Quadruplicati gli sbarchi dalla Tunisia in Italia

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Di Giorgia Orlandi
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Molti sono migranti economici spinti dalla corta distanza e dalla crisi sociale e politica che sta devsatando l'economia del paese nordafricano

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Un aumento di quasi quattro volte superiore rispetto al 2019 degli arrivi dalla Tunisia. Questo quello che ci raccontano gli ultimi dati del Viminale, ma soprattutto ad arrivare a differenza del picco precedente del 2017 sono proprio cittadini di nazionalità tunisina.

Si tratta principalmente di sbarchi autonomi, come nel caso della maggior parte degli arrivi dall'inizio dell'anno. E i numeri potrebbero essere persino più alti poiché le cifre non tengono conto degli "sbarchi fantasma", ovvero arrivi non sempre monitorati dalle autorità.

La causa di tale crescita è da attribuire alla crisi economica e politica che la Tunisia sta vivendo, aggravata dall'impatto dell'emergenza Covid-19. Quella istituzionale in particolare innescata dalla dimissioni del primo ministro Elyes Fakhfakh la sera del 15 luglio è la più critica dall'Indipendenza, come ha riferito lo stesso Presidente Kas Saed.

Paolo Howard, migration data analyst: "Lo stato di emergenza nel paese ha aumentato la presenza delle forze di polizia nelle città, ma ha anche causato una limitazione diffusa della libertà individuale come la libertà di pensiero o il diritto di protestare che si aggiunge alla crisi finanziaria".

Le coste siciliane e in particolare l'isola di Lampedusa restano i principali luoghi di sbarco.

Sergio Scandura, giornalista “Radio Radicale”: “Uno dei motivi di questi sbarchi è la vicinanza geografica. Una barca che parte dalla Libia percorre circa 130 miglia, per chi parte dalla Tunisia invece le miglia sono la metà, quindi le distanze sono diverse. In Tunisia c'è molta più disponibilità di barche di legno, quindi è più probabile che queste navi raggiungano la loro destinazione, nonostante siano sovraffollate "

All'effetto dell'epidemia di Covid- 19 sulla crisi economica in Tunisia, si somma quello sulle attività dei trafficanti costringendo molti di questi a trasferirsi dalla Libia in Tunisia, come spiega Scandura: “In Libia i criminali soffrono del calo dei prezzi del petrolio, le restrizioni in atto hanno reso le loro vite più difficili. Ecco perché la maggior parte di loro si è trasferita in Tunisia ".

Nel caso dei trafficanti il ruolo svolto dai social media è cruciale. Stando a quanto riferito dal  quotidiano "Il Messaggero" gli inquirenti avrebbero scoperto che piattaforme come Telegram o Facebook vengono utilizzate per contattare coloro che sono disposti a pagare qualche migliaio di euro per raggiungere l'Europa.

Le pagine di Facebook che sembrano fornire informazioni turistiche sull'Italia vengono spesso utilizzate per organizzare le traversate. I cittadini di nazionalità tunisina in particolare, vengono influenzati dai contenuti pubblicati sulle piattaforme social. 

Paolo Howard, migration data analyst : "Di solito sono uomini di età compresa tra i 20 e i 30 anni a partire. Sono affascinati da ciò che viene visualizzato sui social media. Pensano al tipo di opportunità di lavoro che possono trovare più facilmente in Italia che in Libia. ”

Le partenze non si fermeranno. La crisi del governo tunisino sta minacciando la stabilità dell'unica democrazia nel Maghreb e con il conflitto nella vicina Libia ancora in corso, le partenze lungo la rotta del Mediterraneo centrale sono destinate ad aumentare.

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