Ucraina, Polonia e Romania autorizzano l'importazione del grano

Grano ucraino
Grano ucraino Diritti d'autore Diritti d'autore Efrem Lukatsky/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
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Di Debora Gandini
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Bucarest ha invitato intanto gli altri paesi a revocare le restrizioni unilaterali dopo che Kiev ha promesso di implementare ulteriori misure di sicurezza per il trasporto di prodotti agricoli

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Dopo la Polonia anche la Romania ha autorizzato il transito del grano ucraino in attesa della decisione della Commissione europea in merito alla questione. Bucarest ha invitato intanto gli altri paesi a revocare le restrizioni unilaterali dopo che Kiev ha promesso di implementare ulteriori misure di sicurezza per il trasporto di prodotti agricoli.

“Siamo il principale corridoio di solidarietà per il grano ucraino che abbiamo organizzato e che manterremo per rispetto del popolo ucraino", ha sottolineato Petre Daea, Ministro rumeno dell'Agricoltura.

Dopo la Turchia, la Romania è il secondo maggior importatore di cereali dall'Ucraina. Tuttavia, ha ricevuto il risarcimento più basso: 10,5 milioni di euro. Venti inferiore al danno che era stato stimato dagli agricoltori.

Petre Daea, ministro romeno dell'Agricoltura, è categorico: "Abbiamo chiesto al ministro ucraino di utilizzare tutti i mezzi disponibili per garantire che i produttori e i venditori ucraini del settore riducano l'esportazione di cereali e piante oleaginose verso la Romania".

Mercoledì, intanto, Varsavia aveva deciso di revocare parzialmente il divieto, ma solo per consentire il transito attraverso il suo territorio, non la vendita di grano ucraino.

Soprattutto per smaltire le lunghe code di camion carichi di prodotti alimentari n attesa da giorni al confine tra Ucraina e Polonia.

Ungheria, Slovacchia e Bulgaria hanno invece limitato l'importazione di cibo dall'Ucraina insistendo sul fatto che ciò dovrebbe essere fatto per proteggere la competitività degli agricoltori locali. In Bulgaria il divieto entra in vigore poche settimane prima del nuovo raccolto (e durerà fino al 30 giugno).

Il primo ministro bulgaro Galab Donev ha spiegato che il motivo del divieto temporaneo è il volume significativo di cereali bulgari rimasto invenduto lo scorso anno. Inoltre il governo bulgaro ha anche evidenziato la presenza di pesticidi vietati trovati nei prodotti provenienti dall'Ucraina.

L’ira di Bruxelles

Il vero problema per tutti è che Il prezzo del grano ucraino è inferiore del 30% rispetto a quello interno di ogni Paese dell'Europa dell'Est. L’unione europea non ha affatto apprezzato la decisione di questi stati e si è affrettata a reprimere la "rivolta dei prezzi" sostenendo un approccio europeo comune,

Bruxelles si dice pronta, in ogni caso, a risarcire gli agricoltori.

La voce di Dana Spinant, vice capo portavoce e direttore per la comunicazione politica della Commissione europea:

"Ricorderete che abbiamo già fornito un pacchetto di sostegno di 56,3 milioni di euro per gli agricoltori più colpiti e ora stiamo preparando un secondo pacchetto di sostegno finanziario di 100 milioni di euro".

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