NewsletterNewslettersEventsEventiPodcasts
Loader
Seguiteci
PUBBLICITÀ

Ius scholae, sì di Tajani scuote la maggioranza e manda un messaggio a moderati italiani ed europei

Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani (Forza Italia)
Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani (Forza Italia) Diritti d'autore Mauro Scrobogna/LaPresse
Diritti d'autore Mauro Scrobogna/LaPresse
Di Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

Il leader di Forza Italia ha acceso il piatto dibattito politico agostano aprendo all'introduzione dello ius scholae, smarcandosi dalla posizione dei suoi alleati di governo sul tema. La mossa evidenzia la distanza ideologica tra i partiti della maggioranza già palese al Parlamento europeo

PUBBLICITÀ

"Non c'è nessuna ipotesi di crisi di governo proposta da Forza Italia (Fi). Siamo fedeli agli alleati e agli elettori, ma ognuno è libero di avere delle idee e fare delle proposte. Non siamo un partito unico e nessuno può darci ordini", ha detto ai microfoni di Rtl 102.5 il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, che ha acceso il dibattito politico altrimenti piatto di agosto.

Le idee e le proposte a cui fa riferimento il leader di Forza Italia riguardano l'annosa questione della riforma della legge sulla cittadinanza italiana e l'eventualità di introdurre lo ius scholae - il principio in base al quale si dovrebbe concedere la cittadinanza italiana ai figli dei residenti stranieri che hanno concluso un percorso di studi nel Paese.

Il numero uno del partito fondato da Silvio Berlusconi ha aperto un dibattito delicato in seno alla maggioranza, mostrando una posizione sul tema molto più vicina a quella delle opposizioni che agli altri partiti di governo. Una mossa che permette a Fi di rivendicare la sua natura più centrista e moderata, e che riflette la distanza ideologica dagli alleati già palese al Parlamento europeo, dove Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega siedono in tre gruppi diversi.

La questione preoccupa non poco Giorgia Meloni, che vuole evitare un'operazione di logoramento della maggioranza in vista di settimane complicate, su cui incombe, oltre alla nomina del commissario europeo italiano e dei vertici Rai, la prima legge di bilancio post riforma del Patto di stabilità, che richiederà salti mortali per far quadrare i conti.

Cosa propone Antonio Tajani sulla cittadinanza

La legge sulla cittadinanza italiana risale al 1992 ed è regolata dal principio dello ius sanguinis ("diritto di sangue"), che prevede che la cittadinanza sia acquisita per discendenza o filiazione.

Per tutti gli altri vige il principio della naturalizzazione: per i minori - sia quelli nati in Italia da genitori stranieri sia quelli arrivati nel Paese da piccoli - al compimento dei 18 anni, per gli adulti al raggiungimento di dieci anni di residenza regolare ininterrotta, con un iter burocratico complesso, costoso e molto lungo.

Accodandosi alla polemica nata attorno alla pallavolista olimpionica Paola Egonu, Tajani ha deciso di dichiarare Forza Italia apertamente favorevole all'introduzione di uno ius scholae che conceda la cittadinanza a tutti i bambini che completano la scuola dell'obbligo, che in Italia va dai 6 ai 16 anni, con il raggiungimento del titolo. Una misura che interesserebbe, in maniera progressiva negli anni, il quasi milione di minori con cittadinanza straniera che già frequentano le aule italiane.

Di contro, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri ha criticato l'applicazione dello ius sanguinis che porta molte persone a richiederla solo per l'interesse di avere il passaporto e "non perché si sentono italiani". Secondo gli ultimi dati Istat sono almeno 40mila i discendenti di migranti italiani, la maggior parte nell'America centro-meridionale, che ogni anno ottengono la citadinanza pur non risiedendo in italia.

L'uscita di Tajani non è piaciuta soprattutto all'altro vicepremier, Matteo Salvini, che ha subito chiuso a qualsiasi modifica delle regole che disciplinano il riconoscimento della cittadinanza. "Non è una priorità, non è nell’agenda di governo", ha detto il leader della Lega, archiviando la proposta come "un’idea legittima di Fi che tale rimarrà", perché "una legge che funziona non si cambia". Silenzio assoluto da parte della premier Meloni, che martedì è tornata a Palazzo Chigi dopo la pausa estiva.

La strategia politica di Forza Italia

Conta poco in questo momento se una tale proposta di legge potrebbe farsi effettivamente strada con la riapertura dei lavori parlamentari il 10 settembre.

La presa di posizione del leader di Forza Italia è stata vista soprattutto come il primo passo di una strategia precisa: rivendicare i valori europeisti e conquistare il centro moderato del campo politico, riequilibrando anche i pesi interni alla coalizione di governo.

Tajani ha scelto di esporsi su uno dei temi più invisi ai leader della destra italiana, mandando un chiaro segnale agli alleati: Forza Italia vuole stare al centro e ciò significa la disponibilità a guardarsi intorno quando si tratta di programmi, vuol dire inclinazione al compromesso anche con la sinistra, se necessario. Proprio come accade a livello europeo, dove i Popolari, di cui Fi fa parte, governano insieme a Socialisti e Liberali.

 Lo stesso Tajani non ne ha fatto un mistero: "Ritengo che tutto quello che facciamo aiuti il centrodestra. Il mio obiettivo è continuare a vincere, e occupare gli spazi che oggi sono lasciati liberi, lo spazio che oggi c’è tra Giorgia Meloni e Elly Schlein".

D'altronde la musica è cambiata con le elezioni europee. Forza Italia ha inaspettatamente sorpassato, seppur di poco, la Lega, poi è diventata l'unica forza della coalizione di governo parte anche della maggioranza a Bruxelles con la decisione della premier Meloni di non appoggiare il secondo mandato di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea.

Le posizioni dei partiti italiani sulla legge sulla cittadinanza

Ma quali sono le posizioni dei vari partiti che siedono in Parlamento? Come già detto, Forza Italia si è detta favorevole allo ius scholae. Sulla stessa posizione è l'alleato di governo Maurizio Lupi, leader della piccola lista centrista di Noi moderati.

PUBBLICITÀ

Lo stesso non si può dire, come visto, delle altre due anime della maggioranza. La Lega è da sempre fortemente contraria a ogni ipotesi di riforma della legge sulla cittadinanza italiana. Secondo il Carroccio, l'Italia è il Paese che nell'Unione europea concede più cittadinanze agli stranieri - è vero in valore assoluto ma non se si rapporta il dato al numero di abitanti - e quindi le norme devono restare così come sono.

È meno chiara la posizione di Fratelli d'Italia. La leader e presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha evitato di esprimersi sulla questione in queste settimane, mentre diversi esponenti di partito si sono limitati a ribadire che la riforma della legge sulla cittadinanza non è nel programma di governo e dunque aprirebbe un dibattito rischioso per la maggioranza. Quando era all'opposizione, però, Meloni ha difeso la possibilità di concedere la cittadinanza italiana agli adolescenti stranieri che hanno concluso la scuola dell’obbligo.

Le opposizioni sono favorevoli allo ius scholae

Guardando all'opposizione, sono tutti favorevoli a cambiare le regole sulla concessione della cittadinanza italiana, sebbene con differenze di vedute. Il Partito democratico ormai da tempo si dice favorevole a una riforma della cittadinanza che garantisca lo ius soli - il diritto a ottenere la cittadinanza sulla base della nascita nel territorio di un determinato Stato - a favore del quale si schiera anche Alleanza verdi sinistra.

Entrambi i partiti sarebbero aperti anche a una riforma più moderata come quella dello ius scholae, a cui guarda con favore anche il Movimento 5 stelle che si oppone invece allo ius soli.

PUBBLICITÀ

Anche il leader di Azione Carlo Calenda e quello di Italia Viva Matteo Renzi hanno difeso la necessità di riformare la legge sulla concessione della cittadinanza italiana, sempre vincolandola al percorso di studi.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Italiani senza cittadinanza, la storia di Sonny Olumati

Ius sanguinis, ius soli, ius scholae: come funziona la legge sulla cittadinanza negli altri Paesi Ue

Olimpiadi Parigi 2024: Egonu-Vannacci, la destra italiana contro le atlete "brave, nere, italiane"