Angela Merkel decise la chiusura delle centrali nucleari entro la fine del 2022, la guerra in Ucraina e la crisi energetica hanno posticipato la scadenza
La Germania chiude sabato le ultime tre centrali nucleari attive nel Paese (Isar 2, Emsland e Neckarwestheim 2), a Kiel gli ambientalisti salutano la rinuncia all'atomica con un allestimento di origami, simbolo del desiderio decennale di abbandonare l'energia nucleare per meglio e più investire nelle rinnovabili.
Ma il Paese è ancora alle prese con il problema di dove stoccare le scorie.
Martina Gremler è la responsabile delle relazioni pubbliche della Federazione tedesca per l'ambiente e la conservazione della natura.
Ribadisce il no al nucleare: "Pensiamo che utilizzare una tecnologia ad alto rischio che non possiamo controllare con certezza e per cui non disponiamo nemmeno di uno stoccaggio temporaneo, per non parlare di quello definitivo, sia molto molto sbagliato".
La fusione dei reattori nucleari a Fukushima, in Giappone, nel 2011, e il disastro che ne è seguito hanno instillato dubbi in Germania anche tra i sostenitori più accesi del nucleare.
Fu Angela Merkel a decidere la svolta e a dichiarare che le centrali sarebbero state chiuse entro il 2022.
Ma la scadenza è stata posticipata per non aggravare la crisi energetica, legata all'accesso e all'aumento dei prezzi dell'energia, innescata dalla guerra in Ucraina.
I detrattori della decisione di chiudere le centrali affermano che l'energia nucleare può essere utilizzata per ridurre i costi delle industrie tedesche. A loro avviso, le energie rinnovabili devono incrementare per potere garantire il fabbisogno del Paese.
Nel primo trimestre del 2023, il nucleare ha garantito il 4% del fabbisogno di elettricità del Paese. Le rinnovabili in crescita hanno contribuito per il 51% mentre il 28% arriva ancora dal carbone.
Sabato, in occasione della chiusura dei siti, gli ambientalisti organizzano altri presidi nei pressi delle tre centrali nucleari in Germania.