Nagorno-Karabakh: l'esodo degli armeni

Nagorno-Karabakh: l'esodo degli armeni
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Nei distretti che in questi giorni tornano all'Azerbaigian gli armeni lasciano le loro case e si definiscono rifugiati politici

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Scappare, partire, fare in fretta i bagagli. Ancora una volta tocca agli armeni. Siamo in Nagorno-Karabakh e gli armeni lasciano i distretti che passeranno sotto il dominio azero. L'accordo per la tregua, com'è noto, è stato mediato dalla Russia, i territori vanno ceduti entro il 20 novembre con una scadenza per completare il passaggio fissata al primo dicembre.

"Se il Karabakh non esiste più, non abbiamo né casa né madrepatria. Adesso siamo rifugiati", dice Ovik Vanyan, residente di Nor Maraga.

Le forze azere guidano il tour stampa nella città riconquistata di Fuzuli. Gli armeni avevano controllato il Nagorno-Karabakh e ampi territori adiacenti dalla fine della guerra separatista nel 1994. Sia l'Armenia che l'Azerbaigian si sono accusati per decenni a vicenda di voler sterminare l'altro e di occupare le terre dell'altro. A Fuzuli, una città fantasma rivendicata dall'Azerbaigian dopo 27 anni di occupazione armena, le autorità azere guardano gli edifici distrutti.

Intanto gli azeri che avevano lasciato il Karabakh negli anni 90 tornano a casa

Nel frattempo il cessate il fuoco tra Armenia e Azerbaigian è un'occasione gioiosa per alcuni: i rifugiati armeni che sono fuggiti dalla capitale del Nagorno-Karabakh, Stepanakert, continuano a tornare in patria dato che l'accordo per la tregua mediato da Mosca lo prevede. Allo stesso gli azeri fuggiti all'inizio degli anni '90 durante la guerra, potranno tornare nelle aree restituite all'Azerbaigian.

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