EventsEventi
Loader

Find Us

FlipboardLinkedin
Apple storeGoogle Play store
PUBBLICITÀ

L'inviato Ue per le sanzioni: "La prognosi per la Russia non è buona"

L'inviato Ue per le sanzioni: "La prognosi per la Russia non è buona"
Diritti d'autore euronews
Diritti d'autore euronews
Di Shona Murray
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Euronews ha intervistato David O'Sullivan, inviato dell'Ue per le sanzioni: "Mosca fatica a procurarsi la tecnologia di cui ha bisogno"

L'Occidente continua a sanzionare la Russia per l'invasione dell'Ucraina, ma alcune aziende stanno fornendo alle forze armate russe tecnologie critiche vietate da Unione europea, Stati Uniti e Regno Unito. David O'Sullivan, inviato dell'Unione europea per le sanzioni, si è recato in Paesi terzi con l'obiettivo di limitare l'elusione delle sanzioni. Lo abbiamo intervistato in The Global Conversation.

Il suo lavoro è quello di inviato per le sanzioni. Immagino stia cercando di assicurararsi che il loro potenziale sia sfruttato al massimo, in modo che altri Paesi o entità private non sottovalutino le sanzioni messe in atto da Stati Uniti, Unione europea e Regno Unito. Ci parli del suo ruolo.

È esattamente quello che stiamo cercando di fare. Abbiamo imposto una serie di sanzioni senza precedenti contro la Russia, più di quante ne abbiamo mai imposte a qualsiasi altro Paese. Il 60% delle nostre importazioni dalla Russia e il 55% delle nostre esportazioni sono sottoposte a sanzioni. Ovviamente, è molto importante garantire un'attuazione efficace. Una parte di ciò, che è mia responsabilità, è raggiungere i Paesi che non si sono allineati alle nostre sanzioni.

Cosa si augura quindi per il prossimo anno? La speranza è che questi beni critici, queste infrastrutture critiche, non arrivino più sul campo di battaglia in Ucraina?

Per la Russia sta diventando più difficile acquisire questi beni. Penso che dobbiamo essere realistici. Ci sarà sempre un certo grado di elusione, perché ci sono tanti soldi in gioco. Molti di questi prodotti sono stati venduti in precedenza ad altri Paesi e sono sul libero mercato: se qualcuno vuole comprarli, sono ancora disponibili. Ma credo che il nostro obiettivo principale, e credo che in questo stiamo riuscendo, sia quello di rendere più difficile, più lento e più costoso l'accesso della Russia a questi prodotti.

Non teme, però, che la Russia possa riorientare completamente la propria economia e acquistare questi prodotti da grandi Paesi come la Cina?

Bisogna ricordare che la maggior parte di questi prodotti sono in genere semiconduttori, circuiti integrati, lettori di fibre ottiche e schede di memoria flash. Insomma, sono oggetti che hanno un'applicazione civile perfettamente innocente in circostanze normali. Ma sono anche prodotti in gran parte con tecnologia statunitense o europea. Non sono facilmente replicabili in altri Paesi. Quindi è difficile per la Russia procurarseli, dal momento che abbiamo smesso di esportarli e che abbiamo convinto i Paesi intermediari a non esportarli più in Russia. Ci sono prove del fatto che sta diventando molto più difficile procurarseli. Stanno usando prodotti sostitutivi, a volte di origine cinese, ma di qualità inferiore, a essere onesti. Quindi questo sta dando all'esercito ucraino un certo vantaggio tecnologico sul campo di battaglia.

Le cose per voi sono cambiate, o sono diventate più difficili, dopo l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre? Ci sono state critiche da parte di personaggi del calibro di re Abdullah di Giordania, per esempio, preoccupato del fatto che, in materia di tutela dei diritti umani, l'Europa non abbia manifestato per i palestinesi la stessa preoccupazione mostrata per i civili in Ucraina.

Credo che capiscano che per gli europei la situazione è diversa. La Russia ha attaccato l'Ucraina senza alcuna provocazione. L'Ucraina non rappresentava assolutamente una minaccia per la Russia. Si tratta quindi di un'invasione non provocata e su larga scala di un Paese sovrano. Credo che la gente capisca perché noi, in Europa, dobbiamo reagire con forza. Le ambizioni di Putin di ristabilire l'egemonia russa nelle immediate vicinanze della Russia sono qualcosa che non possiamo accettare. Quindi credo che la gente capisca che è diverso. Ed è per questo che, come europei, abbiamo un obbligo particolare in questa situazione. Naturalmente, anche noi abbiamo assunto una posizione ferma in relazione a ciò che sta accadendo in Medio Oriente. Ma non credo che la gente veda questa situazione come una sorta di scelta binaria. Spesso spiego che possiamo gestire più di una crisi alla volta.

Secondo alcuni Stati membri le sanzioni sono inutili e hanno un impatto negativo sull'economia europea. I cittadini soffrono per l'inflazione. Eppure l'economia russa sta crescendo, anche se molto più lentamente, credo intorno all l'1,1% secondo l'Fmi. Cosa risponde a chi dice che le sanzioni sono inutili e fanno solo soffrire gli europei?

Siamo onesti: per noi ha un costo, perché tradizionalmente abbiamo commerciato molto con la Russia. Non è ancora una parte importante del nostro modello commerciale, credo che le aziende siano state in grado di trovare mercati alternativi in termini di efficacia. Onestamente, avevamo tre obiettivi. Il primo era di privare l'esercito russo della tecnologia. Il secondo era privare il governo russo delle entrate. Il terzo era quello di imporre un costo elevato al complesso militare industriale per tutti e tre gli obiettivi. Penso che abbiamo avuto un discreto successo. Vediamo che la Russia fatica a procurarsi la tecnologia di cui ha bisogno e si rivolge all'Iran o alla Corea del Nord. Vediamo che i russi sono costretti a usare armi e carri armati più vecchi per mantenere le loro forze armate equipaggiate. Per quanto riguarda le entrate, stimiamo che i russi abbiano probabilmente circa 400 miliardi di euro in meno da spendere. Il governo russo ha tradizionalmente registrato un'eccedenza nella spesa pubblica. Ora ha un deficit del 2-3%. E sì, l'economia russa sta crescendo un po'. Ma è necessario analizzare attentamente il motivo di questa crescita: è perché stanno investendo massicciamente nell'esercito. Il 30% della spesa pubblica russa è ora destinata all'esercito, quasi il 10% del pil. Se metti la tua economia su un piano di guerra, puoi ovviamente piegare tutto all'interesse dell'esercito, ma stai cannibalizzando l'economia. Non si investe nel benessere sociale, nell'istruzione, nella sanità, nella ricerca. Quindi la prognosi per l'economia russa - e questo è il terzo obiettivo della riduzione della capacità industriale - non è buona.

**L'India sta acquistando molto petrolio russo, lo raffina e lo rispedisce in Occidente. Sembra controproducente. Qual è la sua posizione in merito?
**

Abbiamo deciso fin dall'inizio che non avremmo decretato un embargo sulle esportazioni di petrolio russo come abbiamo fatto, ad esempio, con l'Iran. Il motivo è che molte zone del Sud del mondo dipendevano dal fatto che il petrolio russo continuasse a circolare. Abbiamo deciso di permettere che questi flussi continuassero. Quindi è perfettamente legale per gli altri Paesi. Non compriamo più il petrolio russo, ma è perfettamente legale che altri Paesi lo acquistino.

Per poi rivenderlo all'Occidente.

Abbiamo fissato un tetto al prezzo a cui può essere normalmente acquistato, in modo da compromettere le entrate della Russia. Secondo le nostre stime, nella prima metà di quest'anno le entrate della Russia derivanti dal petrolio sono diminuite del 50%. Ma sì, sono ancora in grado di esportarlo. E sì, in alcuni casi come l'India, lo raffinano e ce lo rimandano. L'argomentazione dell'India è che sono loro a trarne profitto, non i russi. Il nostro obiettivo principale è quello di assicurarci che le entrate russe siano gravemente colpite dal tetto del prezzo del petrolio. Credo ci siano molte prove che lo confermano.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

"Le sanzioni alla Russia funzionano", dice il vice-segretario al Tesoro degli Stati Uniti

Approvate nuove sanzioni Ue alla Russia: divieto di importazione dei diamanti

Candidati circoscrizione Isole elezioni europee 2024: liste FdI, Pd, Avs, M5S, Lega, Fi, Azione