Il Paese baltico teme operazioni ibride da parte di Mosca. L'Estonia ha constatato un aumento dei casi di spionaggio e cosiddetta guerra elettronica, tutti imputabili alla Russia. Tallin lamenta lo scarso coinvolgimento di Bruxelles nelle questioni di sicurezza
L'Estonia, Paese baltico al confine con la Russia, ha constatato un aumento di casi di sabotaggio, guerra elettronica e spionaggio - tutti imputati a Mosca.
Visto che molti ufficiali dell'intelligence russa sono già sanzionati, funzionari ed esperti occidentali credono che il Cremlino stia cambiando tattica e abbia avviato operazioni ibride, ossia strategie non militari che includono attacchi informatici, interferenze elettorali e disinformazione, nonché attacchi agli oppositori del Presidente Vladimir Putin.
“Siamo consapevoli che questi attacchi ibridi sono ancora molto acuti”, ha dichiarato Hanno Pevkur, ministro della Difesa estone.
Le interferenze della Russia nel Paese baltico
Quest'anno in Estonia un professore universitario è stato arrestato con l'accusa di spionaggio a favore di Mosca, mentre 13 persone sono state arrestate per attacchi presumibilmente organizzati dall'intelligence militare russa che operava sotto copertura diplomatica. Alcuni voli tra la Finlandia e Tartu, seconda città estone per grandezza, sono stati interrotti a causa di interferenze di GPS russi.
Lo scorso ottobre, invece, un gasdotto e i cavi delle telecomunicazioni che passavano nel Mar Baltico sono stati danneggiati dall'ancora di una nave cinese avvistata successivamente nel porto russo di Arkhangelsk. L'incidente non è ancora del tutto chiaro ed è oggetto di indagine.
L'Estonia ha la reputazione di perseguire in modo aggressivo le attività di spionaggio e di renderle pubbliche. Il Paese di 1.3 milioni di abitanti ha il tasso pro capite più alto rispetto ad altre nazioni europee per quanto riguarda il sequestro di agenti russi.
"Siamo consapevoli che la Russia voglia seminare disordine, dividerci, dividere la nostra politica dai nostri alleati", ha dichiarato Kusti Salm, segretario permanente del Ministero della Difesa estone.
"L'Unione europea dovrebbe fare di più": l'Estonia chiede un approccio attivo ai suoi partner
È "poco plausibile" che in Estonia ci sia un bacino così ampio di agenti da renderli più facili da catturare secondo Salm. Questo significherebbe che altri Paesi son si impegnino attivamente per scovare le spie russe.
Per l'ex presidente estone Toomas Hendrik Ilves, in carica dal 2006 al 2016, "alcuni Paesi non operano perché sperano di poter fare di nuovo affari con la Russia".
"I funzionari russi - continua - andranno avanti finché non accadrà qualcosa di brutto, ma a pagarne le conseguenze saremo noi".
Esperti di sicurezza estoni avvertono che tutto ciò potrebbe causare dei feriti o, addirittura, delle morti in quanto la Russia recluterebbe persone del posto a costi relativamente bassi per mettere in atto gli attacchi. Questo renderebbe più difficile identificare le connessioni tra gli attacchi o ricondurli alla Russia.
L'Estonia lamenta la mancanza di un meccanismo collettivo per tenere la Russia sotto controllo e chiede all'Unione europea un approccio più attivo.