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Europee, ultimo sondaggio prima del voto: il Parlamento vira a destra, ma la maggioranza è incerta

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Image Diritti d'autore Jean-Francois Badias/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Jean-Francois Badias/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Michela MorsaEuronews
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

La maggioranza degli elettori farà una brusca virata a destra, riferisce il centro sondaggi Euronews, ed è molto probabile che il prossimo capo della Commissione europea sia un conservatore. Il campo della destra rimane spaccato dalle divisioni politiche, molte delle quali difficili da sciogliere

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Le forze conservatrici vinceranno le elezioni europee, secondo il sondaggio del Centro sondaggi Euronews. Un ampio spettro, che va dai partiti di centro-destra agli ultraconservatori fino ai partiti di estrema destra, è in testa ai sondaggi nei principali Paesi dell'Ue.

Con tutta probabilità i liberaldemocratici dovranno affrontare una dolorosa sconfitta, mentre il centro-sinistra sembra si assesterà in una fragile stabilità, tra moderate perdite e timidi guadagni a seconda del Paese. 

La prima conseguenza di questo potenziale scenario sarà la nomina di un presidente della Commissione europea conservatore, la seconda una dura lotta per la composizione dei gruppi parlamentari e delle alleanze. 

Cosa dicono i sondaggi

Il Partito popolare europeo (Ppe) è destinato a riconquistare la maggioranza relativa al Parlamento europeo. Ma le forze di estrema destra e ultra-conservatrici, secondo il centro sondaggi Euronews, si dirigono verso la vittoria in Francia (Rassemblement national di Marine Le Pen, Id), in Italia (Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, presidente di Ecr), nei Paesi Bassi (Partito per la libertà di Geert Wilders, Id) e in Romania (Alternativa giusta di Adela Mirza, Ecr).

I partiti nazionali affiliati al Ppe sono in testa ai sondaggi ormai da mesi in Germania (Cdu-Csu di Friedriech Merz), in Polonia (Piattaforma civica del primo ministro Donald Tusk) e in Spagna (Partito popolare di Alberto Núñez Feijóo). La Cdu-Csu è all'opposizione in Germania come il Pp lo è in Spagna, mentre il polacco Piattaforma civica è il partito di governo. 

Il gruppo dei Socialisti e democratici, invece, si ritrova a contendersi il secondo posto con l'estrema destra di Identità e democrazia e dei Conservatori e riformisti europei. Solo due dei grandi Paesi europei, Germania e Spagna, sono ancora governati dai socialisti, con i primi ministri Olaf Scholz e Pedro Sanchez. L'Spd del cancelliere tedesco si trova in terza posizione, un seggio dietro Alternativa per la Germania, di estrema destra. 

Secondo i sondaggi il gruppo liberaldemocratico di Renew è destinato a subire pesanti perdite in tutta Europa. La Francia, un tempo sua roccaforte, potrebbe trasformarsi nel campo di battaglia che decreterà la sconfitta del gruppo parlamentare. Recentemente la presidente di Renew Valérie Hayer ha espulso i liberali olandesi del Vvd, il partito dell'ex premier olandese Mark Rutte, dopo il loro accordo con l'estrema destra di Wilders per la formazione di un governo nei Paesi Bassi.

L'estrema destra divisa tra i Conservatori e riformisti europei e Identità e democrazia

Catalizzano inevitabilmente l'attenzione i gruppi spostati più a destra che continuano a crescere nei sondaggi, Ecr e Id. I Conservatori e riformisti europei (Ecr) sono un gruppo parlamentare nazionalista-conservatore nato all'inizio del 2009, quando i conservatori britannici hanno lasciato il Ppe e si sono uniti ad altri movimenti politici con le stesse affinità elettive. Il federalismo antieuropeo, le politiche antisociali e la posizione critica nei confronti della leadership franco-tedesca dell'Ue sono diventati il loro marchio di fabbrica.

Dopo la Brexit i Tories hanno chiaramente lasciato il gruppo, ora dominato da Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, che ne è anche la presidente. Al suo fianco i polacchi di Diritto e giustizia e gli spagnoli di Vox.

Ora i membri di Ecr si trovano nella zona grigia tra la conservazione dei valori più tradizionali e le posizioni di estrema destra. Per esempio Ecr e il gruppo di estrema destra Identità e democrazia condividono una forte retorica populista e rauca contro i migranti (a volte xenofoba).

Dopo la convention a Madrid, ospitata da Vox, Giorgia Meloni e Marine Le Pen (Identità e democrazia) hanno accennato a una sorta di riconciliazione dopo anni di competizione reciproca. Potrebbe trattarsi di un tentativo di trovare un terreno comune in vista dei colloqui politici post elezioni europee.

Visti i risultati che i loro partiti dovrebbero ottenere, le due politiche si rendono conto di avere l'opportunità di influenzare in modo cruciale la politica dell'Ue dei prossimi cinque anni. E non vogliono sprecarla.

In più, martedì i rapporti tra Le Pen e l'Afd si sono profondamente incrinati dopo la dichiarazione del capolista del partito di estrema destra tedesco Maximilian Krah, che ha affermato in un'intervista a Repubblica che nelle SS naziste "non erano tutti criminali". 

Germany's Maximilian Krah, of the German far-right Alternative for Germany party
Germany's Maximilian Krah, of the German far-right Alternative for Germany partyJean-Francois Badias/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.

Conservatori in vantaggio ma senza una coalizione praticabile

Il campo dei conservatori, però, è molto diviso. Molti membri del Ppe sono federalisti o fortemente europeisti, ma non si può dire la stessa cosa della maggioranza dei membri dell'Ecr e dell'Id.

Una coalizione di centro-destra spostata più a destra potrebbe deragliare prima di nascere per lo scontro sui principi europei fondamentali o sulle strategie politiche, come il droit de regard di Bruxelles sul rispetto dello Stato di diritto negli Stati membri, la creazione di strutture di difesa comune e gli investimenti nel green.

Come già detto, i risultati dei sondaggi suggeriscono una futura maggioranza conservatrice, che dovrebbe avere voce in capitolo sulla nomina del presidente della Commissione europea. 

Tuttavia, i governi nazionali sono legittimati a decidere chi dirigerà la Commissione. Francia, Germania e Spagna hanno governi liberali o socialdemocratici. La nomina di un presidente della Commissione europea basata semplicemente sui risultati delle elezioni europee e senza la partecipazione attiva del presidente francese Emmanuel Macron non sarebbe realistica.

Allo stesso tempo, un riavvio della "Maggioranza Ursula", la grande coalizione tra Ppe, Renew e S&d sarebbe in controtendenza rispetto alla volontà dei cittadini espressa alle urne. Anche una coalizione tra Ppe, Ecr e Renew non sembra fattibile. Il grande sponsor di Renew, Macron, difficilmente potrebbe essere d'accordo con Ecr e viceversa.

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France's President Emmanuel Macron, left, speaks with European Commission President Ursula von der Leyen
France's President Emmanuel Macron, left, speaks with European Commission President Ursula von der LeyenGeert Vanden Wijngaert/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.

L'analisi dell'analista Francesco Sismondini

"Emmanuel Macron spingerà per la maggioranza tradizionale, Ppe, S&d e Renew. È ancora giustificato dalle cifre che vediamo nelle nostre previsioni", afferma Francesco Sismondini, del Centro sondaggi di Euronews. Gli ultraconservatori stanno cercando di evitare questo risultato ristabilendo buone relazioni tra loro, come abbiamo visto a Madrid.

"I leader di Ecr e dei gruppi di estrema destra, come Giorgia Meloni e Marine Le Pen, possono cercare di creare almeno un terreno comune. E per raggiungerlo devono prendere alcune decisioni difficili, come rompere con l'Afd e diventare moderati su temi come l'immigrazione, le questioni sociali e il sostegno all'Ucraina", commenta Sismondini.

Le opzioni sono ancora tutte aperte. Non è solo una questione di numeri: anche la politica ha la sua voce in capitolo secondo Sismondini. "Non appena inizieranno i negoziati a luglio dopo le elezioni, vedremo come i gruppi politici al Parlamento europeo non sono poi così uniti", dice l'analista. 

Tuttavia, la vittoria dell'estrema destra in alcuni importanti Paesi influenzerà inevitabilmente le nomine dei vertici dell'Ue, non solo del presidente della Commissione europea, ma anche del presidente del Consiglio europeo e dell'Alto rappresentante per gli Affari esteri dell'Ue. 

"Possiamo prevedere uno sforzo da parte dei gruppi politici di destra e di estrema destra per ottenere il sostegno degli elettori più fedeli. In alcuni casi sono molto forti. Guardiamo ad esempio al Rassemblement national, sono molto forti. Il partito di Macron in Francia è secondo, ma con un distacco del 16 per cento dal Rassemblement national", conclude Sismondini.

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