Il Segretario generale della Nato chiarisce che "non c'è una discussione a riguardo" e che sono in corso le consultazioni per decidere i passi per avvicinare l'Ucraina all'Alleanza
L'Ucraina entrerà nella Nato, "ma non posso annunciarvi quali saranno i risultati" del vertice di Vilnius dell'11 e 12 luglio.
Il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, lascia aperte tutte le possibilità sull'esito della decisione dei 31 membri della Nato sul destino dell'Ucraina nell'Alleanza Atlantica di cui si discuterà in Lituania per il vertice dell'organizzazione.
Rispetto alla prospettiva che venga annunciato un invito formale a Kiev già a Vilnius, tuttavia, l'ex primo ministro norvegese ha chiarito che non c'è alcuna discussione tra i Paesi a riguardo e che "ci sono consultazioni continue" sui passaggi ulteriori per avvicinare l'Ucraina alla Nato.
Uno smacco per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: come reagirà?
In conferenza stampa a margine di un incontro bilaterale a Berlino con il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, Stoltenberg ha comunque ribadito la necessità di includere presto Kiev nella famiglia delle nazioni democratiche.
Laconico sulla questione, invece, il capo del governo federale tedesco, che si è limitato a ribadire il sostegno all'integrità del Paese e l'appoggio fornito dalla Germania alla dichiarazione dei leader della Nato di Bucarest, che già nel 2008 esprimevano la volontà di avere Kiev nell'Alleanza.
Ma tra i capi di Stato e di governo è chiara la consapevolezza che l'Ucraina non potrà fare il suo ingresso nella Nato fino a quando la guerra imperverserà nel suo territorio. Questa ipotesi farebbe scattare in automatico l'articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico, che obbliga i membri della Nato a intervenire in caso di attacco armato contro uno di loro.
Stoltenberg e i leader di altri Paesi (come la Polonia, i Paesi baltici e quelli scandinavi, direttamente esposti alla minaccia russa) sono favorevoli affinché si indichi a Kiev un percorso a tappe per l'adesione. Altri alleati, tra cui la Germania, sono più cauti nell'introdurre una tabella di marcia definita. Ma c'è una convinzione comune: "La Nato non diventerà parte del conflitto", che "potrà durare ancora a lungo", ha aggiunto Scholz.
Il Segretario generale Stoltenberg ha anche apprezzato gli sforzi della Germania per raggiungere una spesa militare pari almeno al 2% del Pil.
"Il 2% destinato alla Difesa non è la soglia limite, è il minimo", ha detto il Segretario generale della Nato, dopo essere stato rassicurato da Scholz sul completamento di questo obiettivo da parte di Berlino.
Gli occhi sono puntati sulla capacità della Germania di realizzarlo, ma il Cancelliere si è difeso da chi lo critica di inerzia: "Il rafforzamento delle capacità di difesa della Nato dipende dal raggiungimento di questo obiettivo da parte di tutti e i progressi della Germania negli ultimi mesi per farlo sono evidenti", ha concluso Scholz.