della necessità di mantenere un equilibrio per la Serbia, sottolineando come la Cina abbia usato il suo dominio nella fornitura di materie prime critiche, come le terre rare, contro il Giappone in passato: "L'Europa deve diversificare le sue fonti di approvvigionamento di litio per evitare che lo stesso accada alla sua industria delle batterie. La lavorazione è particolarmente critica. L'ideale sarebbe che l'Europa avesse un'ampia gamma di Paesi di provenienza per le sue forniture. I progetti in Serbia contribuiscono a questo obiettivo".

Anche la Cina, nonostante le risorse interne, punta al litio serbo

La Cina, invece, dispone di ingenti risorse interne di litio e quindi non dipende dal litio della Serbia. Tuttavia, durante l'ultima visita del leader cinese Xi Jinping in Serbia, è stato ampiamente riportato come l'accesso alle forniture di litio della Serbia fosse uno dei temi all'ordine del giorno.

La Cina possiede attualmente molte miniere e fabbriche in Serbia, tra cui la più grande miniera di rame. E ha anche prestato miliardi per strade, ponti e infrastrutture attraverso la Belt and Road Initiative, che finanzia lo sviluppo delle infrastrutture: "Il principale investitore di Rio Tinto è la Cina e di recente è entrato in vigore un accordo di libero scambio con Pechino che prevede che il litio possa essere esportato senza dazi verso la nazione asiatica. Quindi sicuramente la Cina ne approfitterà", sostiene Đorđe Dimitrov del Centro di politica europea di Belgrado.

Gli investimenti della Cina in Serbia

Secondo il BIRN (Balkan Investigative Reporting Network), la Cina ha investito l'equivalente di 32 miliardi di euro nella regione tra il 2009 e il 2021. Solo in Serbia, gli investimenti cinesi hanno raggiunto i 10,3 miliardi di euro. Tuttavia, nonostante l'afflusso di capitali cinesi, l'Ue rimane il principale partner economico, con il 70% degli investimenti diretti esteri totali e l'81% delle esportazioni, ha sottolineato il Parlamento europeo in unrapporto.

"La Serbia ha il vantaggio di essere in procinto di diventare membro dell'Ue e di essere strettamente collegata all'Unione. La Cina lo sa e sa che questo avrà un ulteriore significato per la sua strategia economica nella regione", come ha osservato Predrag Bjelić, docente di Commercio internazionale presso l'università di Belgrado.

La domanda di litio dà alla Serbia più peso

Rio Tinto prevede che la produzione di litio in Serbia, a pieno regime, possa essere di circa 58mila tonnellate all'anno. Questo porrebbe la nazione europea in una posizione centrale per estrazione e trattamento del metallo, e le darebbe più "peso" all'interno dell'Ue. Tuttavia, Vuksanović osserva che "l'interdipendenza va in entrambe le direzioni. Fornire litio all'Ue legherebbe certamente la Serbia agli altri Paesi, creando una nuova catena di approvvigionamento, ma aumenterebbe anche la dipendenza dell'Ue dalla Serbia in una certa misura".

L'equilibrio ora per Belgrado è nel mantenere le promesse economiche avanzate sia alla Cina che in Europa: "La Serbia - conclude Milić - sta bilanciando le sue relazioni con la Cina e l'Ue sul litio, allineando i suoi progetti minerari con gli interessi europei, pur mantenendo forti legami con la Cina. Questo approccio le consente di beneficiare degli investimenti europei e delle catene di approvvigionamento automobilistico, sfruttando allo stesso tempo il coinvolgimento cinese in settori chiave come l'estrazione mineraria e la produzione di acciaio, assicurando di massimizzare i guadagni economici da entrambe le partnership".

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