Crisi climatica, una persona su tre non può scappare: vive in zone senza allerta meteo

Le inondazioni di questi giorni a Phnom Penh, Cambogia
Le inondazioni di questi giorni a Phnom Penh, Cambogia Diritti d'autore Heng Sinith/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
Di Rafael Cereceda
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il numero di eventi estremi è quintuplicato negli ultimi 50 anni. In un rapporto si avverte: bisogna migliorare i sistemi di allarme rapido e passare da una logica "che-tempo-fa" ad una "cosa-farà-il-clima". Come mai? Per dare il tempo necessario a persone e imprese di prepararsi all'impatto.

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Una persona su tre al mondo vive in una zona senza alcun sistema di allerta meteo in caso di catastrofe naturale. 

A causa del cambiamento climatico, la possibilità che eventi meteorologici estremi si verifichino ad ogni latitudine è maggiore. E così, nel suo ultimo rapporto sullo stato dei servizi climatici, l'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) avverte che è urgente estendere i meccanismi di allerta precoce alle aree più svantaggiate del pianeta. 

Secondo l'agenzia, il numero di eventi estremi è quintuplicato negli ultimi 50 anni. Causano meno morti, ma sempre più danni materiali.

L'esempio più recente in Europa è la devastante tempesta Alex che ha travolto diverse valli prealpine nel sud-est della Francia e nel nord-ovest dell'Italia

"Gli eventi climatici e meteorologici estremi sono aumentati in frequenza, intensità e gravità come risultato del cambiamento climatico, e stanno colpendo in modo sproporzionato le comunità vulnerabili", scrive l'OMM.

Il rapporto, pubblicato in occasione della Giornata mondiale per la riduzione del rischio, è stato redatto da 16 agenzie e istituzioni meteorologiche di tutto il mondo. Si stima che, nel 2018, circa 108 milioni di persone abbiano avuto bisogno di assistenza umanitaria a causa di tempeste, inondazioni, siccità e incendi. 

Guardando al futuro, si avverte che entro il 2030 questo numero potrebbe aumentare del 50%, e il costo per le comunità salire a 20 miliardi di dollari (17 miliardi di euro).

Per ridurre l'impatto, le agenzie sottolineano come sia necessario migliorare i sistemi di allarme rapido, passando  da una logica "che-tempo-fa" ad una "cosa-farà-il-clima". Questo per dare il tempo necessario a persone e imprese di prepararsi all'impatto. 

"I sistemi di allarme rapido (EWS) sono un prerequisito per un'efficace riduzione del rischio di catastrofi e per l'adattamento al cambiamento climatico. Essere preparati e in grado di reagire al momento giusto e nel posto giusto può salvare molte vite, oltre a proteggere i mezzi di sussistenza delle comunità di tutto il mondo", ha detto il Segretario Generale dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), il professor Petteri Taalas. 

Tempeste e inondazioni sempre più frequenti

I dati presentati mostrano che le tempeste e le inondazioni sono di gran lunga il fenomeno più devastante (grafico a destra) e frequente (a sinistra) e tendono a moltiplicarsi negli ultimi anni, a causa dei cambiamenti climatici.

Organizzazione meteorologica mondiale
Numero di disastri e di vittime. In marrone: siccità; in giallo: temperatura; in blu: inondazioni; in verde: frane; in rosa: tempeste; in rosso: incendiOrganizzazione meteorologica mondiale

Tuttavia, il grafico al centro mostra come il numero di morti per inondazioni (blu) e tempeste (rosa) sia relativamente limitato negli ultimi due decenni, e che i decessi dovuti alle temperature estreme sono in aumento (giallo).

L'OMM riconosce che la crisi del Covid-19 è un duro colpo per l'economia mondiale, ma ricorda anche che la crisi climatica non deve essere ignorata e che non si fermerà da un giorno all'altro. 

Potrebbe anzi dare all'umanità un'opportunità. "La ripresa dalla pandemia è un'opportunità per intraprendere un percorso più sostenibile verso la resilienza e l'adattamento alla luce del cambiamento climatico antropogenico", aggiunge il professor Taalas nella prefazione al rapporto.

Il documento fornisce dettagli su 16 casi studio, dalle inondazioni alle infestazioni di locuste, e formula raccomandazioni su come migliorare la protezione per i più vulnerabili creando un sistema di allarme globale "multirischio". Il rapporto afferma inoltre che, anche quando vengono lanciati allarmi e avvertimenti, le azioni successive intraprese per proteggere la popolazione non sono di solito sufficienti. 

L'OMM esorta le autorità nazionali ad assicurarsi che i sistemi di allerta meteo precoce - per chi ha la fortuna di averne - si traducano sempre più in azioni tempestive per proteggere le popolazioni, anticipando gli effetti degli eventi estremi.

Sono i paesi in via di sviluppo quelli che pongono le sfide più grandi. Queste le raccomandazioni finali del documenti: 

  • Gli investimenti devono colmare le lacune logistiche ed organizzative nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Africa e nel Sud-Est asiatico;
  • Le informazioni di preallarme devono essere tradotte in azioni tempestive;
  • Sono necessari finanziamenti sostenibili per finanziare il sistema globale di monitoraggio;
  • Monitorare più da vicino i flussi finanziari per migliorare la comprensione del cambiamento climatico e aumentare l'efficacia degli investimenti in questi sistemi; 
  • Sviluppare una maggiore coerenza nel monitoraggio e nella valutazione dell'efficacia dei sistemi di allarme rapido; 
  • Colmare le lacune a livello di dati climatici perché esistono ancora molte incognite.
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