José Eduardo dos Santos era malato da tempo. Ha governato per quattro decenni

L'ex presidente dell'Angola José Eduardo dos Santos
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Tra scandali di corruzione e negoziati di pace in Angola, dos Santos fu uno dei leader più longevi dell'Africa

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Ricoverato da marzo a Barcellona, è morto in una clinica l’ex presidente angolano José Eduardo dos Santos. Ad agosto avrebbe compito 80 anni. Le sue condizioni di salute sono peggiorate negli ultimi giorni.

José Eduardo dos Santos era salito al potere nel settembre del 1979, dopo la morte del primo presidente angolano, António Agostinho Neto. Rimase in carica come Capo di Stato per 38 anni, fino al settembre 2017, quando divenne presidente João Lourenço. 

Il suo nome fu accostato a una serie di scandali per corruzione ma fu anche protagonista del conflitto e dei negoziati con UNITA, il partito politico di opposizione che culminò con la firma degli accordi di pace del 2002.

José Eduardo dos Santos fu Comandante in capo delle Forze armate angolane e presidente dell’Mpla, il partito che ha governato l’Angola dalla proclamazione dell’indipendenza nazionale dal Portogallo l’11 novembre 1975.

La dinastia dei dos Santos

Se fosse un film, José Eduardo dos Santos sarebbe probabilmente “l’immortale”. Il secondo più longevo presidente d’Africa dopo Teodoro Obiang, è rimasto 38 anni alla testa dell’Angola. Nato nel 1942 da una famiglia abbastanza umile, a 18 anni si unisce al fronte marxista e nazionalista, lo MPLA, che lottava contro il colonialismo portoghese e che iniziò la lotta armata nel 1961. 

Fu costretto a lasciare il paese in esilio e rifugiarsi in Congo. Nel 1963 andò in Unione sovietica con una borsa di studio. Alla caduta del dittatore Salazar, in Portogallo, rientra in patria quando, in seguito all’indipendenza, lo MPLA si dichiara partito che governa il Paese.

Nel primo esecutivo dell’Angola indipendente, dos Santos è ministro degli esteri e riesce a far riconoscere il paese sia dall’Onu che dall’organizzazione degli stati africani. Dos Santos arriva alla presidenza accompagnata da un nomignolo inquietante il “Machiavelli africano”. Approfitta della morte del suo predecessore Nieto.

Mai dotato di vera leadership, come Mugabe o Mandela, dos Santos riesce discretamente ad allontanare lo MPLA dal marxismo. Dopo la pace con il movimento Unita nel 1991 le rielezioni di dos Santos si susseguono. Fino alla sconfitta di Savimbi, leader dell’opposizione.

Nel 2001 dos Santos assicura che non si ripresenterà alle elezioni ma nel 2008 è ancora lì aggrappato allo scranno più alto dopo consultazioni che vedono il suo partito guadagnare quasi il 72% dei suffragi. L’Angola è ricchissima di risorse e il 95% delle esportazioni dipende dal greggio. La figlia del presidente, Isabel, è considerata la donna più ricca d’Africa. Il figlio José Filomeno dirige il fondo sovrano del paese.

Il probabile successore di dos Santos dovrebbe quasi certamente essere il ministro della difesa João Lourenço. Se, come sembra, dovesse accadere è probabile che dos Santos continui a controllare il Paese. Come accade da 38 anni a questa parte.

Il paese attira ormai investitori stranieri, ma secondo Transparency International continua ad essere una della nazioni più corrotte al mondo.

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